Vite, pensieri, azioni. Tutto finalizzato a una missione, tutto messo in moto da un ideale. Tutto trasportato dalla corrente che è la forza del cuore. “Solo degli spiriti immensi potevano dire: ‘Facciamo l’Italia’”, disse una volta Roberto Benigni. Ma il bello dei personaggi di una storia – per quanto grandi siano essi e per quanto grande sia la storia – sta nelle loro sfaccettature. Misteriose alcune, belle o meno belle altre. Tutte indispensabili, però, alla loro costruzione e all’incremento della loro aura leggendaria. Vale per i grandi nomi della Storia dell’uomo, ancora di più per quelli legati alla storia del nostro Paese. Vale, ad esempio, per Giuseppe Mazzini, protagonista assoluto della genesi nazionale e personaggio chiave del Risorgimento. Il primo, forse, a scorgere realmente la possibilità di un’unificazione fondata sulla spinta propulsiva delle giovani generazioni.
Mazzini, l’inimitabile
Proprio Mazzini diventa protagonista, in vista dell’anniversario numero 220 della sua nascita (che cadrà il 22 giugno del prossimo anno) dell’iniziativa culturale “Gli Inimitabili”, presentata nella cornice della Sala Nassirya di Palazzo Madama, alla presenza del presidente del Senato, Ignazio La Russa, dell’attore e regista Edoardo Sylos Labini e del direttore generale del Teatro della Toscana, Marco Giorgetti. Una presentazione che ha posto l’accento sia sulla caratura del personaggio che sulla natura della rappresentazione che lo ha visto protagonista (messa in scena nel cortile di Sant’Ivo alla Sapienza il 19 giugno), una commistione tra trasposizione storica e interpretazione moderna. Perché narrare le gesta del Risorgimento sarebbe fine a sé stesso se il tutto non fosse proiettato all’edulcorazione dei giovani di oggi. Da un lato c’è, infatti, la conoscenza del proprio passato. Dall’altro, la responsabilità di esserne consapevoli.
Ispirazione per il futuro
In Mazzini c’è gioventù e c’è maturità. Anche perché, come spiega il direttore Giorgetti, si parla di rappresentazioni “che lavorano sulla materia della lingua e delle lingue, che ci permettono di portare i nostri autori nel più ampio intervento delle relazioni culturali del Teatro della Toscana”. E, in quest’ottica, il luogo di presentazione non è stato scelto a caso. Anzi, è esso stesso motivo di orgoglio, il “luogo centro della democrazia, è il riconoscimento di un lavoro che portiamo avanti da tanti anni, una strada che vogliamo continuare per un teatro che si candida a essere la Comédie-Française italiana”.
Patria e cuore
Ne “Gli Inimitabili” c’è un Mazzini visto da tante prospettive. Dal fervore patriottico alla quiete dell’introspezione, il percorso attraversa la lunga marcia risorgimentale, tra cadute e aspirazioni, bruciante coraggio e solitudine dell’esilio. Lo stesso presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha sottolineato la personalità multiforme del Mazzini patriota, tra i più fulgidi interpreti della commistione tra cultura e azione. Colui che, con la Giovine Italia e la Repubblica romana, si è fatto “portatore dell’idea repubblicana” ma che, al tempo stesso, “ha messo avanti l’unità dell’Italia alla sua ferma convinzione che il sistema repubblicano fosse più adatto a quello monarchico”.
La chiave pop
Una logica politica che lascia spazio alla visione amorosa del patriota, che vede il bene del suo Paese, anche se ancora da costruire, laddove può esserci sofferenza per sé stesso: “La nostra sfida – ha spiegato Sylos Labini – è riuscire a dimostrare come la nostra storia, la nostra cultura e la nostra identità possano essere pop: anzi, che debbano esserlo. Il carattere pop è una chiave giusta per il racconto, ma anche per le esigenze della scenografia”. Del resto, “pop” non è necessariamente un termine consumistico o di mera massa. Qualsiasi avventura in grado di colpire al cuore può essere di ispirazione comune. E un viaggio nel Risorgimento, visivo ed emozionale, può esserlo davvero.