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Monteduro (ACS): “Perché vengono rapiti così tanti sacerdoti cattolici in Nigeria”

"Definire 'criminalità comune' quanto avviene ai danni dei sacerdoti cattolici in Nigeria è riduttivo e miope": il commento a Interris.it di Alessandro Monteduro di Aiuto alla Chiesa che Soffre

Ennesimo rapimento di un sacerdote cattolico in Nigeria. Don Jude Kingsley Maduka, parroco della parrocchia cattolica di Cristo Re nel villaggio di Ogii, nello Stato di Imo (nel Sud della Nigeria) è stato rapito il 19 maggio scorso mentre si preparava alla celebrazione eucaristica. Il sequestro si aggiunge a una serie di rapimenti e omicidi ai danni di diversi sacerdoti cattolici verificatisi nello stesso Stato nigeriano.

Interris.it ha chiesto un commento ad Alessandro Monteduro, Direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) Italia, che ha riportato la notizia del rapimento. ACS da 75 anni dedica la propria missione a tutte quelle comunità cristiane che sono quotidianamente perseguitate, discriminate, oppresse, a volte uccise per la propria fede perché appartengono a Gesù e non vogliono abiurare alla fede cristiana.

Alessandro Monteduro, Direttore ACS Italia (Foto: @acs_italia)

Il commento di Alessandro Monteduro (ACS)

“Non abbiamo dei dati precisi del numero di sacerdoti, religiosi e religiose rapiti – e purtroppo a volte uccisi – in Nigeria da inizio anno”, esordisce Monteduro. “Sono comunque in aumento nel Paese africano – il più popoloso del Continente – da almeno tre anni. La Nigeria ha una popolazione di oltre 218 milioni di abitanti. I 12 Stati del Nord, dei 36 che compongono la Nigeria, sono a maggioranza musulmana. Mentre il Centro e il Sud sono a maggioranza cristiana. I cattolici da soli rappresentano il 16% della popolazione totale; circa 33 milioni di persone”.

“Da anni il Nord è flagellato dagli attacchi di gruppi estremisti. E i rapimenti di sacerdoti cattolici sono sempre più frequenti, non solo nel settentrione, ma anche nelle altre zone. Questi sequestri – che non sempre finiscono bene con la liberazione del religioso – sono praticati da piccoli gruppi criminali (spesso correlati alle fazioni jihadiste) per autofinanziarsi. I sequestri e i rapimenti di sacerdoti sono a scopo economico, per avere delle entrate così come attraverso altri generi di traffici, come quello della droga.

“Dunque, definire ‘criminalità comune’ quanto avviene ai danni dei sacerdoti cattolici è riduttivo e miope. Se noi guardiamo l’identikit in senso stretto dei rapitori, probabilmente non parliamo di estremisti ma di soggetti appartenenti alla criminalità del luogo. Ma questi piccoli gruppi tessono relazioni ed hanno rapporti stretti con i vari gruppi jihadisti. Per cui il circuito di denaro che producono con i sequestri dei sacerdoti, alimenta anche le organizzazione jihadista. Questi finanziamenti vengono poi utilizzati dalle organizzazioni jihadiste per reclutare nuovi soldati, per estendere il loro raggio d’azione e per moltiplicare i califfati territoriali”.

“Quando parliamo di organizzazioni jihadiste bisogna fare un appunto: nella sola Africa Subsahariana – dunque Nigeria compresa – esistono almeno due dozzine di organizzazioni terroristiche. E’ quindi opportuno non limitarci a considerare solo le più note, quali Boko Haram o Al Qaida (nel Maghreb) o l’Isis. Perché ci sono tante altre realtà: gruppi meno noti spesso in competizione tra loro per la conquista del territorio. Non sono un network di organizzazioni jihadiste. L’obiettivo è però comune: reclutare, estendere, ampliare i califfati territoriali”.

“Gli Stati della Nigeria maggiormente colpiti da questo flagello sono tutti quelli del Nord: in questi 12 Stati è concentrato l’epicentro. A partire dallo Stato del Borno, nell’estremo Nord Est della Nigeria, dove nel 2009 è nata l’organizzazione terroristica Boko Haram”.

“Però negli ultimi 2 o tre anni le cose sono cambiate. Prima la Nigeria del Sud – a stragrande maggioranza cristiana – viveva una situazione tranquilla. Così come la Middle Belt, la Nigeria Centrale. Oggi non è più così. A causa della migrazione dei pastori Fulani, dei pastori nomadi di religione musulmana che contendono le terre degli agricoltori cristiani. Un tempo attaccavano usando archi e frecce, ma da qualche anno sono stati armati e attaccano i villaggi con gli AK-47, dei fucili d’assalto automatici”.

“Entrano nei villaggi e sparano all’impazzata, uccidendo chiunque, compresi i musulmani. Ma scelgono non casualmente di attaccare i villaggi a maggioranza cristiana, nella Middle Belt e nel Sud della Nigeria. E’ per tale motivo che, negli ultimi due anni, si registra un importante aumento del numero dei rapimenti di sacerdoti cattolici nel Sud della Nigeria. I sequestri a fini di ricatto servono per finanziare gli attacchi. Che proseguono nell’indifferenza del Governo centrale. Nessuna parte della Nigeria, dunque, è più sicura per i cristiani”.

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