Il divario retributivo di genere, noto anche come divario salariale, è la disparità retributiva complessiva tra lavoratrici e lavoratori. Secondo questa analisi, nonostante ci sia stato un miglioramento rispetto all’anno precedente, nel 2020 per ogni dollaro guadagnato dagli uomini, una donna viene pagata 81 centesimi. Una donna che svolge lo stesso lavoro di un uomo e ha le sue stesse capacità viene pagata il due per cento in meno, senza una ragione apparente.
Stesso lavoro, diverse opportunità
Perché le donne vengono pagate meno degli uomini? Le ragioni alla base della disparità salariale tra donne e uomini sono molte e sono principalmente conseguenze di come le donne vengono considerate dalla società in cui vivono. La prima causa è la segregazione occupazionale di genere poiché la condizione economica delle donne e degli uomini è influenzata dai settori in cui operano. La maggior parte delle donne lavora in settori di livello inferiore come quello delle vendite, quello assistenziale e dell’istruzione, dove vengono sottopagate rispetto allo sforzo e alle competenze richieste. Inoltre, anche se il confronto è fatto tra donne e uomini che lavorano nello stesso campo, è tuttavia presente una forte disparità. Un chiaro esempio è la differenza di occupazione nell’ambito scientifico-tecnologico, settore che offre alcuni dei salari più alti. Le percezioni e le aspettative sociali alimentano questo divario a partire dall’istruzione: anche se fin dalle scuole elementari i voti delle ragazze e dei ragazzi nelle materie scientifiche sono pressoché uguali, i ragazzi costituiscono la stragrande maggioranza degli studenti universitari del settore. Di conseguenza, il numero di donne che arriva a lavorare in questo campo è basso e, coloro che ci riescono, si trovano in un ambiente dominato dagli uomini e hanno guadagni inferiori. Secondo questo articolo, in Italia la percentuale di donne che frequentano corsi di laurea nell’ambito scientifico-tecnologico è del 37%. Pur ottenendo ottimi risultati accademici, il loro tasso di occupazione è dell’89,3% contro il 91,8% degli uomini e, in media, il loro guadagno mensile è di € 1.428 mentre quello delle loro controparti maschili ammonta a € 1.510.
Equilibrio vita-lavoro e gerarchia
Le donne hanno maggiori probabilità rispetto agli uomini di avere orari di lavoro flessibili per poter conciliare lavoro e vita quotidiana. Questo può influenzare le loro scelte di carriera, soprattutto quando si tratta del tema della maternità. Molte madri affrontano discriminazioni sul posto di lavoro e, nelle loro famiglie, sono le responsabili delle faccende domestiche, rendendo loro difficile la gestione del tempo e non potendo ottenere pari opportunità. Per promuovere una migliore gestione del lavoro, il congedo parentale e la collaborazione tra donne e uomini, l’Unione Europea ha pubblicato la proposta di Direttiva relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per genitori e prestatori di assistenza. Comprende la promozione del congedo di paternità e la possibilità sia per i genitori che per i tutori di bambini di età inferiore agli otto anni di richiedere condizioni di lavoro flessibili. Queste misure promuovono sia l’uguaglianza di genere nelle attività e nelle responsabilità quotidiane sia la diminuzione del divario retributivo di genere.
Gli stipendi sono determinati dalla propria posizione gerarchica e questo di certo non risulta d’aiuto per le donne dato che la maggior parte dei ruoli di CEO (amministratore delegato) sono ricoperti da uomini. Secondo il Women CEOs in America 2020 Report, nel 2020 il numero di donne CEO è aumentato del 2%: a dicembre 2019 le donne occupavano solo 30 ruoli di CEO (che corrisponde al 6%) e, a fine 2020, il numero è aumentato al 7,8%. Anche se questi dati promettono di apportare miglioramenti, è chiaro che le donne non ricoprono un numero soddisfacente di ruoli di alto livello.
Questo dovrebbe essere un campanello d’allarme per rendersi conto che alle donne non vengono offerte pari opportunità per intraprendere la carriera che sognano. Ciò che deve essere compreso è che il lavoro non ha nulla a che fare con il genere: non ci sono posizioni per soli uomini o per sole donne. Le donne dovrebbero essere supportate durante il loro percorso e avere le opportunità che meritano. Il cambiamento deve iniziare ora, soprattutto nel modo in cui il ruolo delle donne è percepito dalla società in cui vivono. Le giovani ragazze dovrebbero vedere le loro madri perseguire i loro obiettivi professionali e occupare posizioni di alto livello. Le donne dovrebbero essere supportate dai membri maschi delle loro famiglie e non rinunciare ai loro sogni.
Beatrice Koci, tirocinante presso la cooperativa Volunteer In The World