“Dovere di diligenza”: ecco le misure per una Rete più sicura

Negli Usa una legge per proteggere i bambini dai contenuti online pericolosi

rete
Foto di Joan Gamell su Unsplash

Rete da mettere in sicurezza. Una legge Usa mira a proteggere i bambini dai contenuti online pericolosi. Responsabilizzando maggiormente le aziende tecnologiche per i danni che causano. L’iniziativa legislativa è stata promossa dai genitori di bambini morti suicidi a causa del bullismo online. Lo scopo è obbligare le aziende ad adottare misure ragionevoli per prevenire i danni sulle piattaforme online frequentemente utilizzate dai minori. Imponendo loro di esercitare un “dovere di diligenza”. E di garantire che le impostazioni predefinite siano le più sicure possibili. Il senatore democratico Richard Blumenthal del Connecticut ha scritto la proposta di legge insieme alla senatrice repubblicana Marsha Blackburn del Tennessee. La legge vuole permettere a bambini, adolescenti e genitori di riprendere il controllo delle loro vite online. E di dire alle big tech: “non ci fidiamo più che prendiate decisioni per noi”. Il consenso sul tema si è molto esteso grazie per effetto di una campagna di sensibilizzazione sui rischi della Rete per l’infanzia. L’obiettivo è fare in  modo che le aziende siano tenute a mitigare i danni ai bambini. Tra cui il bullismo. La violenza. La promozione del suicidio. I disordini alimentari. L’abuso di sostanze. Lo sfruttamento sessuale. La pubblicità di tabacco e alcol. A tal fine, le piattaforme di social media dovrebbero fornire ai minori la possibilità di proteggere le loro informazioni. Disattivare le funzioni dei prodotti che creano dipendenza. E scegliere di non ricevere raccomandazioni algoritmiche personalizzate.

Rete
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Rete a rischio

Le aziende tecnologiche dovrebbero inoltre impedire agli altri utenti di comunicare con i minori. E limitare le funzioni che “aumentano, sostengono o estendono l’uso” della piattaforma, come l’autoplay per i video o i premi della piattaforma. L’idea, affermano Blumenthal e Blackburn, è che le piattaforme siano “sicure per progettazione”. Nella stesura del disegno di legge, i due senatori hanno cercato di trovare un equilibrio in cui le aziende diventassero più responsabili di ciò che i bambini vedono online. Assicurando al contempo che il Congresso non si spingesse troppo in là nella regolamentazione di ciò che gli individui pubblicano. Uno sforzo per placare i legislatori di entrambi i partiti che temono che la regolamentazione possa imporre la libertà di espressione e aprire la strada a controversie legali. Oltre alle preoccupazioni legate al Primo Emendamento, alcuni critici hanno affermato che la legge potrebbe danneggiare i bambini più vulnerabili, che non sarebbero in grado di accedere a tutta una serie di informazioni. In ogni modo si tratta del primo pacchetto di norme tecnologiche di rilievo a muoversi da anni. Da tempo vi è un sostegno bipartisan all’idea che le più grandi aziende tecnologiche debbano essere sottoposte a un maggiore controllo da parte del governo. Ma ci sono state forti divergenze sulle modalità di attuazione.

Rete
Foto di Annie Spratt su Unsplash

Sos cyberbullismo

All’inizio di quest’anno il Congresso ha approvato una legge che costringerebbe la società di social media TikTok, con sede in Cina, a vendere o a subire un divieto, Na questa legge riguarda solo una società. Alcune aziende tecnologiche, come Microsoft, X e Snap, sostengono la legge. Meta, che possiede Facebook e Instagram, non ha preso posizione. Snap ha elogiato la legge e ha affermato che “la sicurezza e il benessere dei giovani su Snapchat sono una priorità assoluta”. Il disegno di legge include anche un aggiornamento delle leggi sulla privacy dei minori che vietano alle aziende online di raccogliere informazioni personali da utenti di età inferiore ai 13 anni, innalzando tale età a 17 anni. Inoltre, vieterebbe la pubblicità mirata agli adolescenti. E consentirebbe agli adolescenti o ai tutori di cancellare le informazioni personali di un minore. Blumenthal e Blackburn hanno lavorato a stretto contatto con i genitori di bambini morti suicidi in seguito a cyberbullismo o comunque danneggiati dai social media. Tra cui sfide pericolose sui social media, tentativi di estorsione, disturbi alimentari e spaccio di droga.  Maurine Molak, madre di un sedicenne morto suicida dopo “mesi di cyberbullismo implacabile e minaccioso”, ha detto di essere convinta che la legge possa salvare delle vite. E ha aggiunto: “Chiunque creda che il benessere e la sicurezza dei bambini debbano venire prima dell’avidità delle grandi aziende tecnologiche dovrebbe apporre il proprio marchio su questa storica legge”.

sos
Foto di FlyD su Unsplash

Genitori preoccupati

“Gli strumenti per collegarsi a Internet, primo fra tutti lo smartphone, sono parte integrante della vita di molti minori. Anche in età infantile e preadolescenziale – spiega la divulgatrice scientifica Anna Rita Longo-. Spesso la sicurezza del loro uso solleva forti preoccupazioni nei genitori e negli educatori, anche in seguito a tragici episodi di cronaca. Purtroppo spesso raccontati dai media in modo irresponsabile, poco rispettoso delle persone coinvolte e potenzialmente pericoloso”. Ogni anno la Giornata per una rete più sicura è promossa dalla Commissione Europea per fare il punto sulla sicurezza e l’uso positivo del web. Un’occasione per riflettere con particolare attenzione sui dati relativi a bambini e adolescenti, presentando i risultati di importanti ricerche eseguite a livello internazionale. I genitori e gli educatori possono contribuire al benessere e alla sicurezza di bambine e bambini, ragazze e ragazzi nella loro vita online. Il bullismo rimane l’esperienza che procura maggiore sofferenza. I più piccoli e le ragazze sembrano soffrire in modo più intenso per le esperienze negative vissute in rete. Un terzo dei minori coinvolti, di fronte a queste situazioni cerca di ignorare il problema e spera che passi da solo.

tecnologie
Foto di Leon Seibert su Unsplash

Contenuti

Per quanto riguarda nello specifico i minori in Italia, emerge che lo smartphone è lo strumento privilegiato per collegarsi a Internet. Viene usato quotidianamente dal 97% degli adolescenti di 15-17 anni e dal 51% dei bambini di 9-10 anni. Nel corso del tempo è cresciuto significativamente il numero di bambini e ragazzi tra i 9 e i 17 anni che hanno avuto in rete esperienze che li hanno turbati o fatti sentire a disagio. Si è passati dal 6% del 2013 al 13% del 2017. Continuano ad aumentare i contenuti inappropriati legati per esempio a ostilità e razzismo. I discorsi d’odio. L’esposizione a contenuti pornografici. E il sexting, cioè lo scambio di messaggi con contenuto sessuale.