Chi dice che la rivoluzione é stata la più grande innovazione di tutti i tempi non ha tutti i torti. Grazie ad internet, infatti, e a tutte le sue applicazioni, siamo in grado di fare cose che senza non riusciremmo a fare. L’avvento del digitale segna e contraddistingue la nostra generazione differenziandola da quelle precedenti. Siamo i cosiddetti “nativi digitali” e la nostra forma mentis ci consente di considerare normali una serie di gesti che per altri sono acquisiti. Grazie al digitale riusciamo a tenerci in contatto diretto con i nostri cari anche quando questi sono molto lontani. Un piacere ed anche una necessità come dimostra il periodo che stiamo vivendo che ci costringe a stare fisicamente lontani. Inoltre il digitale ci consente di cercare ed avere a disposizione tutte le informazioni che desideriamo in maniera istantanea.
Cosa manca ai “nativi digitali”
Quindi é vero che grazie alla tecnologia abbiamo la possibilità di sentire i nostri amici e i nostri cari virtualmente, è vero che tutto è diventato più veloce, ma è anche vero che a volte questo ci toglie la bellezza di un gesto dal vivo e di poter vivere un rapporto nella vita reale. Un capitolo a parte meritano infatti i social che ormai fanno parte invasiva della nostra quotidianità, spesso ci prendono anche un più di un paio di ore di tempo senza rendercene conto e soprattutto ci tolgono la possibilità di coltivare altre passioni che ognuno di noi sente di poter avere. Studiando storia ho notato come, in ogni società, l’arte e le lettere fossero parte fondamentale della vita di un uomo, dallo studiare filosofia o di fare lo scultore, che era un modo per nutrire la mente al di là del puro e basilare bisogno fisico di lavorare per mangiare. E pensavo che forse la nostra generazione non ha più stimoli se non quello di usare i social, e forse neanche i tempi di pausa, di studio, di riflessione che vengono quasi sempre riempiti da una giornata passata in chat sui social.
Riscoprire l’otium
Noi giovani siamo il futuro della nostra società, e per questo motivo dovremmo pensare un po’ di più al futuro, alle nostre passioni e coltivarle, perché i social sono solo un mezzo di intrattenimento e di comunicazione, ma non possono sostituire la vita. Dovremmo dedicarci di più a ciò che ci piace e soprattutto cercare la nostra strada nella vita, ognuno di noi ha delle doti in qualcosa, l’importante sta nel capire in cosa e poi coltivarla. Non dobbiamo permettere che i social prendano il sopravvento della nostra vita e diventino una cosa fondamentale perché sono nati con un unico scopo, quello di intrattenere. Un sano ritorno al silenzio, alle pause di riflessione, a quello che i latini chiamavano “otium“, cioè quel tempo nel quale si mette a profitto qualcosa di utile per sè stesso o per gli altri, è quello che ci vorrebbe per riappropriarci della nostra vita.