Nuovi volti della povertà. Identikit-indigenti

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Foto di Johann Walter Bantz su Unsplash

La povertà ha nuovi profili di disagio sociale. L’identikit dell’indigenza emerge dal rapporto della Caritas ambrosiana, una delle principali realtà solidali in Italia. Nel 2023 si registrano più di 100 mila aiuti con 10 mila volontari e 50 mila beneficiari. “La povertà non è frutto del destino, è conseguenza dell’egoismo– afferma papa Francesco-. Ci sono molte povertà dei ricchi che potrebbero essere curate dalla ricchezza dei poveri”. Una fotografia dell’impoverimento del paese. “Anche il 2023, come gli anni che lo avevano preceduto -osserva Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana- ha confermato lo stato di policrisi che caratterizza questo cambiamento d’epoca, punteggiato di povertà diffuse ed emergenze umanitarie complesse. Su tutti questi fronti, materialmente o tramite solide reti di partenariato, Caritas Ambrosiana è stata presente nel 2023, cercando di portare soccorso, testimoniare prossimità, organizzare accoglienza, assicurare assistenza, immaginare ricostruzioni. Mentre ci siamo presi cura, grazie alla generosità di numerosi donatori, delle ferite materiali o morali sofferte da tante persone e tanti gruppi umani, abbiamo cercato di rendere partecipe del nostro cammino di carità la Chiesa diocesana di cui siamo espressione e le comunità civili in cui siamo radicati. Sollecitando non solo a offrire risposte ai bisogni, ma a creare un tessuto di fraternità, di solidarietà e di giustizia, capace di prevenire e di attutire i tanti mali che una storia piena di prepotenze e una natura maltrattata dagli egoismi rischiano di far ricadere sui più fragili e indifesi, con conseguenze drammatiche. Per cambiare le cose, cominciamo a cambiare noi stessi, la nostra vita e le nostre comunità, cristiane e civili”. 

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Solidarietà

“Siamo chiamati in ogni circostanza ad essere amici dei poveri. Seguendo le orme di Gesù che per primo si è fatto solidale con gli ultimi”, raccomanda il Pontefice citando “la testimonianza che ci ha lasciato Madre Teresa di Calcutta, una donna che ha dato la vita per i poveri”. Prosegue Francesco: “La Santa ripeteva continuamente che era la preghiera il luogo da cui attingeva forza e fede per la sua missione di servizio agli ultimi. Quando, il 26 ottobre 1985, parlò nell’Assemblea Generale dell’Onu”. Mostrando a tutti la corona del Rosario che teneva sempre in mano disse: “Io sono soltanto una povera suora che prega. Pregando, Gesù mi mette nel cuore il suo amore e io vado a donarlo a tutti i poveri che incontro sul mio cammino. Pregate anche voi! Pregate, e vi accorgerete dei poveri che avete accanto. Forse nello stesso pianerottolo della vostra abitazione. Forse anche nelle vostre case c’è chi aspetta il vostro amore. Pregate, e gli occhi si apriranno e il cuore si riempirà di amore”. Sulla scia dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, Jorge Mario Bergoglio ribadisce che “dalla povertà può sgorgare il canto della più genuina speranza”. Quindi “ricordiamoci che quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri. Non entrano più i poveri. Non si ascolta più la voce di Dio. Non si gode più della dolce gioia del suo amore. Non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto”.

