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Puntillo (Acli Colf): “Tutelare le persone anziane e il loro patrimonio di valori”

L'intervista di Interris.it a Giamaica Puntillo, presidente nazionale di Acli Colf, in merito alla figura professionale degli assistenti familiari dopo la pandemia

In Italia, secondo gli ultimi dati diffusi in merito dal rapporto Istat condotto sulla piramide delle età della popolazione residente, ci sono oltre sette milioni di persone nella fascia di età over 75, l’11,7% della popolazione, di cui il 60% donne e oltre quattro milioni di over 80.

Il bisogno di assistenza

L’incremento della popolazione nella terza età, porta con sé un crescente aumento della necessità di prendersi cura degli anziani e delle loro famiglie. Quindi, è importante garantire loro una migliore qualità di vita, consentendogli di essere attivi e indipendenti il più a lungo possibile, rimanendo nella propria casa, dove sono racchiusi gli affetti e i ricordi. Questo si può realizzare grazie al lavoro degli assistenti familiari. Interris.it, su questo argomento, ha intervistato Giamaica Puntillo, presidente nazionale di Acli Colf.

Giamaica Puntillo, presidente di Acli Colf aps (© Acli Colf)

L’intervista

Presidente, dopo la pandemia qual è la situazione delle assistenti familiari in Italia?

“Questa categoria professionale, nonostante la fine della pandemia, è insostituibile per fronteggiare le lacune del nostro sistema di welfare e per garantire la dovuta assistenza ai tanti anziani e persone non autosufficienti presenti nelle nostre famiglie. La fine del periodo pandemico però, ha fatto sì che, il numero degli assistenti familiari regolari in Italia, sia tornato sotto le 900 mila unità. La maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati in questo settore sono donne e, per la maggior parte, provengono dai paesi dell’est Europa. I dati dell’ultimo report dell’Inps in materia, relativo al 2022, ci dice che, gli impiegati del settore con contratto regolare sono 894 mila e 299, il 7% in meno rispetto al 2021. La maggior parte dei lavoratori domestici regolari, quasi ¾, dichiara un reddito annuo inferiore ai diecimila euro annui e, solo il 27,7% può contare su una retribuzione superiore a quell’ammontare. La regione italiana con il maggior numero di assistenti familiari è la Lombardia, a cui fanno seguito il Lazio, l’Emilia – Romagna e la Toscana.”

In occasione del recente convegno nazionale di Acli Colf, tenutosi a Pesaro, lei è stata rieletta presidente nazionale. Quali sono gli obiettivi principali del suo nuovo mandato?

“Il recente congresso è stato fortemente simbolico perché, al suo termine, le Acli Colf, sono diventate un’Associazione di Promozione Sociale. Questo passaggio ha rappresentato una sottolineatura importante del nostro impegno per la rappresentanza e la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori del settore domestico che, a volte, sono ancora vessati da condizioni di impiego non consone. Ho intenzione di impegnarmi a 360 gradi, come ho sempre fatto e ancor di più, affinché a coloro che lavorano in questo settore, vengano riconosciuti tutti i diritti e si contrasti in maniera efficace il lavoro irregolare. Papa Francesco, in molte occasioni, ci ha esortato più volte a ‘recuperare il valore del lavoro’ vissuto come ‘diritto e dovere fondamentale della persona, che esprime e incrementa la sua dignità’. Questi concetti, secondo me, si esprimono benissimo nel lavoro dell’assistente familiare che, con la sua opera quotidiana, si prende cura delle persone più fragili e anziane che hanno un patrimonio di valori infinito. Tutelare questi lavoratori significa tutelare il nostro passato, presente e futuro. Questo è il nostro compito nel solco tracciato dalla storia delle Acli a cui dobbiamo adempiere senza riserve”.

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