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Quando la crisi occupazionale colpisce anche i disabili

L’emergenza sanitaria determinata dalla diffusione del virus denominato Covid-19 e la conseguente convivenza con lo stesso ha causato una grave crisi economica e sociale andando ad incidere in maniera fortemente negativa in tutto ciò che riguarda il mondo del lavoro, in particolare, secondo il rapporto OCSE recentemente pubblicato, in Italia, in questi mesi di emergenza sanitaria sono stati persi oltre 500 mila posti di lavoro con una caduta media del PIL durante i mesi del lookdown di quasi 15 punti percentuali.

Compiuta questa doverosa premessa di carattere generale è fondamentale porre l’attenzione sull’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, le quali erano già duramente penalizzate prima della pandemia, senza un adeguato supporto normativo ed economico da parte delle istituzioni preposte, rischiano di pagare un tributo sociale ancora più elevato alla crisi dovuta al Covid-19, a titolo esemplificativo si pensi che, prima dell’insorgere della pandemia, il tasso di occupazione lavorativa delle persone con disabilità si attestava attorno al 3,5%.

Alla luce di quanto precedentemente sottolineato è imperativo che le Istituzioni della Repubblica pongano rimedio alla crisi occupazionale conseguente al Covid 19, soprattutto per quanto concerne le persone con disabilità, attraverso un notevole e fattivo cambiamento della legge 68/99 in materia di collocamento mirato delle stesse, attraverso un confronto con le associazioni di rappresentanza delle persone con disabilità e con i ceti produttivi ed imprenditoriali del Paese con l’obiettivo di giungere ad una valorizzazione delle competenze e delle attitudini di ognuno affinché la disabilità sia considerata un valore aggiunto e non un ostacolo alla realizzazione dei sogni di ognuno.

In conclusione è utile ricordare alle istituzioni ed alla classe imprenditoriale che le persone con disabilità e fragilità hanno già dovuto pagare un prezzo eccessivamente oneroso per questa pandemia, perciò è nostro dovere creare una società maggiormente inclusiva dal punto di vista lavorativo e sociale sulla base degli spietati insegnamenti che il Covid-19 ci ha impartito conferendo nel contempo concreta attuazione all’insegnamento del giurista ateniese Solone che scrisse: “Tutti i cittadini sono membri di uno stesso corpo, e quando uno di essi viene leso tutti debbono sentirsi offesi”.

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