“Chiediamo al governo un decreto Molise uguale a quello varato per la Calabria“, afferma a Interris.it Annarita De Notariis del Comitato Basso Molise per il Bene Comune. Gravi inefficienze e carenze infrastrutturali hanno trasformato la pandemia in un’angosciosa Spada di Damocle per i molisani. La Calabria, infatti, non è l’unica regione in cui la sanità è commissariata e il piano Covid è in drammatico ritardo. In Molise a preoccupare in questo momento sono i ricoveri nelle unità di terapia intensiva. Un valore da allarme rosso, secondo l’analisi delle curve relative al numero di nuovi positivi registrati ogni giorno a livello provinciale eseguita dal matematico Giovanni Sebastiani. Studioso dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).
Emergenza Molise
“Non mi esprimo nello specifico. Sono garantista. E ho molta fiducia nella magistratura“, si limita a dire il presidente della Regione Molise, Donato Toma. A far esplodere il caso Molise ha contribuito venerdì l’iscrizione nel registro degli indagati, da parte della procura di Campobasso, del Commissario ad Acta per la sanità, Angelo Giustini. L’ipotesi contestata è quella di omissione di atti d’ufficio e abuso d’ufficio. Per gli inquirenti il commissario non ha deliberato atti di sua competenza. Necessari all’erogazione dei “livelli essenziali di assistenza” (Lea). In relazione alla pandemia. E per aver illegittimamente nominato il direttore generale dell’Azienda sanitaria del Molise (Asrem) quale commissario straordinario per l’emergenza Covid-19. Incarico, secondo la Procura, “di sua pertinenza e non derogabile ad altri”. Annarita De Notariis (Comitato Basso Molise per il Bene Comune). Perché non è stato attivato in un anno di pandemia alcun centro Covid regionale
“Incredibilmente il problema non è ancora stato risolto. Perché non hanno voluto utilizzare l’ospedale ‘Vietri di Larino. Né la Regione Molise. Né il governo. Ed hanno scaricato sulla struttura commissariale della sanità regionale, di nomina governativa, che non ha firmato il progetto che avrebbe istituito il centro Covid all’ospedale Vietri di Larino. In sostituzione è stato redatto un altro progetto firmato dai dirigenti sanitari regionali. E con l’assenso del dicastero della Salute ne è scaturita una soluzione non idonea”.Perché?
“Rendere misti tutti gli ospedali molisani (cioè adibirli a pazienti sia Covid sia non Covid) comporta costi maggiori. Richiede lavori di adeguamento logistico e di muratura che non sono stati ancora avviati. Con le conseguenti complicazioni di appalti. Calcoli degli spazi da ripartire. Verifiche di staticità degli edifici. Quindi tutto ciò fa lievitare le spese. E la tristemente famosa torre Covid del Cardarelli risulta del tutto insufficiente. Con 9 posti di terapia intensiva. E 21 di sub intensiva”.Quali criticità segnalate?
“E’ estremamente doloroso riscontrare l’inadeguatezza complessiva della risposta sanitaria alla pandemia. A cominciare dai ‘lea’, i livelli essenziali di assistenza. Sapevamo già prima dell’emergenza Covid quanto la sanità pubblica molisana fosse in difficoltà. Non era e non è sufficiente neppure per le cure ordinarie. La pandemia ci ha messo in ginocchio”.In che modo?
“Oltre a non avere un ospedale dedicato in Molise, mancano le terapie intensive. Al ministero risulta che abbiamo 39 posti ma non è così. Ne abbiamo disponibili e attivi solo 17. Per pazienti sia Covid sia non Covid. I malati gravi vengono trasferiti in altre regioni. Qui è stata attivata la Cross. La Centrale remota operazioni soccorso sanitaria organizza i trasferimenti. Fa male sapere che 6 milioni di euro (messi a disposizione dallo Stato per attivare posti letto Covid) non sono stati spesi”.Perché?
“Il Molise è l’unica regione d’Italia che non si è dotata di nuovi posti letto di terapia intensiva per pazienti Covid. Oggi il Molise piange i suoi morti Covid e non Covid. Qui siamo tornati al Medioevo. In poche parole non abbiamo la possibilità di curarci. Non funziona nulla. Ci sono comuni molisani dove il virus è in ogni casa. Nessuna istituzione si è mossa. Siamo stati abbandonato. Siamo una terra dimenticata da tutti. Il popolo non molla, ma lotta da solo”.Cosa chiedete alle istituzioni regionali e nazionali?
“I molisani vogliono una soluzione immediata. Cioè l’apertura dell’ospedale ‘Vietri’ di Larino come centro Covid. Lì ci sono mille metri quadrati di superficie. Con camere singole e attacchi di ossigeno rafforzato. La struttura esiste ed è idonea. Chiediamo di impegnare le risorse per attrezzarla con strumentazione. E di espletare i concorsi promossi dal commissario ad acta”.Sono fermi?
“Sì. Perché Asrem, l’azienda sanitaria regionale del Molise, non ha mai nominato una commissione. I concorsi sono bloccati. E, a un anno dall’inizio della pandemia, nulla è stato fatto. Vogliamo la tutela della nostra salute. Chiediamo l’attivazione del centro Covid nella struttura di Larino. Allo scopo di allentare la pressione dei ricoveri Covid sugli altri ospedali pubblici regionali. Restituendoli così alla sanità ordinaria”.