Equilibrio-petrolio
Impegno
Negli ultimi mesi l’Opec ha portato avanti una politica produttiva restrittiva. Ma, nonostante questo, i prezzi non sono aumentati a causa della produzione extra Opec, quella degli Stati Uniti in particolare. Alla Nigeria è stato assegnato un obiettivo per il 2024 di 1,5 milioni di barili al giorno (bpd). Anche se l’obiettivo è di produrre almeno 1,8 milioni di barili al giorno. L’annuncio dell’Angola di uscire dall’Opec a partire da gennaio solleva qualche interrogativo sul ruolo dell’organizzazione di Vienna. E sul suo “peso” all’interno del mercato del petrolio. La decisione in realtà non ha destato sorpresa. In quanto segnali si erano già avuti lo scorso mese di giugno. Quando il paese africano si ritirò da una riunione del cartello per disaccordi sui livelli di produzione. Salvo poi accettare, insieme alla Nigeria e alla Repubblica del Congo, che la sua produzione di base venisse rivista.
Revisione
A seguito della revisione, le soglie di riferimento di tutti e tre i Paesi per il 2024 vennero poi abbassate lo scorso mese di novembre. Qualche osservazione, ad inizio mese. E quindi prima dell’annuncio di Luanda, proprio sul ruolo dell’Opec era stata fatta nel suo report mensile dalla stessa Aie. L’Agenzia internazionale dell’Energia. Gli esperti sottolineavano come il rallentamento della domanda e l’aumento della produzione di greggio Usa rendessero più difficile per l’Opec+ stesso continuare a sostenere i prezzi. Ciò perché il cartello, guidato da Arabia Saudita e Russia, ha limitato la produzione per tenere su i prezzi. Nonostante i tagli, però, le quotazioni sono recentemente crollate a causa dell’indebolimento dell’economia globale. E dell’aumento della produzione al di fuori del blocco. “Il continuo aumento dell’offerta e il rallentamento della crescita della domanda complicheranno gli sforzi dei principali produttori. In difesa della propria quota di mercato. E per mantenere elevati i prezzi del petrolio”, sosteneva il report dell’Aie. Rispetto ai massimi di settembre, i prezzi intanto sono calati di circa 25 dollari al barile. Ma secondo alcuni analisti, interpellati dal Financial Times, l’uscita di scena dell’Angola non comporterebbe alcun contraccolpo. Almeno non nel breve termine.
Mercato del petrolio
Secondo Helima Croft è un ex analista della Cia e responsabile della ricerca sulle materie prime alla RBC Capital Markets. “L’Angola in realtà non ha mai accettato i patti stretti a giugno, che permisero agli Emirati Arabi Uniti di aumentare la propria produzione di base per il 2024. Mentre la sua venne ridotta – afferma Croft-. I semi di questa uscita sono stati gettati a giugno. Inoltre, l’Angola è stato uno dei membri più umorali. Avendo inscenato negli ultimi anni diverse fughe dalle riunioni“. Di certo, secondo gli osservatori, la partenza è un duro colpo per l’Opec. Ma non avrà un impatto significativo sulla capacità del gruppo di influenzare il mercato. Se si considera che la produzione di 1,2 milioni di barili al giorno dell’Angola rappresenta circa il 2% della produzione totale dell’alleanza Opec+, che comprende anche la Russia. “Data l’entità della produzione del Paese, l’uscita dell’Angola non avrà un impatto sostanziale sulle attività del gruppo”, aggiunge Croft.
Uscita dall’Opec
Sulla stessa linea, Bjarne Schieldrop. L’analista capo delle materie prime presso la SEB mette in guardia dal considerare l’abbandono dell’Angola come un segnale di un problema più grande per il gruppo. “Sarà sempre usato da coloro che sono ribassisti sul petrolio come una scusa per vendere petrolio- sostiene Schieldrop-. Ciò che conta davvero sono la Russia e l’Arabia Saudita. Questo non è un segnale che il resto dell’Opec sta crollando”. Quel che è certo è che il paese africano l’Angola sta lottando per risollevare la produzione in calo da quasi un decennio. A detta di Alex Vines, responsabile del programma Africa presso il think tank Chatham House, l’Angola ha perseguito una politica estera sempre più “a la carte” sotto Lourenco, divenuto presidente nel 2017. E “l’uscita dall’Opec è parte di questo”.