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Palmino Paolucci: “Vi racconto la mia vita a Lourdes”

Membro dell'Apg23, Palmino vive a Lourdes dal 2010. Il racconto della chiusura e riapertura dopo la pandemia del Santuario e l'esperienza Oltralpe con la sua famiglia

“Vedere il cancello del Santuario di Lourdes che si chiude è stata una sofferenza enorme. Ripensare a quel momento è una ferita ancora aperta“. A parlare a Interris.it è Palmino Paolucci, membro della Comunità Papa Giovanni XXIII, che vive a Lourdes dal 2010 e da sei anni lavora nell’equipe liturgica del Santuario.

Il video della chiusura del cancello del Santuario nel marzo del 2020 a causa della pandemia

La Grotta: come un bicchiere di acqua per gli assetati

I fedeli, il 17 marzo, si sono ritrovati nella stessa situazione di Bernadette quando, il 16 luglio 1858 si recò alla grotta ma trovò l’accesso sbarrato. Palmino, ha spiegato che durante il periodo del lockdown, quando si poteva uscire solo una volta al giorno e allontanarsi al massimo di un chilometro dalla propria abitazioni, si recava in un punto della città di Lourdes da cui si intravedeva il santuario. Un modo per restare vicino con il cuore al luogo di culto e rinfrancare lo spirito pregando la Madonna, anche se a distanza. “Per noi la Grotta è un luogo di ristoro, come un bicchiere d’acqua per chi è assetato. E’ una parte fondamentale delle nostra vita quotidiana”. Oltre che una ferita per l’anima, la chiusura del Santuario ha creato molte difficoltà economiche in quanto l’arrivo dei pellegrini genera un indotto non indifferente. Negozi, bar, alberghi e ristoranti hanno risentito molto della mancanza dei flussi di pellegrini.

Palmino e la sua famiglia

La ripresa dei pellegrinaggi

Una chiusura del Santuario di Lourdes così prolungata non ha precedenti: solo nel 2013 l’area restò chiusa per tre giorni a causa di un alluvione. I pellegrinaggi nel Santuario sono ripresi in maniera graduale dal 17 aprile 2021, dopo oltre un anno di fermo. Solo a fine agosto ci sono stati dei gruppi di fedeli più numerosi. Palmino ha raccontato a In Terris che all’interno dell’area del santuario sono state predisposte delle notevoli misure di sicurezza. Come prima cosa è stato aperto un punto dove i pellegrini, in maniera del tutto gratuita, potessero fare un tampone per verificare se avessero contratto o meno il Covid. In ogni sagrestia, sono stati collocati dei dispenser con il gel per igienizzare le mani. Inoltre, negli spazi aperti, sono stati delimitati dei rettangoli dentro i quali potevano “entrare” solo un determinato numero di fedeli: una misura per evitare assembramenti.

Parzialmente aperto anche durante la pandemia

Ma il Santuario situato ai piedi dei Pirenei, durante la pandemia, non ha chiuso del tutto i suoi battenti. Proprio al centro del suo cuore, di fronte la Grotte, presso l’Accueil Notre-Dame, era stato aperto uno spazio pensato in special modo per dare alloggio a senza fissa dimora o a chi non può passare da solo la quarantena. Non si è fermata neanche la preghiera: durante la chiusura ai fedeli, un grande cero, acceso notte e giorno, è stato posizionato davanti la Grotta delle Apparizioni a simboleggiare la presenza costante dei cappellani che hanno continuato la loro orazione.

La missione e la condivisione a Lourdes

A Lourdes, Palmino non si impegna solamente nel servizio liturgico del Santuario, ma vive la missione secondo il carisma della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi. Lui, sua moglie Lucia e i loro dieci figli – otto naturali e due adottati – condividono la loro vita con quella della diocesi. Nel maggio del 2019, la loro famiglia aveva deciso di aprirsi all’accoglienza, qualora fosse stato possibile, di Vincent Lambert, il 42enne tetraplegico al centro di una spinosa vicenda giudiziaria sul fine vita.

La capanna di Betlemme

Palmino e Lucia, in collaborazione la diocesi di Tarbes-Lourdes, ad aprile hanno dato vita a una “Capanna di Betlemme” che sarà dedicata all’accoglienza dei senza fissa dimora, di famiglie o singoli con difficoltà fisiche, economiche e sociali. “Tutti i giorni accogliamo quanti passano chiedendo la possibilità di fare una doccia o di avere dei vestiti puliti e adatti per l’inverno. Alcuni si fermano per la notte e per il pranzo con noi”, spiega Palmino. Il giorno in cui la Chiesa celebra la memoria liturgica di San Vincenzo de’ Paoli – il 27 settembre – Palmino ha scritto al Nunzio Apostolico in Francia, l’arcivescovo Celestino Migliore, per chiedere la benedizione della Capanna. “Un momento di gioia, di festa, in semplicità, che testimonia come la Chiesa ci sia vicina – spiega -. Nella città dove la Madonna è venuta a visitarci, sono tanti i senzatetto che arrivano in cerca di un po’ di umanità. Adesso una casa potrà accoglierli“.

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