Dagli albori dell’Italia repubblicana ai giorni nostri, i genitori caregiver e le associazioni di tutela delle persone con disabilità hanno svolto un ruolo molto importante per la diffusione di una cultura della fragilità, per incentivare la reciproca solidarietà e generare inclusione.
L’esperienza di A.I.A.S.
Tra gli anni ’50 e ’60 del ‘900, hanno visto la luce nel nostro paese, quelle che oggi sono le associazioni nazionali di tutela delle persone con disabilità che, con la loro opera, hanno dato un contributo determinante al processo conoscitivo e legislativo nei confronti della disabilità a 360 gradi. Tra queste realtà si annovera A.I.A.S., ossia l’Associazione Italiana Assistenza Spastici, la quale inizialmente sorge per provvedere alla prevenzione ed alla cura dei problemi legati agli esiti della paralisi cerebrale infantile nonché ai successivi aspetti esistenziali e successivamente ha svolto e svolge diverse attività legate all’inclusione delle fragilità a tutto campo. Interris.it, in merito a questa storia di inclusione e agli aspetti legati all’attualità delle persone con disabilità, ha intervistato il dott. Salvatore Nicitra, presidente nazionale di A.I.A.S. dal 2013 e rieletto nel 2016. È stato inoltre Consigliere nazionale sin dal 1997 e dal 2007 al 2013 ha rivestito la carica di Segretario generale dell’associazione.
L’intervista
Com’è nata e che obiettivi ha A.I.A.S.?
“L’Associazione Italiana Assistenza Spastici nasce su iniziativa di un gruppo di famiglie ormai sessantanove anni fa, con l’esigenza di dare una risposta ai bisogni concreti delle persone in un periodo storico in cui, il mondo della disabilità, era trascurato e scarsamente conosciuto, in una condizione di carenza di servizi e mancanza d’aiuto. A fronte di tutto ciò, quelle famiglie, hanno pensato di ricorrere all’associazionismo e, con questa forza propulsiva, è nata A.I.A.S. Nazionale a Roma. Hanno poi fatto seguito le circa cento sezioni sparse sul territorio italiano che rappresentano il nostro braccio operativo e svolgono a 360 gradi le attività più svariate in favore delle persone con disabilità, dall’inclusione scolastica a quella lavorativa, le attività riabilitative, sociali e il tempo libero con l’organizzazione di diversi momenti e vacanze. Non escludiamo nessun aspetto della vita delle persone con disabilità, agendo su tutti i versanti.”
Quali sono i temi di maggior rilevanza relativi all’inclusione su cui A.I.A.S. si sta focalizzando in questo periodo storico?
“Ci stiamo focalizzando su tutti i temi e gli aspetti dell’inclusione delle persone con disabilità. Nel corso del tempo abbiamo dato il nostro contributo alle numerose normative che si sono succedute in materia di disabilità in ambito nazionale, regionale e locale. La stessa Legge 104/92 è una norma che è stata promulgata anche con la spinta ed il contributo di A.I.A.S.. Inoltre, nel corso del tempo, abbiamo partecipato all’evoluzione della normativa delle singole leggi in quest’ambito, siamo interessati a tutti i profili che mirano al superamento di tutte le barriere mentali individuali che rappresentano gli ostacoli sociali più importanti per l’inclusione delle persone con disabilità. Le barriere in ingresso sono l’elemento che trasforma la disabilità in handicap. Non trascuriamo nessun dettaglio sotto questo aspetto, il nostro sguardo va alla maggior consapevolezza verso la crescita di una spinta sociale della società che, rispetto a quando ha avuto inizio la nostra storia, ha fatto molti passi avanti. Oggi ci sono consapevolezze e sensibilità diverse, tuttavia però queste, non sempre sono sufficienti o idonee, per fare il modo che si possa dire che siamo tutti uguali, ma questo purtroppo nella realtà non succede. Abbiamo leggi bellissime ma, alcune di queste, malauguratamente, restano lettera morta. Oltre a ciò, bisogna scontrarsi con ciò che è il sentiment sociale delle persone che si incontrano ogni giorno che, a volte, invece di essere d’aiuto, si mostra l’esatto contrario. Questo è ciò contro cui bisogna agire, le barriere architettoniche, in molti casi, sono già state superate però, le barriere più difficili da oltrepassare per arrivare alla piena inclusione delle persone con disabilità, sono quelle mentali, e bisogna compiere ogni sforzo possibile per superarle”.