E’ gravoso l’impatto della pandemia sulla psiche individuale e collettiva. I danni del Covid sono misurabili anche in termini di difficoltà emotive e comportamentali. In particolare la salute mentale delle ragazze è stata più colpita di quella dei ragazzi. Per effetto della pandemia di Covid-19. E dell’ondata di chiusure delle scuole che l’ha accompagnata. Le differenze di genere sono state rilevanti soprattutto nelle famiglie a basso reddito. Un macigno sulla salute mentale delle donne durante la pandemia. L’emergenza Covid sta provocando delle conseguenze sulla salute mentale così gravi da mobilitare l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Secondo l’Oms la tutela della salute mentale è tra le priorità assolute in questa fase dell’evoluzione della pandemia.
L’impatto della pandemia
Che impatto ha avuto la pandemia sulla salute mentale di bambini e adolescenti? Il divario fra i generi è aumentato o si è ridotto? Scoprire se la pandemia abbia avuto un impatto diverso sulla salute mentale di bambini, bambine e adolescenti è importante. Per capire come preservarne il benessere psico-fisico nel futuro. Una nuova ricerca mette in luce le differenze di salute mentale fra genere maschile e femminile durante la pandemia di Covid-19. Tra i bambini, le bambine e gli adolescenti (5-15 anni). Lo studio è stato condotto da università inglesi (tra cui la City University of London) e australiane. E dimostra che la salute mentale delle ragazze è stata più colpita rispetto a quella dei ragazzi. Durante la pandemia. E durante il lockdown. Dalle chiusure delle scuole. Su una scala da 1 a 40, le difficoltà emotive e comportamentali delle ragazze sono aumentate, durante la pandemia, di 1,619 punti Rispetto ai ragazzi (pari al 28% di una deviazione standard). Inoltre, queste differenze di genere sono state più evidenti nelle famiglie a basso reddito. Che hanno, infatti, registrato un aumento di 2,162 punti (37% di una deviazione standard) delle difficoltà emotive e comportamentali.
Famiglie a basso reddito
Nelle famiglie a reddito più elevato, invece, le difficoltà delle ragazze rispetto ai ragazzi sono sì aumentate. Ma in maniera meno accentuata (1,306 punti, ovvero 22% di una deviazione standard). Prima della pandemia non vi era alcuna differenza nelle difficoltà totali in base al genere. Mentre, durante la pandemia, le difficoltà totali sono aumentate tra le ragazze. Ma non tra i ragazzi. Lo studio è stato condotto da accademici della City University of London (Regno Unito). Dell’University of Wollongong (Australia). E del
Royal Melbourne Institute of Technology University (Australia). E si basa sui dati dello UK Household Longitudinal Study (UKHLS), noto come Understanding Society. L’UKHLS comprende le risposte di circa 40.000 famiglie.
Indagine
Nell’aprile del 2020, tutti gli intervistati dell’UKHLS sono stati invitati a partecipare a una nuova indagine sul Covid-19. Che comprendeva domande sull’impatto della pandemia. I partecipanti che hanno accettato l’invito sono stati intervistati una volta al mese. Ogni due mesi a partire dal luglio del 2020. I ricercatori hanno utilizzato tutte le indagini Covid-19 disponibili che includessero informazioni sul benessere mentale dei ragazzi. Luglio, settembre e novembre 2020 e marzo 2021. Per misurare il loro benessere mentale, lo studio ha utilizzato i punteggi dello Strengths and Difficulties Questionnaire (SDQ) dell’UKHLS. Alla luce di questa allerta, ciò che interessa agli psicologi affrontare è la condizione specifica di stress da pandemia. Che sottende e precede “i quadri nosografici descritti e in aumento in tutto il mondo”. Compresa l’Italia. Lo stress da pandemia è “una condizione del tutto nuova rispetto a quanto finora noto nella pratica clinica“. E rispetto a quanto descritto nelle classificazioni dei disturbi mentali. Ciò a causa di uno stato di stress perdurante. E di una miscela di stress non convenzionale. Che non colpisce solo il presente ma dissesta il futuro.
Screening comportamentale
L’SDQ è un questionario di screening comportamentale, che comprende 25 domande che coprono cinque aree. Iperattività/disattenzione. Sintomi di emotività. Problemi di condotta. Problemi a relazionarsi con i propri pari. Comportamento pro-sociale. Le risposte a queste domande sono state sommate. Per creare un punteggio di “difficoltà totali” che va da 0 a 40. A volte, i genitori compilavano il questionario per i bambini fra i 5 e i 10 anni. L’analisi dello studio si è concentrata principalmente sui bambini di 10-15 anni. Che compilavano il questionario in autonomia. E le cui risposte all’SDQ dovrebbero misurare con più precisione il loro benessere mentale.