Aumenta il divario tra paesi poveri e quelli ricchi. Cambiamenti imposti dalla pandemia. Choc geopolitici. Storici problemi strutturali. Tutto ciò rappresenta un enorme ostacolo per la stabilità della bilancia dei pagamenti. E per una crescita resiliente e sostenibile. Contro la globalizzazione dell’indifferenza occorre diminuire le differenze e riequilibrare la situazione tra nord e sud del mondo. Papa Francesco ha posto questo obiettivo al centro del suo pontificato. A cominciare dalle encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti.
Poveri sempre più poveri
Ora il Fondo Monetario Internazionale dà vita a un nuovo strumento destinato in particolare ai paesi a basso reddito. E a quelli a medio reddito più vulnerabili. E’ il Resilience and Sustainability Trust (Rst). Un Fondo di resilienza e sostenibilità che entrerà in vigore dal prossimo 1° maggio. Mentre l’avvio delle erogazioni è previsto prima della fine dell’anno. L’Rst, si spiega da Washington, “integrerà il kit di strumenti esistenti di prestito dell’FMI. Concentrandosi sulle sfide strutturali a lungo termine. Inclusi i cambiamenti climatici. E la preparazione a potenziali nuove pandemie”. Scenari che comportano rischi macroeconomici significativi. E in cui le soluzioni politiche hanno una “forte natura pubblica globale“.
Finanziamenti a lungo termine
Il nuovo fondo sarà basato su prestiti. Con risorse mobilitate su base volontaria. E avrà una dotazione stimata in circa 33 miliardi di diritti speciali di prelievo. Equivalenti a 45 miliardi di dollari. Saranno forniti da paesi con forti posizioni esterne verso i paesi in cui i bisogni sono maggiori. Assicurando supporto politico e finanziamenti a lungo termine abbordabili. Per rafforzare la resilienza e la sostenibilità dei membri. E contribuendo così alla futura stabilità della bilancia dei pagamenti.
Nuovo trust
La svolta è costituita dai finanziamenti accessibili a lungo termine del nuovo trust. E il Fondo monetario internazionale stima che circa tre quarti dei suoi membri potranno beneficiarne. L’accesso si baserà sulla forza delle riforme dei paesi. Risulteranno determinanti le considerazioni sulla sostenibilità del debito. I prestiti avranno una scadenza di 20 anni. E un periodo di grazia di 10 anni e mezzo. Viene praticato un tasso di interesse con un margine modesto rispetto al tasso Dsp a tre mesi. Saranno in vigore le condizioni di finanziamento più agevolate previste per i paesi più poveri.
Investimenti per il bene comune
Un’iniziativa, dunque, in direzione della testimonianza incessante di papa Francesco. Secondo il Pontefice è il tempo di una giustizia riparativa. La crisi causata dalla pandemia è l’occasione per cancellare il debito dei Paesi più fragili. Alla luce dei gravi impatti delle crisi sanitarie, sociali ed economiche che devono affrontare a seguito del Covid-19. Bisogna assicurare, quindi, che gli incentivi per la ripresa siano effettivamente efficaci. Con politiche, legislazioni e investimenti incentrati sul bene comune. E con la garanzia che gli obiettivi sociali e ambientali globali vengano conseguiti”. Misure, appunti, in corso di elaborazione e di attuazione a livello mondiale, regionale e nazionale.