Il gruppo è difficile, però Manzi riesce a guadagnarsi l’attenzione dei ragazzi
iniziando a raccontare la storia di un gruppo di castori che lottano per salvare la propria libertà. I giovani carcerati scrivono insieme la
storia e la portano in scena. Funziona. Il gruppo è ormai coeso. Anche grazie alla fiducia del direttore del carcere e del sacerdote,
i ragazzi pubblicano un giornale,
La Tradotta. È il primo giornale fatto in un carcere. Dal lavoro svolto coi ragazzi Manzi rielaborerà in seguito il suo primo romanzo,
Grogh, storia di un castoro, premiato nel 1948 con il
“Collodi” per le opere inedite, due anni dopo pubblicato dalla Bompiani e poi tradotto in
28 lingue. Nel 1953 ne fu ricavata una riduzione radiofonica dalla Rai.
“Di tutti quei ragazzi, quando sono usciti dal carcere, solo
2 su 94, così mi fu detto, sono rientrati in
prigione”.
Il suo primo stipendio è di novemila lire al mese. Nel 1950 Domenico Volpi lo chiama a collaborare con la
casa editrice Ave per la quale pubblicherà numerosi testi scolastici. E farà parte della
redazione de “il Vittorioso”, rivista per ragazzi, lavorando con Gianni Rodari, Jacovitti, Giacomo Cives.