Giornata mondiale dell’osteoporosi: il rischio sottovalutato

La Fondazione Don Gnocchi rilancia l'impegno che la vede in prima fila per la prevenzione e cura di quella che viene definita come una "malattia silenziosa"

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Foto di Vernie Andrea: https://www.pexels.com/it-it/foto/persone-donna-scrivania-laptop-4043789/

L’osteoporosi si insinua di nascosto e non dà segno di sé, se non quando è già a uno stadio avanzato. E nel momento in cui si manifesta, lo fa in modo drammatico: con le fratture. Si stima che in Italia l’osteoporosi colpisca circa 5 milioni di persone, l’80 per cento delle quali donne dopo la menopausa. “Solo una donna su due sa di essere affetta da osteoporosi – sottolinea il dottor Giorgio Gandolini, medico specialista in reumatologia della Fondazione Don Gnocchi -. La stessa mancanza di consapevolezza riguarda un uomo su cinque: è quanto emerge da studi condotti recentemente in Italia”. Ossa che diventano di cristallo, delicate ed esposte al rischio di rompersi. La causa è l’osteoporosi, una condizione che colpisce soprattutto l’universo femminile, con l’avanzare dell’età. Le migliori “pillole” per tenere lontana l’osteoporosi non stanno in una scatola o in un flacone. “La prevenzione efficace è basata sugli stili vita salutari”. In particolare “serve stare all’aria aperta per un’esposizione ai raggi solari senza eccessi”. E serve “il movimento, lo sport”. A fare il punto sui comportamenti “salva ossa” è il dottor Sandro Rossetti, responsabile ortopedico del Policlinico Luigi di Liegro di Roma.

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Foto di Philippe Leone su Unsplash

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Oggi ricorre la Giornata mondiale dell’osteoporosi. “Il sole – precisa Rossetti – fissa il calcio nelle ossa, per questo ci dà una mano contro l’osteoporosi“. Mentre l’attività fisica “è un altro ‘segreto’, di Pulcinella ovviamente, perché ormai i vantaggi sono noti a tutti”. E i benefici riguardano ogni stagione della vita. “Anche in età avanzata l’attività fisica è estremamente salutare per le nostre ossa, perché favorisce il mantenimento di una concentrazione di sali di calcio, a livello dei nostri osteociti, cioè delle cellule che compongono l’osso”. Poi la “dieta amica delle ossa”, “è un altro dei piccoli segreti. Importante ridurre i carboidrati e non far mancare le proteine. Frutta, verdura sono poi gli alimenti che ci possono garantire un rinforzo osseo e di conseguenza una prevenzione rispetto alle fratture” Le “regole salva ossa” vanno seguite fin da giovani. E “si deve continuare anche nell’età avanzata”. L’attività fisica, in particolare. Ci sono degli sport che possono essere fatti tranquillamente in tarda età: il tennis, il padel, il canottaggio. Sono tutti sport che si esercitano all’aria aperta, con il vantaggio dei raggi solari e con la capacità di migliorare la tonicità muscolare che, mantenuta, è la protezione dello scheletro“. L’idea che per le ossa, in fatto di attività fisica, conti solo quello che si è fatto in gioventù, “è un falso mito. Sono tante le persone che in età lavorativa non hanno avuto modo e tempo di fare sport all’aria aperta. Recuperare in pensione serve. Eccome. Serve a tonificare, arricchirsi di sali di calcio. La fibra muscolare migliora. Esistono degli enzimi che favoriscono comunque il mantenimento del tono della fibra muscolare. A tutto vantaggio della salute”, sottolinea all’Adnkronos il dottor Rossetti.

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 Dunque, secondo i dati disponibili sul portale del ministero della Salute, si stima che in Italia l’osteoporosi colpisca circa 5 milioni di persone, l’80% sono donne in post menopausa. Questa patologia sistemica dell’apparato scheletrico è caratterizzata da una bassa densità minerale e dal deterioramento della micro-architettura del tessuto osseo. Il risultato? Ossa fragili e rischio di fratture che si impenna (in particolare per vertebre, femore, omero, ossa del polso e della caviglia), per traumi anche minimi. Il 20 ottobre si celebra la Giornata mondiale dedicata alla patologia, un’occasione per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione e di alcune buone pratiche ‘salva-ossa’. I numeri parlano chiaro: nel corso della vita, si calcola che circa il 40% della popolazione incorra in una frattura di femore, vertebra o polso, in maggioranza dopo i 65 anni. Secondo i dati Istat, l’8,1% della popolazione italiana (il 13,5% delle femmine e il 2,3% dei maschi) ha dichiarato di essere affetto da osteoporosi, con una prevalenza che aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età, in particolare nelle donne dopo i 55 anni, fino a raggiungere il 32,2% oltre i 74 anni (47% delle femmine e 10,3% dei maschi). L’osteoporosi viene distinta in due forme. Quella primaria, che include le varietà post-menopausale e senile. E quella secondaria, cioè dovuta a diverse patologie e all’assunzione di alcuni farmaci nel medio-lungo periodo.

