Il primo soccorso come anello fondamentale del Ssn. Il vademecum dell’European Resuscitation Council (Erc) indica tre fasi essenziali: intervenire, chiamare il 112 o il 118, eseguire il massaggio cardiaco e la defibrillazione. Nei bambini, inoltre, è molto importante eseguire anche le ventilazioni. L’Italian Resuscitation Council (IRC) è una società scientifica accreditata presso il ministero della Salute. Un’associazione senza scopo di lucro che riunisce medici e infermieri esperti in rianimazione cardiopolmonare. Le linee guida diffuse da Quotidianosanità.it riprendono e adattano alla realtà italiana il vademecum diffuso a livello internazionale. Toccano alcuni aspetti essenziali, come la necessità che anche e soprattutto le persone comuni intervengano. Chiamino il 112 o il 118. E inizino la rianimazione cardiopolmonare in attesa dell’arrivo dei soccorsi.
In soccorso
Sono 400 mila in Europa, 60 mila in Italia, le persone che ogni anno muoiono per arresto cardiaco improvviso. Il 70% degli arresti cardiaci, avviene in presenza di altre persone che potrebbero iniziare subito le manovre di rianimazione cardiopolmonare. Ma ciò accade solo in circa il 15% dei casi. Perché chi è accanto alla vittima non è formato. Non sa riconoscere un arresto cardiaco. Oppure non si sente in grado di intervenire. Avverte Giuseppe Ristagno, presidente di Italian Resuscitation Council: “La paura di intervenire incide negativamente sulla sopravvivenza delle persone colpite da arresto cardiaco”. Risulta fondamentale la formazione sul primo soccorso. Bisogna aumentare, infatti, il numero di persone capaci di intervenire tempestivamente. E di contribuire a salvare vite. Ciò vale anche per il primo soccorso in caso di annegamento. L’arresto cardiaco dovuto ad asfissia, infatti, difficilmente risponde alle manovre salvavita. Come il massaggio cardiaco e l’utilizzo del defibrillatore. Senza garantire anche la ventilazione. Ovvero l’ossigenazione del sangue che poi arriverà a cuore e cervello.
Vademecum
I soccorritori “laici” sono le persone comuni (cioè non medici o operatori sanitari) che assistono a un arresto cardiaco. Per loro le linee guida suggeriscono di chiamare e scuotere la vittima dai fianchi. Verificare se la vittima respira osservando il movimento del torace e dell’addome. Chiamare il 118 o il 112 se la vittima non risponde e non respira. Iniziare il massaggio cardiaco con le compressioni toraciche. Chiedere ed applicare appena possibile un defibrillatore semiautomatico esterno (Dae). Seguire le istruzioni della centrale operativa. Queste indicazioni sono particolarmente rilevanti in spiagge, impianti sportivi, stabilimenti balneari, piscine. Oltre 100 mila persone sono state formate dal progetto internazionale “The Life Savers Program”. Il progetto prevede la formazione di un milione di cittadini. In Italia gli accordi sono stati stipulati con la Croce Rossa e i tecnici del soccorso. L’iniziativa coinvolge su base volontaria varie fasce di popolazione. La prevenzione, infatti, è una priorità assoluta nella protezione delle persone.
Corsi
Dunque l’iniziativa di prevenzione “Life Savers Program” ha superato la soglia simbolica di 100.000 persone formate alle manovre di primo soccorso. Offrendo corsi di formazione ai gesti di primo soccorso realizzati grazie al supporto di partner esperti. Croce Rossa Italiana e Tecnici del Soccorso sono i due enti erogatori dei corsi. Il programma è strutturato attraverso una parte teorica e una pratica. Ed è attuato con partner selezionati. Groupama si è attivata per l’istallazione di un defibrillatore presso la propria sede di Roma. Reso disponibile per la comunità locale. In linea con la regolamentazione vigente. Andando così a rafforzare i dispositivi pubblici di prevenzione e protezione della cittadinanza. Migliaia di vite, infatti, potrebbero essere salvate ogni anno con una rianimazione immediata. Oggi, quasi un terzo dei decessi per arresto cardiaco avviene al di fuori di un ospedale. Saper effettuare una manovra di primo soccorso riveste, quindi, un’importanza fondamentale.
Emergenza
Solo in Italia, quindi, sono circa 60 mila gli arresti cardiaci registrati all’anno (400 mila in Europa). Oltre la metà dei quali avvengono fuori da una struttura ospedaliera, con una probabilità di sopravvivenza del 21, 2%. Alla scarsa prontezza di intervento, tra ritardi nella chiamata dei soccorsi e timori di agire sulle vittime, si aggiunge un fattore allarmante. Ossia il fatto che nemmeno una persona su 10 sia in grado di effettuare una rianimazione cardiaca. Un dato allarmante, soprattutto in situazioni in cui ogni attimo è prezioso. Con una media di soli 8 minuti utili per agire, un massaggio cardiaco è un gesto salva vita. In grado di garantire anche un buon recupero funzionale del paziente. Senza danni medici invalidanti.