Foto di Coronel Gonorrea su Unsplash

Sos povertà

“I poveri sono come maestri per noi – sottolinea Jorge Mario Bergoglio-. Ci insegnano che una persona non vale per quanto possiede, per quanto ha sul conto in banca. Un povero, una persona priva di beni materiali, conserva sempre la sua dignità. I poveri possono insegnarci tanto anche sull’umiltà e la fiducia in Dio”. Oltre 50 mila persone ascoltate, accompagnate, aiutate. Negli scorsi 12 mesi, in particolare, i 168 centri di ascolto del campione oggetto di rilevazione si sono occupati di 14.697 persone, i 19 servizi di 34.719 persone e gli uffici delle 18 aree di bisogno di 1.944 persone. Gli aiuti (diversi tipi di azioni) complessivamente erogati sono stati in totale oltre 100 mila. Tutta questa attività è stata resa possibile grazie all’impegno di dipendenti, operatori e di circa 10 mila volontari. Sono questi i dati più significativi che emergono dal Bilancio sociale 2023 di Caritas Ambrosiana. Il quale si occupa delle diverse dimensioni dell’agire Caritas, a cominciare, data la vocazione pedagogica dell’organismo pastorale, dall’attività formativa, concretizzatasi in 294 sessioni organizzate a vario livello, che hanno raggiunto 20.140 persone. Al di fuori della diocesi, il settore internazionale di Caritas Ambrosiana ha invece attivato 59 progetti in 32 paesi del mondo, a favore di popolazioni colpite da catastrofi naturali, guerre, conflitti e povertà estrema.

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Impegno poliforme

La dimensione economica di questo poliforme impegno, spiega la Caritas Ambrosiana, ha sfiorato i 18 milioni di euro. Sul versante delle spese, l’87,13% è stato dedicato a finanziarie direttamente le azioni di contrasto delle svariate forme di povertà ed esclusione sociale. Mentre il 12,87% è servito a coprire spese generali, di personale, di comunicazione, di raccolta fondi e altre spese di funzionamento. I proventi di cui Caritas ha potuto disporre derivano in buona parte (oltre 8 milioni di euro su quasi 18) da erogazioni liberali, frutto delle quasi 23 mila donazioni di cui l’organismo ha potuto fruire. In occasione della pubblicazione del Bilancio sociale, l’Osservatorio delle povertà e le ricorse di Caritas Ambrosiana rende pubblici alcuni ulteriori dati, anticipando l’annuale Rapporto sulle povertà nella diocesi ambrosiana. Le rilevazioni dell’osservatorio evidenziano che nel 2023 i centri di ascolto del campione e i servizi Caritas hanno aiutato 17.238 persone in povertà; di queste, come già evidenziato dal Bilancio sociale, 14.697 si sono rivolte ai centri d’ascolto, numero cui vanno aggiunti i 1.363 che si sono rivolti al Sai (immigrati), i 843 rivoltisi al Siloe (famiglie italiane in povertà) e i 335 rivoltisi al Sam (gravi marginalità urbane). Rispetto al 2022, il numero di persone ascoltate e aiutate è aumentato del 17,9% (a fronte di un aumento del 22,6% del numero dei centri del campione). Rispetto al triennio 2020-2022 si osserva una stabilizzazione della situazione. L’emergenza legata prima alla pandemia, poi alla guerra in Ucraina e all’aumento dei costi delle materie prime e dell’inflazione, sembra in fase di attenuazione, anche se il flusso di persone in cerca di aiuto resta elevato.

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Lavoro povero

“La povertà teorica non ci serve- insegna il Papa-. La povertà si impara toccando la carne di Cristo povero, negli umili, nei poveri, negli ammalati, nei bambini.” Tra le persone incontrate, prevalgono gli immigrati (quasi esclusivamente extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno). Sono stati il 63,8%, in aumento rispetto al 2022 (60,9%) e con un’incidenza maggiore rispetto al dato nazionale riguardante i Cda Caritas. Dal punto di vista dell’età, si conferma il dato del 2022 per le fasce di età più anziane (ultra 65enni e 55-64enni), che hanno fatto registrare l’aumento più importante, in termini di accessi a sportelli e servizi, rispetto al periodo precedente la pandemia (+83,7% gli ultra 65enni, +42,3% i 55-64enni). I principali bisogni manifestati da chi chiede aiuto sono reddito (69,9%), occupazione (33,1%) e problemi abitativi (14,8%). Fino al 2018 l’ordine era invertito. L’occupazione rappresentava il primo bisogno. Questa tendenza conferma il consolidarsi del fenomeno del “lavoro povero”, con i guasti sociali che esso determina. 

Giacomo Galeazzi: