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Quando la cura del creato passa per un presepe

L'iniziativa natalizia e sostenibile della parrocchia della Madonna del Divino Amore di Jesi

“Il mirabile segno del presepe, così caro al popolo cristiano, suscita sempre stupore e meraviglia. Rappresentare l’evento della nascita di Gesù equivale ad annunciare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio con semplicità e gioia. Il presepe, infatti, è come un Vangelo vivo, che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Colui che si è fatto uomo per incontrare ogni uomo. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui. Con questa Lettera vorrei sostenere la bella tradizione delle nostre famiglie, che nei giorni precedenti il Natale preparano il presepe. Come pure la consuetudine di allestirlo nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze… È davvero un esercizio di fantasia creativa, che impiega i materiali più disparati per dare vita a piccoli capolavori di bellezza”, scrive Papa Francesco nella lettera apostolica “Admirable signun” sul significato e il valore del presepe.

Il richiamo a tornare all’origine dei valori

Nella lettera, il Pontefice dopo aver spiegato il vero significato del presepe, sottolinea che “non è importante come si allestisce il presepe, può essere sempre uguale o modificarsi ogni anno; ciò che conta, è che esso parli alla nostra vita. Dovunque e in qualsiasi forma, il presepe racconta l’amore di Dio, il Dio che si è fatto bambino per dirci quanto è vicino ad ogni essere umano, in qualunque condizione si trovi”.

Un presepe riciclato

Un presepe, dunque, che parli alla nostra vita. Come quello che si apprestano a costruire i giovani e i ragazzi della parrocchia della Madonna del Divino amore di Jesi (An), guidati dal parroco don Paolo Ravasi. Un presepe “sostenibile” che richiama ai valori che Papa Francesco ha espresso nell’enciclica “Laudato sì”. Una rappresentazione della Natività “riciclata”: il sacerdote, in collaborazione con Jesi clean, ha invitato i parrocchiani ha invitato a portare in parrocchia un oggetto di uso quotidiano da riciclare: diventeranno parte della scenografia del presepe e, allo stesso tempo, si vuole promuovere un gesto consapevole spronando al riciclo e al riuso. Un piccolo gesto, ma un grande passo verso la cura dell’ambiente e della nostra casa comune.

Educare i giovani a rispettare l’ambiente

Don Paolo, raggiunto telefonicamente da Interris.it ha spiegato il cuore dell’iniziativa, accolta con gioia ed entusiasmo sia dai ragazzi più giovani sia da quelli più grandicelli. “E’ stato un modo di rispondere all’appello di Papa Francesco: ‘Salvate la terra e vivete felici’. Vogliamo tutti insieme essere sensibili all’emergenza climatica che in questo momento è impellente – spiega don Paolo -. Non c’è futuro per noi se non salviamo l’ambiente“.

L’emergenza climatica

Gesù, oggi, nasce in un mondo inquinato, una terra che abbiamo rovinato noi – racconta -. La salvezza viene nonostante l’uomo non abbia posto tutte le attenzioni possibili per custodire il creato. Proprio dalla cura della nostra casa comune nasce la collaborazione con Jesi clean un’associazione culturale e ricreativa del territorio che si occupa anche di ripulire le strade, le piazze e i parchi… – aggiunge don Paolo -. La tutela dell’ambiente è responsabilità di tutti, non solo dei cristiani. E’ una chiamata a collaborare tutti insieme, per questo nel volantino abbiamo scritto: ‘Ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte’. Con uno stile di vita sobrio e responsabile possiamo il mondo più pulito, bello e abitabile“.

Il progetto

Ma come verrà realizzato il progetto? In aiuto a don Paolo e alla parrocchia Madonna del Divino Amore arriva l’associazione culturale Jesi clean, un’associazione culturale e ricreativa, fondata da un gruppo di 9 amici proveniente dalla città di Jesi e paesi limitrofi. Il loro obiettivo? sensibilizzare i cittadini, soprattutto i ragazzi, sull’importanza della cura ambientale e la pulizia dei parchi. Giacomo Mosca, presidente dell’associazione, ha spiegato ad Interris.it come intendono creare il presepe riciclato. “Abbiamo invitato i cittadini a portarci un oggetto da riciclare, come una bottiglia di plastica, una scatola di cartone – racconta Giuseppe -. Ovviamente il centro del presepe sarà la natività e al suo intorno svilupperemo la tematica del riciclo. In una delle parti più lontane, ad esempio, sistemeremo le bottiglie di plastica, vicino alla capanna dove è nasce Gesù metteremo delle borracce: questo per indicare che possiamo cambiare le nostre abitudini, scegliendo in maniera consapevole materiali non dannosi per l’ambiente“.

Ricicliamo, riusiamo, ripariamo

Il concetto di base di questa iniziativa è questo: Gesù nasce ancora oggi per noi, anche se lo stiamo accogliendo, anno dopo anno, in un mondo sempre più malato e inquinato. Nonostante questo, Gesù sceglie di entrare ancora una volta nella vita di quell’umanità che ama profondamente. Il presepe riciclato vuole essere un’iniziativa per spronare i giovani, ma anche chi è più avanti con gli anni, ad assumere comportamenti responsabili: imparando a riciclare, scegliendo di riusare, a non gettare via ciò che possiamo riparare. Parafrasando una frase di Neil Armstrong potremmo dire: un piccolo passo per ognuno di noi, un grande balzo per l’umanità intera. 

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