Il coronavirus e tutti i suoi effetti ci hanno tolto tanto, per esempio la libertà, gli affetti e la leggerezza, ma allo stesso tempo ci hanno lasciato delle consapevolezze che credo ci accompagnino per tutta la vita e che non abbandoneremo mai. Ci ha insegnato per esempio che per stare bene non è necessario avere tutto ma anzi ci bastano poche cose, le cose essenziali. E sono proprio queste a renderci felici e non possedere troppi oggetti materiali. La felicità è poter abbracciare i tuoi cari senza aver paura o uscire con i tuoi amici fino a tardi, non comprare l’ultimo modello del telefono.
Oggi è la giornata mondiale della decrescita che promuove stili di vita più sostenibili, sani e consapevoli e credo che la pandemia ci abbia aiutato molto sotto questo aspetto. Infatti il motto ufficiale di questa giornata è “Non torniamo alla normalità, perché era la normalità il problema!”.
La decrescita propone di limitare al minimo indispensabile il consumo dei beni, come l’energia o l’acqua, insomma tutto il possibile per far sì che nulla venga sprecato. Perché solo in questo modo possiamo preservare il posto che ci ha fatto da casa, la Terra.
La nostra società e il resto del mondo ci hanno abituati ad una politica “usa e getta”, in cui qualsiasi cosa ha una durata limitata e poi siamo obbligati, o meglio ci fanno credere che sia indispensabile, a cambiare tale oggetto. Ma il cambiamento parte da noi cittadini e in primis dall’individuo stesso, quindi dobbiamo iniziare a preservare le nostre cose e a decrescere.
Un altro modo per aiutare a far si che questo accada ce lo consiglia il sito ufficiale di questa iniziativa, ovvero
https://www.decrescitafelice.it/2021/04/ggd2021/, in cui oltre ad una spiegazione dettagliata dell’evento c’è la possibilità per il lettore di condividerla.
Per partecipare infatti si può organizzare un’attività o un evento. Mentre sui social si può utilizzare l’hashtag #GlobalDegrowthDay o #GDD2021.
Facciamo sì che questo diventi la nostra priorità numero uno.
I ragazzi della mia età, la cosiddetta “generazione Greta” per intenderci, sono già pronti ad abbracciare nuove abitudini. Forse perché siamo stati educati fin da bambini a fare il nostro dovere, come la raccolta differenziata o al rispetto dell’ambiente e l’amore per la natura.
In questo vedo una differenza con le generazioni passate, che hanno imparato ad essere sensibili all’emergenza ambientale mentre noi giovanissimi “siamo nati” con questi valori.
La cosiddetta decrescita felice infatti non è una rinuncia, ma – almeno per me – vuol dire riappropriarsi delle cose più importanti, come appunto ciò che ci è accanto.
A volte, distrattamente, sostituiamo le persone con le cose, le relazioni con gli oggetti, solo perché siamo abituati a fare così.
Bisogna rieducarsi non tanto all’essenziale, quanto piuttosto a dare spazio a ciò che veramente conta.
Quanto di superfluo c’è nella nostra vita, quanto tempo sprecato in situazioni sbagliate, quante cose abbandonate e mai usate teniamo in casa… ecco, cominciare dalle piccole cose per arrivare a quelle più grandi: consumare cibo a chilometro zero, riutilizzare oggetti prima di buttarli e soprattutto sostituire i soldi con il tempo. È il tempo la vera ricchezza, l’investimento su cui riflettere prima di fare qualsiasi cosa.