Senza welfare non c’è politica sociale europea. La tutela necessaria

Il Consiglio d'Europa sollecita l'impegno degli Stati a rafforzare i diritti sociali. Il presidente del comitato: "La Carta Sociale è positiva per il futuro"

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Tutela europea per i diritti sociali. Non c’è giustizia senza equità. In senso lato per diritti sociali si intende il complesso delle tutele e dei servizi erogati dallo Stato e dagli enti locali al fine di garantire una rete di protezione sociale: istruzione, sanità, pensioni, previdenza sociale (in caso di malattia, gravidanza, disoccupazione), servizi socio-assistenziali (per bambini e ragazzi senza famiglia, anziani, malati cronici e disabili). “In questo momento nel nostro sistema economico al centro c’è un idolo e questo non va bene- insegna papa Francesco-. Lottiamo tutti insieme perché al centro ci siano piuttosto la famiglia e le persone, e si possa andare avanti senza perdere la speranza. La distribuzione e la partecipazione alla ricchezza prodotta, l’inserimento dell’azienda in un territorio, la responsabilità sociale, il welfare aziendale, la parità di trattamento salariale tra uomo e donna, la coniugazione tra i tempi di lavoro e i tempi di vita, il rispetto dell’ambiente, il riconoscimento dell’importanza dell’uomo rispetto alla macchina e il riconoscimento del giusto salario, la capacità di innovazione sono elementi importanti che tengono viva la dimensione comunitaria di un’azienda. Perseguire uno sviluppo integrale chiede l’attenzione ai temi che ho appena elencato”.

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Bene comune

I diritti sociali (cioè diritto al lavoro, all’assistenza, allo studio, tutela della salute) sono i diritti derivanti dalla maturazione di esigenze nuove e nate relativamente allo sviluppo della moderna società industriale. Secondo papa Francesco “la giustizia sociale richiede che lottiamo contro le cause della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, di terra e di alloggio; contro quanti negano i diritti sociali e lavorativi. E contro la cultura che porta a usare gli altri togliendo loro la dignità”. Il modo di pensare l’azienda, dichiara il Pontefice al Sole24 Ore, incide fortemente sulle scelte organizzative, produttive e distributive: “Si può dire che agire bene rispettando la dignità delle persone e perseguendo il bene comune fa bene all’azienda. C’è sempre una correlazione tra azione dell’uomo e impresa, azione dell’uomo e futuro di un’impresa”. San Paolo VI nell’enciclica Populorum progressio scriveva: “Lo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere autentico sviluppo, deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo”. Aggiunge Francesco: “Noi non accettiamo di separare l’economico dall’umano, lo sviluppo dalla civiltà dove si inserisce. Ciò che conta per noi è l’uomo, ogni uomo, ogni gruppo d’uomini, fino a comprendere l’umanità intera”.

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Equità europea

Il welfare come salvaguardia, quindi. Una priorità europea per lo stato sociale. Gli Stati membri del Consiglio d’Europa si sono impegnati a rafforzare i loro sforzi in favore della giustizia sociale e la tutela dei diritti sociali, irrobustendo anche il sistema che poggia sulla Carta sociale europea. L’impegno è contenuto in una “dichiarazione politica” approvata al termine della conferenza che ha riunito a Vilnius (Lituania) ministri e alti funzionari responsabili dei diritti sociali e della politica sociale degli Stati membri, rappresentanti dei vari organi del Consiglio d’Europa, dell’Unione europea, dell’Onu, dell’Organizzazione internazionale del lavoro, della società civile, delle parti sociali, del mondo accademico e degli organismi nazionali per i diritti umani e le pari opportunità. “Il fatto che questa conferenza sui diritti sociali abbia avuto luogo, e che ne sia scaturita una dichiarazione politica è molto significativo, perché evidenzia che questi diritti sono sull’agenda a livello nazionale e internazionale. E che il Consiglio d’Europa e gli Stati stanno prendendo sul serio il ruolo che hanno”- sostiene l’irlandese Aoife Nolan, presidente del comitato europeo dei diritti sociali. L’organo del Consiglio d’Europa, chiamato ad esaminare come gli Stati mettono in atto i diritti contenuti nella Carta Sociale. Che vanno da quello all’alloggio, ad essere protetti contro la povertà, a poter costituire sindacati.

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Vettori di sviluppo

Nella dichiarazione gli Stati evidenziano l’importanza di avere un quadro giuridico europeo sui diritti sociali robusto e in grado di rispondere alle sfide attuali e future, che poggi su trattati internazionali, compresa la Carta Sociale. “È nostro dovere collettivo promuovere il rispetto e il continuo sviluppo dei diritti sociali, sia come diritti umani che come vettori di sviluppo economico, progresso sociale e coesione sociale, pace, sicurezza e stabilità“, si legge nella dichiarazione. “I diritti sociali non sono più un cugino distante e dimenticato dei diritti civili e politici”, sottolinea Nolan. “Credo che ci sia stato un cambiamento culturale”, aggiunge. Tra i punti forti della dichiarazione che Aoife Nolan mette in evidenza c’è il fatto che il comitato che dirige “ha ottenuto la legittimità” dagli Stati a focalizzarsi sulle sfide emergenti, come le nuove forme di lavoro, la transizione verso l’economia verde, l’intelligenza artificiale, e a interpretare la Carta Sociale tenendone conto. Come anche “l’enfasi sulla necessità di accrescere le attività di collaborazione con gli Stati” che “sono incredibilmente importanti per far sì che i diritti sociali siano attuati a livello nazionale”, dice Nolan, evidenziando che nei Paesi dove sono già state organizzate hanno avuto un impatto reale.

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Carta europea

Ma la presidente del comitato ammette che resta ancora molto da fare. Perché il sistema della Carta Sociale divenga più solido e possa proteggere davvero tutti. Diversi Stati per esempio non hanno accettato di essere legati a tutti gli articoli della Carta sociale, pochi, ancora, hanno accettato la procedura dei reclami collettivi, che permettono per esempio a un sindacato di far valutare se una legge rispetta i diritti dei lavoratori. Inoltre il comitato per essere efficiente ha bisogno di maggiori risorse umane e finanziarie. L’Italia riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. Il lavoro nell’ordinamento italiano ha una duplice qualificazione: diritto e dovere. Svolgere attività lavorativa è infatti un diritto perché consente a ciascuno di realizzare la propria persona, di elevarsi nella società, di far valere le proprie capacità fisiche e intellettive.