La memoria come dovere. Secondo papa Francesco “ricordare la Shoah è un segno di umanità“. Rammentare lo sterminio nazista “è condizione per un futuro di pace”. E occorre “state attenti a come è incominciata questa strada di morte“. Immagini, letture, installazioni artistiche per celebrare la Giornata della Memoria. Venerdì 27 gennaio. Dalle ore 14.30 evento alla Scuola Superiore Sant’Anna, patrocinato dagli atenei di Pisa. Testimonianza del giornalista Eugenio Occorsio, figlio del magistrato ucciso dai terroristi negli anni di piombo.
Avviene di nuovo
“Il sonno della ragione genera mostri – sottolineano i promotori dell’evento -. Il Novecento ha prodotto l’idea aberrante della soluzione finale, lo sterminio del popolo ebraico. Con la sua meticolosa attuazione da parte di volonterosi carnefici in ogni angolo di Europa e il nostro tempo vede ancora nella guerra di conquista in Ucraina, nell’odio e nella violenza verso le donne. Nelle teocrazie dell’Iran e dell’Afghanistan. Nel permanere di società dominate da dittature. Con la sparizione delle libertà individuali, nel rinascere dei nazionalismi e dei neofascismi. Dell’odio verso il diverso per etnia, genere e, ancora dopo un secolo, per razza”. Proseguono gli organizzatori dell’iniziativa: “Lampi di luce attraversano l’oscurità. Una via intitolata a un ingiusto diviene via dei giusti tra le nazioni. Migliaia di donne mostrano il loro volto in Persia. A costo della prigione e della loro vita. Uomini e donne resistono da un anno alla guerra insensata in Ucraina e noi riusciamo ancora a tenere alta la fiaccola della memoria. E a non dimenticare quello che è accaduto. Perché, nella parola di Primo Levi può avvenire di nuovo. Perché sta avvenendo di nuovo”.
Ripartire dalla memoria
Memoria come leva per capire il presente e preparare il futuro. Dalla Shoah agli orrori odierni dell’Iran. Verso un laboratorio permanente per fare ricerca, coltivare e diffondere i suoi valori. La memoria è la chiave di lettura per capire il presente e preparare il futuro. E’ proprio la memoria al centro dell’evento, patrocinato dagli atenei di Pisa, con immagini e letture di allieve, allievi e docenti della Scuola Superiore Sant’Anna, della Scuola Normale Superiore, dell’Università di Pisa. In programma venerdì 27 gennaio con inizio alle ore 14.30 presso l’aula magna della Scuola Superiore Sant’Anna, coordinato da Michele Emdin e Barbara Henry, docenti della Scuola Superiore Sant’Anna. In apertura sono previsti i messaggi di Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna. Di Luigi Ambrosio, direttore della Scuola Normale Superiore. Di Riccardo Zucchi, rettore dell’Università di Pisa.
Testimonianze
Seguono le letture e testimonianze di storici (Michele Battini, Carlotta Ferrara Degli Uberti, Francesco Morosi). Di scienziate politiche e scienziati politici (Barbara Henry, Francesco Strazzari), di artisti (Annick Emdin, Ursula Ferrara). Di persone che studiano e lavorano nelle università pisane. E cioè Camilla Corino, Piccarda Baccianti, Giuliana Bigongiali, Francesco Ceccarelli, Antonio Di Donato. Vinicio Di Iorio, Chiara Evangelista, Filippo Galli. Elisa Guidi, Alex Isacov, Marco Martinelli, Giulio Santini, Silvia Speriani, Sofia Morabito. Ricorderanno ciò che è stato attraverso la testimonianza dell’olocausto.
Laboratorio permanente
Racconteranno ciò che sta avvenendo. Descriveranno l’orrore odierno che attanaglia le popolazioni dell’Iran. E, ancora, rifletteranno su come si fa ricerca e su come si interpreta la memoria. Sul significato di costruire un laboratorio permanente della memoria. Fra tutte, da sottolineare la testimonianza di Eugenio Occorsio, figlio del magistrato ucciso da Ordine Nuovo, la formazione all’origine di quella costellazione di gruppi che si è resa responsabile di stragi e di assassinii. Nell’aula magna storica della Scuola Superiore Sant’Anna è prevista un’opera installativa dell’artista Gianni Lucchesi intitolata “L’ Appello”, incessante, come quello delle studentesse e degli studenti espulsi perché di “razza ebraica” e spariti nel gorgo della Shoah, espulsi da colui – d’Achiardi – che da venerdì 27 gennaio non avrà più, per la mobilitazione delle tre università pisane e della popolazione cittadina, una strada intitolata al suo nome.