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Contro la violenza sulle donne un “protocollo di rete”

Dal Veneto un modello di strategie condivise di prevenzione e contrasto. Le testimonianze di come si può fare squadra per impedire i femminicidi

Un protocollo a difesa delle donne. Una strategia per bloccare i violenti. Prevenzione e contrasto per fermare la mano dell’aggressore: stop alla violenza di genere. ”Le donne non si toccano neanche con un fiore- afferma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia-. Questo detto popolare veniva ribadito più volte, anche dalle maestre in classe. Quando qualche compagnetto si rivolgeva in maniera maleducata, se non aggressiva, verso una sua coetanea. Me lo ricordo ancora, aggiungo con nostalgia. E penso che sia lo stesso anche per più di una persona oggi giorno. Eppure, sembra che proprio in questo momento storico, più che mai, questo proverbio lo abbiamo dimenticato“. Ma “cosa è accaduto?”, si chiede il governatore veneto: “Basta leggere la cronaca locale ma anche nazionale. Basta guardare un Tg per venire a conoscenza dell’ennesimo reato violento e vergognoso che è stato compiuto nei confronti di una donna. Dobbiamo agire, non stare in disparte”.protocollo

Protocollo anti-violenza

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia commenta la piaga sconvolgente della violenza contro le donne. Il nuovo protocollo di rete è stato firmato in provincia di Vicenza anche dal Ministro per le Disabilità, Erika Stefani. “Il protocollo di rete- puntualizza Zaia- mette in campo contro questa gravissima emergenza una squadra forte e coesa. Fatta di istituzioni, enti locali, associazioni. Ma anche di cittadini. Perché è importante che la missione contro la violenza verso le donne ce la assumiamo tutti. Con responsabilità e attenzione. Condannando insieme, senza se e senza ma, qualsiasi azione vile contro una donna. Quando ciò accade, è una sconfitta per tutti. E  dobbiamo immaginare che quella donna aggredita, o verbalmente o fisicamente, poteva essere la nostra compagna. O nostra sorella, nostra madre, nostra figlia”.protocollo

Insegnare il rispetto

“Diciamo ad alta voce: basta!- prosegue Luca Zaia-. Basta rivolgersi alle donne in maniera maleducata e discriminatoria. Basta aggredirle. Ricordo, per esempio, il recente episodio vergognoso che ha riguardato la nostra Federica Pellegrini. E che ho condannato con tutto me stesso. Puntiamo sulle giovani generazioni. Scommettiamo sulla loro sensibilizzazione. Insegniamo loro il rispetto per il prossimo. Ricordiamo loro che le donne non si toccano neanche con un fiore”. Per il governo è stata dunque il ministro per le Disabilità Erika Stefani a firmare il protocollo di rete per il contrasto alla violenza contro le donne. Nell’ambito territoriale dell’azienda Ulss 8 Berica nella provincia di Vicenza. Osserva Stefani: “E’ un’ottima iniziativa che nasce con l’obiettivo di promuovere strategie condivise di prevenzione e contrasto della violenza di genere. Ciò attraverso un’alleanza tra istituzioni, enti locali, associazioni e strutture di sostegno“. protocollo

Mura domestiche

“La violenza contro le donne- evidenzia il ministro Stefani- è un fenomeno drammatico che purtroppo è aumentato tra le mura domestiche durante la pandemia. Anche per questo è fondamentale una rete che metta in campo i più efficaci anticorpi a situazioni così gravi. Ogni femminicidio è una sconfitta per l’Italia e un colpo al cuore per il Paese, che deve risvegliare le coscienze di tutti. Come governo stiamo lavorando in sinergia al nuovo Piano nazionale di contrasto alla violenza. Con azioni specifiche attuate per tutelare le donne con disabilità che soffrono una ‘doppia discriminazione’. Misure e azioni come queste a livello centrale sono utili e necessarie”. Ma, precisa Stefani “anche la sensibilizzazione e l’educazione diffusa sono determinanti per riconoscere la violenza fin dai primi segnali”. Al tempo stesso è fondamentale “un filo diretto con le forze dell’ordine e la rete dei centri antiviolenza. La lotta alla violenza è un impegno di civiltà che chiama tutti in causa. Non ci potrà essere una discussione sul futuro senza una vasta operazione in tema di sicurezza e culturale a tutela delle donne“.

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