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Pesante (Sport Senza Frontiere): “L’inclusione è uno dei pilastri dello sport”

L'intervista di Interris.it a Michele Pesante, educatore e responsabile del progetto "Amica Acqua" di "Sport Senza Frontiere" nel Lazio

Lo sport è un fattore fondamentale di sviluppo sociale in contesti o territori svantaggiati nonché di inclusione sociale per i minori che, per diversi motivi, si trovano in condizioni di fragilità sociale ed economica.

L’azione di “Sport Senza Frontiere”

Il perseguimento dell’inclusione dei ragazzi con fragilità provenienti da paesi e contesti particolarmente difficili costituisce la missione fondativa di “Sport Senza Frontiere”, una Onlus che, nel 2009, attraverso un progetto pilota, ha accolto e fatto praticare sport a cinque bambini segnalati dalla Comunità di Sant’Egidio, i quali sono stati inseriti nei corsi di Pentatlhon Moderno dell’Atlhion Roma. Oggi l’associazione segue oltre 600 minori in otto città italiane. Tra i progetti avviati da questa Onlus c’è “Amica Acqua” per favorire l’inclusione dei migranti provenienti dalla rotta mediterranea e dall’Ucraina. Interris.it, in merito a questo progetto, ha intervistato Michele Pesante, responsabile del progetto nel Lazio.

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha il progetto “Amica Acqua”?

“Il progetto ‘Amica Acqua’ nasce nel 2017 con l’intenzione di rispondere all’emergenza sociale delle persone che arrivavano in Italia con i viaggi della speranza. In quel momento particolare, ‘Sport senza Frontiere’ decide di creare un corso di acquaticità rivolto alle mamme e ai bambini di età compresa tra 0 e 4 anni, giunti qui con i barconi. Chiamare il progetto ‘Amica Acqua’ non è stato casuale, ma è stata una scelta per far sì che, l’elemento naturale acqua, possa tramutarsi da nemico in amico. Queste famiglie arrivavano qui dopo aver passato un’esperienza molto dura e avevano paura dell’elemento acqua. Quindi, c’è stato un percorso fino al punto che, le mamme, ci lasciavano i loro bambini per poter fare attività in piscina. Il progetto è partito e ci siamo rivolti ai centri di accoglienza nel quadrante nord della città di Roma dove avevamo un accordo nella piscina dove svolgevamo questa attività e quindi selezionato i nostri beneficiari”.

In che modo, secondo lei, attraverso il nuoto, si incentiva l’inclusione di queste persone?

“Nell’esperienza di ‘Sport senza Frontiere’ tutte le attività sportive hanno un fortissimo taglio di inclusione sociale. I minori che accogliamo vengono inseriti all’interno di specifiche attività dove ci sono altri minori che compiono il medesimo percorso ma non provengono da una situazione di disagio economico. ‘Amica Acqua’ è un po’ speciale in tal senso perché una progettualità dedicata a bambini provenienti da situazioni molto difficili dal punto di vista socioeconomico. Noi crediamo nel forte valore dello sport e di qualsiasi azione in acqua quali strumento di inclusione. In questo caso, l’accoglienza di famiglie che non avevano nessuna possibilità di svolgere tali attività perché, purtroppo, nei centri di accoglienza non potevano svolgere opere ludico sportive, ha avuto una grande valenza inclusiva in quanto, le famiglie, sono state coinvolte in una rete sportiva dove si sono potuti relazionare con noi e ciò ha fatto nascere delle splendide amicizie. Questo, nello specifico, è stato molto importante e, in seguito, abbiamo esteso l’invito a partecipare al progetto anche alle famiglie che potevano dare un contributo e ciò avrebbe dato un taglio maggiore al significato dell’inclusione sociale ed è nella nostra volontà di farlo.”

Quali sono i vostri auspici in riguardo allo sviluppo del progetto? in che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra opera?

“Questo progetto ha la capacità di adattarsi alle emergenze del tempo che viviamo. Quest’anno, ad esempio, abbiamo accolto dentro al progetto ‘Amica Acqua’ numerosi nuclei di mamme e bambini rifugiati dal conflitto ucraino. L’acqua permette di pacificare e ci siamo resi conto che possiamo offrirlo a molte persone diverse. Chi lo desidera ci può aiutare in molti modi, abbiamo allargato questo progetto e saremo lieti di coinvolgere chi vorrà darci una mano. Il progetto è gratuito per tutti coloro che ne usufruiscono e le spese da sostenere sono molte; quindi, ogni aiuto che ci volete dare è ben accetto.”

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