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Migranti, Di Leo: “Il ‘Piano Mattei’ proposto da Meloni: volontà di ridare dignità all’Africa”

L'intervista di Interris.it ad Emmanuele di Leo, Presidente della Steadfast, sul programma di Giorgia Meloni in tema di immigrazione

“In questi anni di terribile incapacità nel trovare le giuste soluzioni alle diverse crisi migratorie, troppi uomini e donne, e bambini, hanno trovato la morte in mare nel tentativo di arrivare in Italia… Questo Governo vuole quindi perseguire una strada, poco percorsa fino ad oggi: fermare le partenze illegali, spezzando finalmente il traffico di esseri umani nel Mediterraneo“. Così si è espressa, sul tema immigrazione, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel suo discorso sulla fiducia alla Camera.

Avvincente il programma presentato oggi da Giorgia Meloni alla Camera dei Deputati. Un ‘Piano Mattei’ per l’Africa, adoperarsi per spezzare le catene delle vittime della tratta di esseri umani che, ogni giorno, vengono mercificati da organizzazioni criminali senza scrupoli”, dichiara Emmanuele di Leo Presidente della Steadfast, Organizzazione internazionale umanitaria in difesa dei diritti umani, intervistato da Interris.it.

Presidente Di Leo, quali riflessioni possono scaturire dal programma su immigrazione, proposto da Giorgia Meloni?

“Diminuire le morti nel Mediterraneo, recuperando la proposta originaria della missione Sophia dell’Unione Europea, è un ottimo inizio!”.

Creare hotspot, gestiti da Organizzazioni internazionali, sui territori africani, come proposto dal Presidente del Consiglio, può avere efficacia nel contrastare la tratta di esseri umani?

“La realizzazione di hotspot nei territori di partenza – in particolare, africani- gestiti da Organizzazioni internazionali che, come noi di Steadfast, conoscono profondamente quelle realtà, operando in loco ormai da molti anni, è il chiaro segnale che le cose, in tema di difesa dei diritti umani e di lotta contro lo sfruttamento, stanno cambiando. Finalmente, viene affermata la volontà di ridare dignità all’Africa, continente che da troppo tempo è vittima di un nuovo colonialismo occidentale”.

Cooperazione, sviluppo e legalità, sono queste le parole-chiave per dare nuova speranza al continente africano?

“Certamente. Applicare un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni africane, promuovendo un ‘Piano Mattei’ – così come proposto dal Presidente Meloni – sarà sicuramente la strada maestra per creare sviluppo e ridare dignità a chi, pur di migliorare le sue condizioni di vita, è disposto ad affrontare anche la morte, mettendosi nelle mani di loschi trafficanti. Una via, quella indicata, che offrirà anche maggior sicurezza ai cittadini italiani e darà ulteriori strumenti per contrastare il radicalismo islamista proveniente, in particolare, dall’area sub-sahariana”.

La sua Organizzazione, quali interventi di rilievo ha posto in essere negli ultimi anni?

“Noi operiamo in Nigeria, il gigante africano, principale tratta sub-sahariana dei traffici illeciti attuati dai mercanti di esseri umani: immigrazione clandestina, prostituzione, droga. Siamo convinti che per stroncare questo mercato dell’umano si debbano attuare idonee politiche di cooperazione internazionale oltre ad un fattivo contrasto alla criminalità transnazionale. Creare cultura e sviluppo nei Paesi di partenza. Dopo anni di lavoro in Nigeria e dopo aver profondamente conosciuto questa bellissima terra, possiamo affermare che c’è tanta voglia di riscatto. Mancano i mezzi, o meglio, la popolazione non è adeguatamente aiutata a realizzare il cambiamento tanto sperato. Tanta ricchezza gestita da pochi e non condivisa. Pensiamo che la cultura e l’insegnamento siano la pietra miliare per avviare questo processo. Il nostro agire parte proprio da questa idea. Oltre agli orfanotrofi, un piccolo ospedaletto e alcune attività artigianali, abbiamo avviato scuole, anche di studi professionalizzanti, per istruire le nuove generazioni. È necessaria un’azione formativa che non stravolga la cultura di appartenenza, ma che offra un ulteriore sapere all’attività educativa delle attuali e future generazioni. Da troppo tempo l’Africa è vittima del neocolonialismo occidentale o di quel finto aiuto che con una mano dà e con l’altra toglie. Molto banalmente noi, nel nostro piccolo, non vogliamo dare il ‘pescato’, ma offriamo una canna da pesca per avviare il procedimento di riscatto. L’Africa sa camminare da sola, dobbiamo solo rendere possibile una sua vera indipendenza”.

Quale conclusione o augurio?

“Mi auguro che la visione del Governo Meloni, esplicitata dal Premier nel discorso alla Camera, possa avviare concretamente questo processo di aiuto, stroncando il bieco mercato di esseri umani di cui siamo stati spettatori immobili in questi ultimi anni. Auspico che le nuove politiche di cooperazione allo sviluppo offrano i risultati da noi tanto sperati. Se servirà, come sempre abbiamo fatto, le nostre umili competenze sono a disposizione di tutti. In ogni caso, a testa bassa, continueremo a fare la nostra parte per aiutare i più bisognosi”.

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