Il futuro dell’Italia è racchiuso nel suo patrimonio culturale. A illustrare a Interris.it il valore strategico dei tesori italiani è l’architetto Caterina Agostino. L’Italia possiede il più ampio patrimonio culturale a livello mondiale. Con oltre 3.400 musei. Circa 2.100 aree e parchi archeologici. E 43 siti Unesco. “In primo luogo valorizzare vuol dire rendere vivo un bene. Farlo conoscere al grande pubblico. Renderlo fruibile da chiunque voglia arricchire la propria vita. Di emozioni. Sensazioni. Bellezza. Cultura- sottolinea-. Sulla valorizzazione del patrimonio culturale tutti noi operatori del settore abbiamo una responsabilità. Dobbiamo cioè concentrare gli sforzi”. Aggiunge l’architetto Agostino: “Disponiamo della maggiore concentrazione di beni artistici al mondo. E questa è la sfida. Riuscire a valorizzarli tutti. In egual maniera. Dalle città più importanti ai borghi della provincia italiana. Dall’opera d’arte più conosciuta al piccolo vaso conservato, ad esempio, al Museo Archeologico di Cerveteri“.
Patrimonio di cultura e tradizioni
Specializzata nel restauro, recupero e valorizzazione del patrimonio culturale. Laureata a Reggio Calabria in Storia e Conservazione dei Beni Architettonici ed Ambientali. E alla Sapienza di Roma in Restauro dell’architettura. Master in Management dei beni culturali. Diploma di “Gestione di musei e pinacoteche” all’istituto per l’Arte ed il Restauro–Palazzo Spinelli. A Firenze Caterina Agostino ha cominciato a lavorare nel mondo degli eventi e degli allestimenti di mostre. Svolge la libera professione di architetto. E dal 2008 è direttore tecnico di una società di restauro conservativo. Caterina Agostino lavora al Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia. Al Pact è architetto specializzato nella progettazione e rendicontazione di opere pubbliche per la società Ales. “Restaurare un bene è il primo passo per la sua valorizzazione. Per renderlo fruibile. Per arricchirlo, semmai ce ne fosse più bisogno, di tutte quelle ‘condizioni al contorno’ che facilitano il visitatore alla comprensione del luogo o dell’opera– spiega l’architetto- E soprattutto non abbandonarlo. Attivare tutte le operazioni volte alla sua manutenzione nel tempo. E tenere vivo l’interesse del pubblico verso il bene. Rendendo il visitatore partecipe della vita dell’opera o del luogo che la ospita”.
Petrolio d’Italia
Il patrimonio d’arte e storia, quindi, è il petrolio d’Italia. “L’archeologia attrae maggiormente il turismo internazionale. Forse anche più del turismo nazionale- osserva l’esperta-. Pochi paesi al mondo hanno i nostri siti archeologici. Sia per quantità che per qualità. Ma non pensiamo solo ai siti di primario interesse nazionale ed internazionale. Dobbiamo anche pensare alle realtà più piccole, ma non per questo meno importanti per la nostra cultura. Sicuramente per rendere maggiormente fruibile un sito archeologico occorre che sia ben collegato con le principali vie di comunicazione. E con i mezzi di trasporto pubblici. E per consentire a chiunque intanto di arrivarci“. Dopodiché, aggiunge, “i percorsi all’interno devono essere studiati. Affinché chiunque, bambini e adulti, persone con disabilità fisiche piuttosto che cognitive siano libere di godere il bene nella sua interezza“.
Parco archeologico
Conservare per valorizzare, dunque. “Un esempio è il Parco archeologico alla Necropoli della Banditaccia di Cerveteri- evidenzia l’architetto Agostino-. Inaugureremo a breve delle installazioni multimediali multisensoriali. Tramite il linguaggio braille, lis e con ricostruzioni tridimensionali delle tombe. Potrà far comprendere anche a chi non ne ha la possibilità, come è organizzata la necropoli. Com’è strutturata una tomba etrusca. E potrà far conoscere le notizie storiche ad esse legate“. Queste installazioni fanno parte del progetto E-Archeo. Un progetto ben più ampio realizzato dal ministero della Cultura. In collaborazione con ALES spa. CNR. Varie università italiane. E insigni personalità del mondo dell’archeologia.
Pact
Il PACT è il parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia. E’ stato istituito da poco. E comprende Cerveteri con la Necropoli della Banditaccia. Il Museo Archeologico Nazionale Cerite. Tarquinia con il Museo Archeologico Nazionale. E la Necropoli di Monterozzi. Insieme ad altre aree anche esterne ai recinti delle due necropoli. “E’ un parco molto esteso che necessita di vari interventi– sostiene l’architetto Agostino-. Guidati dal nuovo direttore, Vincenzo Bellelli, stiamo sviluppando tutta una progettualità legata ai fondi del PNRR. Tramite cui potremo rendere il nostro parco più efficiente dal punto di vista energetico. Con l’installazione di pannelli solari e luci a led. E più accessibile mediante nuovi percorsi e allestimenti che possano farci superare le barriere architettoniche. Che nel nostro caso sono costituite dalla natura quasi selvaggia che ci caratterizza”.
Interfaccia multimediale
“Al museo di Cerveteri abbiamo inaugurato da poco un’interfaccia multimediale. Funziona tramite un personaggio realmente esistito nell’antica Cerveteri. Rappresentato da un attore in costume. Che dialoga con l’utente interattivamente. E racconta l’area archeologica. Le sue vicende. Ed illustra alcuni dei reperti conservati al museo. Provenienti dai contesti archeologici di riferimento. Come ad esempio uno dei capolavori dell’arte antica. Il Cratere di Eufronio“, puntualizza la studiosa.
Mondo museale
“In team con archeologi e studiosi cerchiamo di sviluppare progetti che possano attirare tutte le categorie di persone. Senza eccezione alcuna. Cercando di tramettere loro la passione che caratterizza il nostro lavoro- racconta l’architetto Agostino-. L’interesse per il mondo museale è nato quando ho iniziato il percorso universitario alla facoltà di architettura di Reggio Calabria. Mi sono appassionata di allestimenti, mostre ed eventi vari. Ho pertanto incentrato i miei studi sull’approfondimento di queste materie. Visitando mostre e musei vari. Dopodiché ho seguito un Master in Management dei beni culturali. Presso l’Istituto per l’arte ed il restauro Palazzo Spinelli. Dove ho cominciato a conoscere anche il mondo del marketing dei musei. E del management ad essi legato”.
Costanza e impegno
“L’archeologia come l’architettura legata ai beni culturali sono passioni insite in una persona- afferma Caterina Agostino-. Servono costanza e impegno. Occorre saper approfondire temi a volte anche ostici. Bisogna impegnarsi e sacrificarsi. Ma con perseveranza e tenacia si possono raccogliere frutti di quanto seminato negli anni. Personalmente ho lavorato nel modo degli eventi per un periodo. E ho intrapreso la libera professione di architetto. Mi trovo adesso a tornare al mio primo amore. E cioè la valorizzazione dei beni culturali. Potendo finalmente mettere in pratica quanto studiato nel tempo. Ed ciò che mi appassiona di più”.