Bari, parrocchia San Giovanni Battista. E’ domenica 19 Luglio 2020, siamo nel pieno della pandemia, quando alle ore 8.15, giusto un quarto d’ora prima dell’inizio della Messa domenicale, scatta l’allarme. E’ quello della culla termica. Non si tratta quindi di ladri che vengono a rubare, ma di un qualcuno che viene a donare il bene più prezioso, con coscienza e responsabilità, consapevole di non farcela a prendersene cura.
Si tratta infatti di un neonato che viene lasciato nella culla per la vita che dal 2015 è stata predisposta nella parrocchia barese, ubicata giusto a 300 metri dal reparto di neonatologia del policlinico di Bari.
Don Antonio Ruccia è parroco e promotore dell’istallazione di questo congegno pensato proprio per offrire una moderna “ruota degli esposti”, estrema ratio per evitare l’aborto. Don Antonio ricorda ogni istante di quella mattina, che ha segnato la sua vita e quella dei parrocchiani di San Giovanni Battista, fortemente coinvolti in questa storia di amore per la vita.
Il piccolo sta bene
Il piccolo “Giovanni Battista” (daremo al bambino questo nome di fantasia) sta bene, è stato subito accolto dalle cure dei neonatologi del reparto dedicato e, come stabilisce la legge, è stato legalmente affidato al Tribunale del Minori, che ne stabilità la possibilità di adozione. Una storia con un lieto inizio, e che ci auguriamo possa andare avanti negli anni.
Il libro “Nessun bambino andrà perduto”
Dall’esperienza vissuta nella parrocchia di San Giovanni Battista, don Antonio ha voluto che nascesse un libro, pubblicato dal Pozzo di Giacobbe e disponibile in tutte le librerie cattoliche: “Nessun bambino andrà perduto”.
“Non ci aspettavamo che questa vicenda potesse avere una così grande eco nella stampa e nell’opinione pubblica – racconta il parroco – per questo abbiamo voluto raccogliere tutto il materiale, gli articoli di giornale, i servizi televisivi, le interviste radio in un testo; accanto a questi abbiamo inserito riflessioni di studiosi come giuristi, medici, filosofi ed altri esperti, che hanno affrontato dai vari punti di vista la vicenda del nostro piccolo fratello”.
“Il libro – prosegue don Ruccia – potrà essere per questo bimbo, quando crescerà, una testimonianza del grande amore con cui è stato accolto dalla comunità parrocchiale; inoltre vuole essere uno spunto per riflessioni e catechesi sull’accoglienza della vita nascente. Questo bambino è senza dubbio l’icona della rinascita dalla pandemia“.
Le culle per la vita in Italia
La Culla per la Vita è un presidio medico che permette a una madre che non possa o non voglia tenere un neonato, di lasciarlo al sicuro, in un luogo protetto, nel pieno rispetto della sicurezza del bambino e della privacy di chi lo deposita. Questo servizio si affianca alla possibilità – già esistente per legge – di partorire in anonimato presso le strutture ospedaliere e non riconoscere il bambino, affidandolo ai servizi sociali territoriali.
È un luogo facilmente raggiungibile, garantisce l’anonimato della mamma che vuole lasciare il bambino ed è dotata di una serie di dispositivi (riscaldamento, chiusura in sicurezza della botola, presidio di controllo h 24 e rete con il servizio di soccorso medico) che permettono un facile utilizzo e un pronto intervento per la salvaguardia del bambino.