Appello alla responsabilità dei genitori. C’è un male oscuro che esce dalle camerette dei nostri figli e si canalizza sui social. A farlo emergere pubblicamente è stato il tragico episodio della bambina di 10 anni morta a seguito di un gioco-sfida su Tik Tok. Educatori, pedagogisti e associazioni a tutela dell’infanzia chiedono di fermare l’emulazione tra i giovani va colpito chi immette contenuti violenti sul web. Licia Ronzulli, presidente della commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, afferma: “La sicurezza dei minori va tutelata a ogni costo e non si può, come accaduto a Palermo, consentire a un social di essere complice di un suicidio“.
Il ruolo dei genitori
Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto nei confronti di Tik Tok il blocco immediato dell’uso dei dati degli utenti. Per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica. L’Autorità “ha deciso di intervenire in via d’urgenza a seguito della terribile vicenda della bambina di 10 anni di Palermo”. Il Garante già a dicembre aveva contestato a Tik Tok una serie di violazioni. Scarsa attenzione alla tutela dei minori. Facilità con la quale è aggirabile il divieto, previsto dalla stessa piattaforma, di iscriversi per i minori sotto i 13 anni. Poca trasparenza e chiarezza nelle informazioni rese agli utenti. Uso di impostazioni predefinite non rispettose della privacy. Il provvedimento di blocco è all’attenzione dell’Autorità irlandese. Recentemente, infatti, Tik Tok ha fissato il proprio stabilimento principale in Irlanda. “La legge non può sostituirsi alla famiglia. Su questo deve misurarsi il contributo delle istituzioni”, osserva il deputato di Italia Viva, Michele Anzaldi.
Appello alle famiglie
“Il problema, fino a quando non interverrà, semmai interverrà, una legislazione internazionale in grado di controllare i flussi sul web è , comunque, trovare una soluzione prima possibile, perché è insopportabile dover stare qui a commentare la morte di giovanissime vite“, afferma a Interris.it il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori.
Responsabilità
Aggiunge a Interris.it il sociologo Marziale: “Il numero delle vittime si sta facendo esponenziale, siamo al cospetto di un fenomeno in ascesa repentina e non possiamo limitarci a piangere. La prima cosa da farsi è inchiodare alle proprie responsabilità quanti immettono sul web contenuti violenti, sapendo bene che i più giovani tendono ad emulare. Il secondo richiamo va oltre le considerazioni delle responsabilità comunitarie e si ferma necessariamente alla genitorialità, il cui esercito è divenuto un’impresa ardua. Non si abbia paura di chiedere ai figli di controllare i telefonini, non si abbia reticenza alcuna nel rovistare nelle loro camere se alla base vi è qualche sospetto. E’ la legge ad imporlo”. Avverte Marziale: “Fino a che si ha 18 anni si è sotto giurisdizione dei genitori ed a loro bisogna rispondere, a patto che i genitori chiedano. Non tutto è delegabile alle leggi e chi mette al mondo un figlio è tenuto a conoscere le proprie responsabilità”.
Fruitori inconsapevoli
“Genitori aiutate i vostri figli a difendersi”, raccomanda Antonella Elena Rossi, psicopedagogista, comandata Miur, responsabile del Progetto Opera “Osservatorio per l’educazione al rispetto e all’autostima”. Il ruolo dei genitori, rileva, è cruciale. “Il mondo virtuale è seduttivo, immediato e allettante, perché le musiche e le immagini sembrano sempre innocue e leggere. Ma spesso la manipolazione è a portata di mano e può sfuggire e colpire le menti ancora in formazione dei piccoli fruitori inconsapevoli, mettendoli dentro sfide che possono avere esiti devastanti“, puntualizza l’esperta.
Challenge spazzatura
Il consiglio ai genitori è, dunque, di “alzare l’attenzione”. E di “mettersi in ascolto di ciò che si stenta a capire e cercare di ascoltare. Chiedete di condividere ciò che succede su quei display. Lasciate da parte il giudizio. Ma prendete l’iniziativa. Condividete consapevolmente i contenuti. Aiutate i vostri figli, specie i più giovani, a difendersi dalla manipolazione. Ci vuole attenzione. Attenzione che può trasformarsi in un momento di risata a volte. Perché Tik Tok può essere anche questo, un punto d’incontro tra generazioni“. L’avvertenza, dunque, è quella di stare “molto in guardia, vista la quantità di challenge spazzatura che girano sulla app“.