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Foto di Kalen Emsley su Unsplash

No alla sedentarietà

Perché è importante occuparsene? Perché le fratture da fragilità per osteoporosi hanno rilevanti conseguenze, sia in termini di mortalità che di disabilità motoria, con elevati costi sia sanitari sia sociali, evidenziano gli esperti. La mortalità da frattura del femore è del 5% nel periodo immediatamente successivo all’evento e del 15-25% a un anno. Nel 20% dei casi si ha la perdita definitiva della capacità di camminare autonomamente e solo il 30-40% torna alle condizioni precedenti alla frattura. Quando si inceppa il meccanismo? A un certo punto della vita, il riassorbimento osseo tende a prevalere sulla formazione di nuovo osso e lo scheletro inizia a perdere minerali con conseguente riduzione della massa ossea. Le caratteristiche genetiche individuali incidono su questo processo, ma pesano anche alcuni fattori di rischio modificabili quali la sedentarietà e la scarsa attività fisica, l’alimentazione non equilibrata povera di calcio e ricca di sale, il consumo rischioso e dannoso di alcol, l’abuso di caffeina, l’eccesso di peso ma anche l’eccessiva magrezza, i disturbi del comportamento alimentare e il tabagismo. Le donne, rispetto agli uomini, hanno poi una minore massa ossea e la riduzione degli ormoni sessuali che si verifica con la menopausa ne determina una più rapida e precoce perdita. Le prime fasi della vita sono importanti (una crescita ossea non ottimale incide negativamente sulla salute dello scheletro in età avanzata). Ed è importante l’alimentazione equilibrata e corretta e uno stile di vita sano e attivo.

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Foto: Ministero della Salute

Consigli

Nel focus sul sito del ministero della Salute, gli esperti consigliano “5 mosse per mantenere le ossa in salute“. E cioè adotta e mantieni uno stile di vita attivo, praticando regolarmente un’adeguata attività fisica. Segui un’alimentazione varia ed equilibrata, anche per prevenire l’eccessiva magrezza o il sovrappeso e l’obesità. Assumi adeguate quantità di calcio e vitamina D (per quest’ultima è importante anche un’appropriata esposizione alla luce solare). Diminuisci il consumo di sale (che aumenta l’eliminazione del calcio con l’urina). Non fumare ed evita o limita il consumo di alcol. In occasione della giornata mondiale dell’osteoporosi 2024, il poliambulatorio di Terralba nell’oristanese aprirà le sue porte mercoledì 23 ottobre, dalle 9 alle 17 per sottoporre a visite gratuite le pazienti sopra i 60 anni che presentano uno o più fattori di rischio osteoporotico. Ad effettuare i controlli sarà l’endocrinologa Barbara Marziani, socia Siommms, Società Italiana dell’Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro. L’osteoporosi è caratterizzata da una progressiva riduzione della massa ossea, che accresce il rischio di fratture, spontanee o indotte da piccoli traumi. Le ossa più fragili sono le vertebre, il femore prossimale, l’omero prossimale, il polso e la caviglia.

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Foto di Kelly Sikkema su Unsplash

Prevenzione

La malattia può essere asintomatica per anni e, se non ricercata attraverso esami specifici, viene spesso diagnosticata solo quando si verifica una frattura o scoperta attraverso radiografie eseguite per altri motivi. Nel corso delle visite di mercoledì, per stabilire il rischio di frattura verrà utilizzato l’algoritmo DeFRA, che consente di verificare in maniera oggettiva la gravità e il potenziale impatto dell’osteoporosi, migliorando la percezione del rischio sia da parte del paziente che degli operatori sanitari. E fornendo indicazioni sull’opportunità o meno di un intervento terapeutico. A questo seguirà la visita da parte dell’endocrinologa. “L’obiettivo dell’iniziativa di mercoledì – chiarisce Marziani – è quello di sensibilizzare la popolazione all’importanza della prevenzione primaria attraverso una corretta alimentazione e uno stile di vita sano. Si tratta di un’ottima occasione per offrire ai cittadini strumenti di prevenzione e sensibilizzazione su questa patologia, che colpisce soprattutto le donne in post menopausa – spiega la specialista -. Nell’ambito della prevenzione gioca un ruolo strategico anche la diagnosi precoce per impedire il verificarsi delle fratture da fragilità, che rappresentano la complicanza più temibile e invalidante dell’osteoporosi“.