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Pensare ad ogni anziano come se fosse nostro nonno

L'impatto del lockdown sul fisico e sulla psiche degli anziani e il bisogno di socialità che tanto manca

Che la pandemia e il lockdown abbiano creato molte problematiche nella nostra società ormai è un fatto appurato, ma quello di cui si parla ancora troppo poco è il gravissimo disagio che queste situazioni, inedite per la mia generazione, hanno portato alle persone più anziane.

La solitudine

Mi è capitato di intervistare un signore di 90 anni per un progetto scolastico, e appena iniziata l’intervista ha esordito dicendo: “Sono sempre in casa da solo, o guardo la TV o faccio le parole crociate”. Parole che inteneriscono il cuore e che ci fanno riflettere molto sulla condizione di vita degli anziani, costretti a vivere isolati, con la paura di essere contagiati. Molti di loro sono completamente abbandonati a se stessi e obbligati a non poter neanche ricevere la visita dei propri amici o dei propri famigliari.

Lockdown: quale impatto psicologico e fisico

Insomma ancora adesso, nonostante il programma di vaccinazione che sta procedendo, molti anziani hanno dovuto rinunciare a molte cose, per paura di ammalarsi e per timore di contagiare a loro volta i propri cari. Gli studi affermano, inoltre, che la poca attività fisica, dovuta all’isolamento domestico ha comportato una significativo aumento delle conseguenze negative che l’inattività produce sulle persone più anziane: penso, ad esempio, all’osteoporosi e a tante altre patologie della terza età. Per non parlare dell’impatto psicologico.

Quel bisogno di socialità

Sappiamo infatti che le persone anziane hanno bisogno di contatti, di dialogo, di umanità. La pandemia ed il lockdown hanno reso praticamente impossibile l’esercizio di questa socialità con conseguenze sull’umore degli anziani. E’ un buon esercizio per noi giovani, insomma, pensare che questi anziani sono un po’ tutti dei nostri nonni. Io stessa, che ho perso il nonno poche settimane fa, penso al dolore che possa aver provato a non poter avere intorno a sé tutte le persone care durante le sue ultime settimane di vita. Se pensiamo agli anziani come a dei nonni di tutti noi, sentiremo nel nostro cuore crescere il desiderio di far sentire loro sempre di più la nostra vicinanza, la nostra disponibilità, la nostra solidarietà. Con la speranza che la campagna vaccinale in corso renda presto i nostri anziani immuni dal Covid-19 offrendo a tutti noi la possibilità di far loro visita e di offrire loro tutta l’assistenza di cui ha bisogno chi si trova in condizione di maggiore fragilità.

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