“Un ospedale mica male” per stare vicino ai bambini che soffrono

Fanfara dei Carabinieri del III Reggimento Carabinieri “Lombardia” (© Fondazione De Marchi)

Negli ultimi vent’anni, in riguardo alla cura ed alla prevenzione delle malattie infantili, sono stati fatti innumerevoli passi avanti tanto che, secondo le ultime statistiche, dal 2000, i decessi di bambini in tutto il mondo si sono ridotti di circa la metà, principalmente grazie a un maggiore accesso a servizi sanitari di qualità.

L’opera della Fondazione De Marchi

In Italia, specificatamente a Milano, da oltre quarant’anni, la Fondazione De Marchi, opera al fianco dei bambini più fragili colpiti da emopatie e tumori dell’infanzia, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei più piccoli e delle loro famiglie attraverso attrezzature scientifiche di ultima generazione e cure d’avanguardia che puntano ad una presa in carico globale del paziente. Interris.it, in merito al progetto “Un ospedale mica male” e al concerto organizzato per i piccoli degenti in occasione del Natale, ha intervistato il dott. Francesco Iandola, direttore della Fondazione De Marchi.

Banda della Polizia Municipale di Milano (© Fondazione De Marchi)

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha il progetto “Un ospedale mica male”?

“Un ospedale mica male” ha l’obiettivo di rendere più lieve la sopportazione della malattia per i bambini, sia all’interno dell’ospedale che nella loro vita quotidiana. Pensiamo che, l’ospedale, debba essere pensato per i bambini, quindi, se già esiste, deve essere trasformato. Tra due/tre anni ci trasferiremo nella nuova struttura che stiamo costruendo e stiamo pensando di realizzare qualcosa di straordinario, con l’obiettivo di accogliere i bambini in un’ambiente pensato per loro fin dall’inizio. Oltre a ciò, anche fuori dall’ospedale, intendiamo dare loro una vita serena e più vicina possibile a quella dei loro coetanei.”

Come si è svolto il concerto di Natale che, la Fondazione De Marchi, ha organizzato?

“Abbiamo organizzato uno speciale concerto di Natale per i bambini della clinica pediatrica, a cui hanno preso parte la Fanfara del III reggimento Carabinieri “Lombardia”, la Banda della Polizia Municipale di Milano e il cantante Giorgio Vanni, colui che dà voce ad alcune delle principali sigle dei cartoni animati degli ultimi anni.”

Il cantante Giorgio Vanni (© Fondazione De Marchi)

Quali sono i vostri auspici per il futuro in merito allo sviluppo del reparto di chirurgia pediatrica e neonatale? Quali sviluppi ci saranno nella cura di queste patologie?

“Ogni anno cerchiamo di dare il via ad un nuovo progetto da finanziare, in collaborazione con le direzioni mediche. Quest’anno abbiamo deciso di accompagnare lo sviluppo del progetto che ci ha proposto il professor Leva dell’oncologia pediatrica, il cui obiettivo è l’acquisto di una colonna chirurgica che permette di operare i bambini ancora nella pancia della mamma. Questo fa sì che, in alcuni casi, il bambino possa sopravvivere alla nascita e, in altri casi, operato al fine di avere migliori aspettative di vita per il futuro. Oltre a ciò, sempre nell’ottica del progetto “Un ospedale mica male”, abbiamo voluto accompagnare il progetto chirurgico con uno di umanizzazione degli spazi. A tal proposito, in questo momento, il bambino, per recarsi alla sala operatoria dal reparto di chirurgia pediatrica, deve attraversare due ascensori e tre corridoi. Un lungo percorso che potrebbe provocare ansie e paure, sia al bambino che al genitore che lo accompagna. Quindi, abbiamo chiesto una collaborazione al Politecnico di Milano e, insieme a loro, stiamo sviluppando una specifica applicazione con l’obiettivo di rendere il percorso più facile da sopportare. In particolare, il bambino, mediante l’uso di un tablet, sarà invitato, attraverso una specie di caccia al tesoro, a trovare dei pesciolini lungo il percorso, catturarli ma, una volta giunto nella sala pre-chirurgica, potrà liberarli e vedrà l’ambiente circostante trasformato in un mondo marino. In altre parole, un mondo di fantasia che potrà aiutare il bambino a distrarsi e a non concentrarsi su ciò a cui andrà incontro.”

Christian Cabello: