La “Sindrome di Don Giovanni” (per gli uomini) e la “Sindrome di Messalina” (per le donne), sono caratterizzate da atteggiamenti ossessivi relativi alla seduzione, come riflesso dell’attuale società dell’effimero, finalizzati a ostentare conquiste. Si sviluppano molto sui social, per apparire come persone vincenti e appetibili. Don Giovanni, emblema del libertinismo, è al centro di quello che si può definire anche “dongiovannismo”: una sete di conquista senza confini, che si estende in ogni settore della vita, non solo sentimentale. Il personaggio leggendario del Seicento, oltre ad affogare nel divertimento e nel piacere, conduce una vita anarchica, sprezzante degli obblighi, in una visuale materiale che arriva sino a un acceso ateismo, in cui si considera il dio di se stesso. Altro personaggio maschile, da cui la sindrome avrebbe potuto prender nome, è quello del noto avventuriero veneziano Giacomo Girolamo Casanova che, nel Settecento, alternò i suoi copiosi scritti con le altrettanto numerose amanti. Messalina, vissuta a Roma nella prima metà del I secolo, moglie dell’imperatore Claudio, simboleggia la dissolutezza dei costumi, la ricerca del piacere e della vita godereccia. Si raggiunge la parità di genere; sia la sindrome di Don Giovanni sia quella di Messalina hanno le stesse caratteristiche, cause e finalità.
Il fatto che la patologia si riferisca a due figure del passato, fa ritenere come anche le società precedenti siano state licenziose. Allo stesso tempo, tuttavia, se tale distorsione è riconducibile a elementi tanto specifici e ormai leggendari, è anche equivalente di casi molto isolati. Una società è libertina quando si fonda sulla transitorietà e la molteplicità delle conquiste (e dei valori); non è tale se il comportamento ossessivo è posto in essere da pochi individui.
Si tratta di una forma patologica in cui l’individuo non riesce a cogliere l’aspetto profondo e sentimentale dell’amore, bensì, è legato, esclusivamente, al desiderio di conquista, di seduzione del prossimo. L’altro è visto, dunque, come un trofeo da poter annoverare nella bacheca dei propri trionfi amorosi. Tale ossessione compulsiva inebria il soggetto narcisista (sia uomo che donna) che, in una spirale di dipendenza, certifica il proprio successo.
La fissazione conduce a vivere una relazione al di fuori di qualsiasi equilibrio. Se l’amore è frutto anche di un sano e intenso coinvolgimento, al di fuori della normalità, lo sconfinare su obiettivi “predatori” tradisce, invece, la superficialità del presunto innamoramento. Chi soffre di questo disturbo ha dei vuoti di autostima, di maturità, di equilibrio e conserva un vissuto di esperienze affettive non positive; rivolge all’esterno le inquietudini, le turbe mentali e non è pago di ciò che ottiene, mai. Diviene schiavo della sua stessa sete di conquista. Si tratta di un disturbo della personalità, narcisistico, che amplifica se stesso e mercifica l’altro. Quest’ultimo/ultima, quindi, è visto come una preda.
Papa Francesco, durante l’Angelus del 29 agosto 2021 richiama il vero senso e il giusto verso dei valori “Evitare un rischio, che vale per quegli scribi come per noi: osservare formalità esterne mettendo in secondo piano il cuore della fede. Anche noi tante volte ci trucchiamo l’anima. È il rischio di una religiosità dell’apparenza: apparire per bene fuori, trascurando di purificare il cuore. C’è sempre la tentazione di ‘sistemare Dio’ con qualche devozione esteriore, ma Gesù non si accontenta di questo culto. Gesù non vuole esteriorità, vuole una fede che arrivi al cuore.‘Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro’. Invece, è ‘dal di dentro, dal cuore’ che nascono le cose cattive. Queste parole sono rivoluzionarie, perché nella mentalità di allora si pensava che certi cibi o contatti esterni rendessero impuri. Gesù ribalta la prospettiva: non fa male quello che viene da fuori, ma quello che nasce da dentro”.
Monsignor Víctor Manuel Fernández è l’autore del volume “Ossessioni” (sottotitolo “Liberati dalle idee fisse”) pubblicato da “San Paolo Edizioni” nel 2016, in cui si afferma che “La vita è piena di cose belle, ma molte volte non sappiamo goderne. Uno dei vizi più frequenti che non ci permettono di essere felici è quello di renderci schiavi di alcune cose, di abbarbicarci a esse; altre volte le fantasie che ci creiamo non ci lasciano prendere contatto con la realtà, che ha sempre qualcosa di buono da offrirci. In questo volume troveremo un cammino spirituale per liberarci dalle dipendenze e dalle ossessioni”. Il futuro Cardinale (lo diventerà con il Concistoro del 30 settembre prossimo) ha pubblicato anche il testo “Superficialità” (“Cancella le verità di facciata”).
Le pubblicazioni disponibili sull’argomento, tendono più a fornire strategie vincenti di seduzione e di conquista, quale presunta affermazione della personalità anziché consigliare un approfondimento interiore e sano. Anche i libri, quindi, si adeguano alla società che li legge e a chi spende per acquistarli.
Medihair, piattaforma specializzata sul trapianto di capelli e sulla perdita di capelli, al link https://medihair.com/it/statistiche-sulla-chirurgia-plastica-ed-estetica/, offre delle interessanti e aggiornate statistiche sulla chirurgia estetica e plastica. Fra i dati, a carattere internazionale, si legge “Il maggior numero di chirurghi plastici, circa 7.000, si trova negli Stati Uniti, seguiti da vicino dal Brasile che ne conta 5.842. Il 38,6% dei pazienti di chirurgia estetica negli Stati Uniti sceglie di sottoporsi all’intervento tra i 35 e i 50 anni di età. […] Al 2021, le prime cinque procedure estetiche per le donne negli Stati Uniti includono: liposuzione (458.628 procedure), aumento del seno (362.346 procedure), tummy tuck (234.696 procedure), sollevamento del seno (165.968 procedure) e impianti mammari (146.731 procedure). Al 2021, le prime cinque procedure cosmetiche per gli uomini negli Stati Uniti includono: trapianto di capelli (149.254 procedure), liposuzione (30.806 procedure), riduzione del seno (22.467 procedure), chirurgia delle palpebre (18.688 procedure) e chirurgia del naso (10.478 procedure)”. Nella classifica mondiale dei Paesi in cui si ricorre all’intervento chirurgico, l’Italia è all’ottavo posto (con 830 mila casi nel 2021), primeggiano gli Usa (con 4 milioni e 600 mila) e il Brasile (quasi 2 milioni). Nei primi 10 posti, tuttavia, ci sono nazioni (tranne l’Argentina) ben più popolate del Belpaese, dato esplicativo per capire il rapporto tra abitanti e interventi.
Farmacianews.it, portale del settore, nel settembre scorso, al link https://www.farmacianews.it/un-anno-positivo-per-gli-acquisti-beauty/, scriveva “La spesa cosmetica degli italiani cresce del +7,6% nel 2022 rispetto allo scorso anno e ammonterà a 11,4 miliardi di euro a fine esercizio, superando il valore registrato nel 2019”.
Banca Ifis specifica, al link https://www.bancaifis.it/app/uploads/2022/06/Ebook_Economia_della_Bellezza_2022.pdf, che “Ha portato a stimare in 17,2% il contributo complessivo della Bellezza al prodotto interno lordo italiano del 2019. Entrando nel dettaglio delle componenti, la spesa nella fruizione del patrimonio culturale e naturalistico valeva il 2,4% del PIL, 3,6% la spesa di fruizione di servizi a supporto (come ospitalità e trasporti) da parte di turisti e residenti e 11,2% la produzione delle imprese del Made in Italy […] Nel 2021, contribuisce a oltre il 24% del PIL italiano”.
Non è retorica ma è piuttosto evidente, riconosciuto anche da chi conduce una vita materiale, edonistica e del “carpe diem”, come la società contemporanea sia fondata sulla precarietà e sul tempo determinato in ogni ambito. Queste due variabili, infatti, non sono applicate soltanto all’aspetto lavorativo ma si estendono ai sentimenti, stravolgendoli e vuotandoli di significato. Il corteggiamento e la seduzione, perdono gli aspetti creativi, emotivi ed empatici, per finire in un freddo meccanismo calcolatore.
Il web e i social sono le vetrine e l‘affermazione più “concreta” di tale sindrome. La seduzione diviene una conquista di complimenti e di approvazione, a supplire la poca autostima personale. Il dogma è l’ottenimento di quanti più “like” possibile. La dittatura del “mi piace” dispiega i propri diktat e il soggetto vale solo in funzione del numero di approvazioni. “Quante visualizzazioni? Quanti like?” queste sono le domande più gettonate.
La seduzione si sposta, così, sui “profili”, sui contatti dei social, dove fotografie e video, peraltro modificati da filtri specifici, costruiscono le armi di conquista. L’ossessione narcisistica del passato era rivolta al soddisfacimento materiale, al divertimento sessuale; quella contemporanea si interessa, preliminarmente, di far scattare il dito sulla tastiera per ottenere l’agognato “mi piace”. Seduco, dunque sono.
Altro aspetto legato ai tempi attuali è quello della notevole diffusione delle chat di incontri: se, per alcuni, è un mezzo per conoscere l’anima gemella, per molti diviene la vetrina delle occasioni per pavoneggiarsi e conquistare tutte le offerte del catalogo. Nel culto della propria persona, in un delirio di onnipotenza, da provetto semidio, l’obiettivo è esclusivamente il soddisfacimento dell’ego. In sintesi, chi soffre di questa ossessione, ha necessità compulsiva di accumulo, del possesso e dello sfruttamento del prossimo: l’altro esiste solo come scopo di conquista. Laddove, l’altro si trovasse in una situazione di debolezza spirituale, fisica ed economica, il/la narcisista seriale, ritenutosi semidivinità, avrebbe la strada ancora più spianata per agire senza scrupoli.