Integrazione in note. Torna l’Orchestra di Piazza Vittorio. Nata nel 2002 sulla spinta di artisti. Intellettuali. E operatori culturali. Con la volontà di valorizzare l’omonima Piazza dell’Esquilino di Roma. Per antonomasia il rione multietnico della capitale.
Oggi, attraverso la Fondazione Cultura e Arte, diventa possibile una serie di progetti. Come la ricerca di nuovi musicisti. Lo studio di repertori tradizionali. La creazione e la produzione di nuove musiche originali. L’approfondimento delle relazioni con le comunità d’immigrati. E con le strutture di accoglienza attive in Italia. Gli interventi laboratoriali nelle scuole.
Integrazione in note
Uno show dedicato al ballo. Al ritmo. Alla musica. Per superare i generi. Gli stili. Le nazioni. In modo da raccontare la storia di un’utopia diventata realtà. E’ questo “Dancefloor“. Il nuovo concerto dell’Orchestra di Piazza Vittorio. Il debutto è avvenuto lunedì sera a Città di Castello. In piazza delle Tabacchine. Nell’ambito del 54° Festival delle Nazioni. L’Orchestra di Piazza Vittorio è un ensemble multietnico. Unico nel panorama mondiale. Ideato nel 2002 da Mario Tronco con un obiettivo originale. Creare un’orchestra stabile. Formata da musicisti provenienti da diversi Paesi e culture.
Formazione stabile
Questa esperienza, dunque, è partita dal quartiere dell’Esquilino di Roma. E sono trascorsi quasi vent’anni. “Dancefloor” passa in rassegna questo percorso. Attraverso le tappe della storia di un gruppo. Nel frattempo diventato una formazione stabile. E ormai rodatissima. Che inizia dalla musica tradizionale. Mischiandola e intingendola. Con rock. Pop. Reggae. E musica classica. Il risultato è quello di portare in giro, per i palchi e i teatri del mondo, generi e sonorità. Per lo più sconosciute al grande pubblico.
Vent’anni di integrazione
Il nuovo spettacolo è un ritorno alle origini dell’Orchestra. In cui la musica, il ritmo e il ballo sono di nuovo gli unici protagonisti. Si comincia con i paesaggi sonori dell’album “Isola di legno”. Ibrido che accosta il folk al jazz. Le tablas agli archi. I tamburi ai fiati. E alle composizioni originali in primissima esecuzione. Tutto ciò fa parte del nuovo disco in uscita in autunno. Come da tradizione dell’ensemble, la scaletta della serata è un viaggio tra Paesi. Culture. E linguaggi.