“Il buio della pandemia e la luce della Pasqua”. Parla a Interris.it il vescovo di Savona-Noli

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Sono tante le fragilità sociali svelate dalla pandemia. “Nell’emergenza sanitaria la lezione che più ci ha spiazzato è stato il dover riconoscere che società che credevamo potenti e invulnerabili si sono rivelate in realtà fragilissime. E’ bastato un piccolo, invisibile virus…”, afferma a Interris.it il vescovo di Savona-Noli, monsignor Calogero Marino.  

Gli effetti della pandemia

“La pandemia sta facendo emergere ciò che era già presente nella nostra società. Ma sottotraccia – evidenzia a Interris.it il presule ligure-. Tutto si amplifica. E diviene manifesto. Fragilità e risorse. Paure e speranze. Risentimenti e rancori. Perché quando la salute e il lavoro non sono più garantiti, tutto diventa possibile, Ed emerge il meglio e il peggio di ciascuno di noi”.Chi sono i più esposti alle sofferenze provocate dal Covid?

“In questo contesto i più fragili sono quelli che non hanno relazioni. O che non possono praticarle. Per il distanziamento fisico al quale il virus ci costringe. Penso agli anziani soli. A chi vive per strada. Agli adolescenti. Il rischio dell’isolamento è davvero molto grande. E le paure diventano incontrollabili”.Quale rimedio è possibile?

“Queste diverse fragilità sono spesso molto intrecciate fra loro. L’unico vaccino capace di curare è la relazione. Alla logica mondana dell’individualismo autosufficiente, il vangelo di Gesù e la dottrina sociale della Chiesa contrappongono la pratica della vicinanza. Ed è impressionante, leggendo i vangeli, notare la prassi costante di Gesù. Che tocca/abbraccia/avvicina le persone più fragili. Papa Francesco parla di ‘rivoluzione della tenerezza’.Perché?
“La parola di Gesù è chiarissima. ‘Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Perché Lui si identifica con i piccoli e i poveri. Che sono ‘la carne viva di Cristo’ (Papa Francesco).Ma c’è di più”.A cosa si riferisce?

“La Chiesa, quando è fedele a Gesù, riconosce nei poveri non tanto qualcuno da aiutare. Mi propri ‘signori e maestri’. Come diceva San Vincenzo de’ Paoli. Impara ad ‘apprezzare il povero nella sua bontà propria. Col suo modo di essere. Con la sua cultura. Con il suo modo di vivere la fede’ (EG 199). Perché ‘ogni comunità cristiana deve sapere che non solo i deboli hanno bisogno dei forti. Ma che i forti non possono essere veramente uomini senza i deboli’ (Bonhoeffer)”.Quale lezione possiamo trarre dalla prova individuale e collettiva del Covid?

“Non si può controllare tutto. Questa è la brutta notizia. E se invece fosse una notizia bella? Se fosse una bela notizia che ci chiede d’imparare ad affidarci. A riconoscere che siamo figli. E non padroni di tutto. A metterci nella mani di un Altro?”.Può farci un esempio?

“L’altra grande lezione del Covid è che davvero tutto è interconnesso. E che ‘prendersi cura del mondo che ci circonda significa prendersi cura di noi stessi’ (FT 17). Stiamo violentando la creazione di Dio. Ed ora ‘è la realtà stessa che geme e si ribella’ (FT 34)”.Cioé?

“Ci dovevamo fermare e non ci riuscivamo. ‘Andava fatto insieme. Rallentare la corsa. Ma non ci riuscivamo’ (Mariangela Gualtieri) Bisogna imparare la lezione e non tornare esattamente come prima. Come è stato scritto sui grattacieli di Santiago del Cile: ‘Non torneremo alla normalità. Perché la normalità era il problema’”.
Cosa significa la Quaresima in tempo pandemia?

“Quaresima è abitare il deserto. Il profondo di noi. Quello spazio insaturo dove abita il Mistero…La Quaresima allora ci può aiutare a passare dall’isolamento terribile di questo tempo ad una solitudine abitata da molte relazioni. Anche la Quaresima di Gesù era molto abitata. Satana, le bestie selvatiche, gli angeli, il Padre”.A cosa pensa?

Penso alla lettura. Alla preghiera d’intercessione. Al coltivare le amicizie. A distanza, quando non è possibile altrimenti. All’attenzione ai poveri. Vivere così la Quaresima ci potrà rendere più forti di fronte alle conseguenze sociali e psicologiche del virus. E potrà insegnarci un’altra maniera di abitare il mondo. Alternativa alla velocità un po’ folle e senza limiti che ci ha portato a questa catastrofe”.

Giacomo Galeazzi: