Delle
periferie geografiche ed esistenziali, Tor Bella Monaca è il simbolo nella capitale. Da tempo istituzioni civili e religiose sono impegnate a
rilanciare un territorio in condizioni critiche. Reso ancora più disagiato dalla
crisi Covid.
Ora il mare arriva metaforicamente a Tor Bella Monaca. Con l’ecomurales “sotto la superficie” a Roma. Il primo ad apparire sui muri di un palazzo di edilizia popolare.
Nel quartiere italiano con la maggiore concentrazione di alloggi popolari.
Il messaggio di Tor Bella Monaca
A Tor Bella Monaca l’ecomurales lancia un messaggio.
Il diritto alla bellezza è dignità. E la dignità è un diritto. È “
sotto la superficie“, firmato da Lucamaleonte. Promosso dalla no profit Yourban2030 all’interno del programma
Rif Museo delle Periferie di Azienda Speciale Palaexpo. Con il patrocinio del
VI Municipio di Roma Capitale. C’è stato un tempo in cui l’edilizia popolare non guardava al b
enessere attraverso la bellezza. Bensì alla semplice funzionalità strutturale. Rispondendo ad esigenze unicamente “abitative” e non di
qualità della vita. Ne è un esempio la porzione di capitale sorta a Tor Bella Monaca. Ai margini di Roma.
Sono passati quarant’anni anni dal concepimento di questa edilizia popolare. E si è compreso adesso che la bellezza è un elemento fondamentale nella quotidianità delle persone. Oltre e prima della funzionalità. Per vivere bene ed elevarsi.
Abituarsi al bello e riscattarsi.
Riqualificazione di Tor Bella Monaca
Da qui un processo importante di riqualificazione urbana permanente delle periferie. Yourban2030, dunque, prosegue la sua mission. E porta “il mare” a Tor Bella Monaca con “sotto la superficie”. Un’intera parete di colori. In omaggio alla biodiversità del mondo marino. Il primo di una serie di murales e interventi urbani. Che vanno a insistere specificatamente sull’edilizia popolare. Per elevarla. E, così, arricchire di colore e creatività quei quadranti urbani popolari. Spesso grigi e abbandonati a loro stessi. Un’opera d’arte, certo. Colore ed ecomurales. Ma “sotto la superficie” è, a tutti gli effetti, un intervento urbano di ripristino architettonico. La parete dove è stato disegnato il murales è stata interamente ripristinata. E messa a norma. “Dove le istituzioni non possono arrivare”, spiega Veronica De Angelis, presidente di Yourban2030. Lì “riteniamo giusto che entri in gioco l’iniziativa privata”. È nato così “sotto la superficie”. In risposta all’appello lanciato dalla no profit Yourban2030. Guardando alla responsabilità sociale d’impresa. Per l’anno dell’economia creativa per la sostenibilità.
Sotto la superfice
“Prima la recente Venere contro la Prevenzione a Garbatella. Con Komen Italia e Castel Romano Outlet. Ora siamo molto orgogliosi di proseguire la ‘mission‘ di Yourban2030 a Roma. A Tor Bella Monaca. Andando a insistere per la prima volta sulla facciata di un palazzo popolare. Che abbiamo ripristinato e reso tela urbana di questa nuova opera“, precisa Veronica De Angelis. Prosegue la presidente di Yourban2030: “Con ‘sotto la superficie’ parliamo di diritto alla bellezza. In un quartiere difficile. Come emerge dai dati raccolti e pubblicati dall’Osservatorio Casa Roma di Enrico Puccini. In collaborazione con la ricercatrice Francesca Cubeddu. Qui sono presenti circa 5500 case popolari. 4 mila di proprietà del comune di Roma e 1495 dell’ente regionale.
Diritto
Oltre il diritto all’abitazione, un diritto alla bellezza e alla dignità. Che guardino innanzitutto ai bambini. Partendo dalla sensibilizzazione in età infantile per formare i cittadini del futuro. È così che nasce anche la collaborazione con Mario Cecchetti. Il suo progetto ColorOnda per settimane (contemporaneamente alla realizzazione dell’opera di Lucamaleonte) ha sviluppato con i più piccoli percorsi creativi. “Baby” street art nel quartiere. Costruendo, di fatto, una nuova toponomastica più a dimensione di bambino. “Grazie a ColorOnda, ora, ogni palazzo ha un pesce dipinto sui muri. Possiamo provare a immaginare che questi edifici che fino a oggi son stati chiamati R1, R4 etc, diventino l’angolo del delfino. Della poseidonia. Del cavalluccio marino e così via. Questa è la riqualificazione urbana che vogliamo promuovere”, evidenzia De Angelis.
Diversità sociale
Anche il concept dell’opera è parte della “mission”. Sono stati usati colori sgargianti per rievocare il mondo marino. Va oltre l’omaggio alla biodiversità. Trasformandolo in riflessione sulla ricchezza della diversità sociale. Anche quella nascosta, appunto, sotto la superficie. Il murales rappresenta un branco di pesci di diverse specie. Molte delle quali provenienti dal Mediterraneo. A sottolineare la biodiversità presente sul nostro territorio“, spiega Lucamaleonte. I colori dei pesci siano molto simili tra loro. Però sono le forme dei pesci a differenziarli. L’idea del banco di pesci di diverse specie è proprio funzionale alla idea di diversità. Ma di unione allo stesso tempo. Il titolo richiama alla realtà delle cose della natura che spesso sono nascoste. La necessità di avere ricchezza nella biodiversità marina è poco presa in considerazione. Ed è quindi letteralmente sotto la superficie.