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Moroni: “La lingua italiana è la base della nostra civiltà”

L'intervista di Interris.it al dott. Michel Moroni, giovane poeta insignito del premio "Città di Leivi", in merito al valore della letteratura tra le nuove generazioni

La letteratura e la poesia nonché il loro studio sono fondamentali per lo sviluppo dei singoli e della società nel suo complesso. Rappresentano le porte per molte strade e ci pongono davanti un mondo di pensieri, ideali, nozioni. Ogni aspetto della letteratura contribuisce a migliorare la forma della persona, moralmente o dal punto di vista delle relazioni. Ci permettono inoltre di affrontare al meglio la quotidianità e di integrarci nella comunità civile.

I giovani e la lettura

I più recenti dati statistici, ci dicono che, negli ultimi anni, la percentuale di persone appassionate alla lettura nel nostro paese si è nettamente ridotta. Una nuova generazione di nativi digitali, da un certo momento in poi, sta progressivamente prediligendo i supporti audiovisivi, sempre più interattivi e “sociali”, rispetto ai libri. Interris.it, in merito al valore della lettura, correlato allo studio della letteratura e della poesia, nonché al coinvolgimento delle giovani generazioni nello studio di queste discipline, ha intervistato il dott. Michel Moroni, giovane laureato in Lettere e vincitore per il secondo anno consecutivo del terzo premio al concorso nazionale di poesia e narrativa “Città di Leivi“, per il componimento poetico intitolato “Cogliere l’attimo“.

Il dott. Michel Moroni (© Michel Moroni)

L’intervista

Dottore, in che modo, secondo lei, la poesia può diventare un luogo di incontro tra le molteplici espressioni della cultura?

“A mio parere, tra i molti generi letterari che abbiamo, la poesia è il migliore per il fatto che, l’autore, può raccontare pienamente la propria storia e, chi legge, ha la possibilità di vedere nelle parole dell’autore la sua esperienza. Ogni testo poetico ha un primo livello di lettura che costituisce il significato che, l’autore stesso, conferisce al componimento. I lettori però possono trovarvi interpretazioni varie, le quali prendono forma mettendo insieme ciò che ognuno esperisce nel corso della propria esistenza. La poesia abbraccia le esigenze di raccontare il proprio vissuto che ognuno ha e ciò viene fatto in versi. Questo, secondo me, è il modo migliore perché lascia molta libertà a chi scrive, dando l’opportunità di valorizzare al meglio la funzione evocatrice che ha la parola e in merito ai molteplici significati creati da una singola parola. Quest’ultima ci da la possibilità di sperimentare a 360 gradi il mondo che ci circonda”.

In questo periodo storico connotato da un forte utilizzo delle nuove tecnologie a volte, il valore della lettura e della poesia, sembrano venir meno. Come si possono coinvolgere i giovani nello studio e nella pratica di queste importanti discipline?

“Credo che ad oggi, purtroppo, la poesia e più in generale la letteratura, siano poco praticate dai giovani. A mio parere, c’è un’impostazione non proprio attuale alla base dell’insegnamento e della letteratura nella scuola. Ovviamente, è importantissimo studiare gli autori della classicità, ma è importante dare ai ragazzi anche un punto di riferimento contemporaneo e moderno, dando spazio anche a qualche autore esordiente particolarmente meritevole. Ce ne sono molti e, nel mare magnum della nostra letteratura, faticano ad emergere. Una strategia per avvicinare i giovani a queste discipline potrebbe appunto essere il loro confronto con testi poetici più vicini ai loro giorni che possano trattare anche tematiche di stretta attualità. Si può fare poesia anche parlando delle difficoltà emerse nel nostro tempo e, gli spunti in merito, sono moltissimi. Praticare la poesia anche sull’attualità è fondamentale per i giovani perché li fa avvicinare a tematiche con cui sono a contatto ogni giorno”.

In che modo, la poesia e la letteratura, hanno influenzato la sua crescita didattica e professionale. Che messaggio vorrebbe lanciare alle giovani generazioni per far sì che, la lingua italiana nella sua totalità, possa essere valorizzata in questo tempo di grandi cambiamenti?

“Lo studio della lingua italiana e della letteratura hanno segnato la mia vita di studente e di persona a 360 gradi. Scrivo e leggo molto da sempre e, questa passione, è cresciuta sempre di più con il trascorrere del tempo e dei livelli di istruzione. L’avvicinamento alla poesia è stato molto graduale e, il momento più forte, è arrivato all’università quando, dopo numerosi corsi di letteratura, uno in particolare mi ha colpito per il modo in cui, il professore, trattava e analizzava poesie del nostro tempo, in particolare quelle di Eugenio Montale, che rappresenta il mio modello poetico, sia per vicinanza temporale che per stile, utilizzando il verso libero. Quest’ultimo è tipico del ‘900 e lascia grande spazio al flusso di coscienza del poeta, potendo giocare con le parole e con la loro funzione evocativa, senza affidarsi troppo alla rima e a uno schema metrico preciso. L’approccio ai componenti di Montale da parte di quel docente universitario mi ha colpito in modo tale al punto che, ho pensato di iniziare a scrivere delle poesie. Il mio esperimento ha funzionato e, ad oggi, le poesie che compongo, sono molto apprezzate. Ciò mi fa molto piacere in quanto significa che, comunque, l’impegno e i contenuti, sono buoni. La lingua italiana è importantissima, deriva dal latino che è la base della civiltà. In un periodo storico in cui domina l’inglese è fondamentale salvaguardare l’italiano. Significa tutelare la nostra storia, le tradizioni e la cultura. La letteratura italiana, a mio parere, è una delle migliori al mondo al fianco di quella francese. Questa eredità di inestimabile valore va tutelata”.

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