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I mattoncini colorati che abbattono le barriere architettoniche

Interris.it ha intervistato il referente del progetto che ha applicato in Valtellina gli insegnamenti di Rita Ebel

Il termine barriera architettonica sta ad indicare ogni tipo di ostacolo – come ad esempio scale, porte strette, marciapiedi senza rampe – che impedisce la completa mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o limitata, temporanea o permanente. La loro presenza può impedire, a coloro che hanno difficoltà motorie o sensoriali, di uscire da casa, di andare a scuola o al lavoro e – nei casi più gravi – rappresenta un forte limite alla socializzazione.

disabilità

Gli sviluppi sul tema in Italia

In Italia, rispetto al tema delle barriere architettoniche, negli anni vi sono stati molti sviluppi. Ad esempio, la Legge 13/89, stabilisce sia gli obblighi di superamento delle barriere negli edifici privati, sia i contributi per i lavori di abbattimento delle stesse negli edifici costruiti prima del 1989; il Decreto Ministeriale 236/89 e il DPR 503/96, sanciscono le disposizioni tecniche per rendere accessibili, fruibili e visitabili gli edifici privati il primo e i pubblici il secondo, anche alle persone con disabilità.

L’abbattimento delle barriere attraverso i Lego

Due istituzioni sovranazionali, nella fattispecie l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2001 e la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità approvata dalle Nazioni Unite nel 2006 e ratificata dall’Italia nel febbraio 2009, hanno posto l’attenzione sul concetto più ampio di barriere nel senso di ostacoli di qualsiasi natura che impediscono la realizzazione dei diritti umani, segnando un passaggio culturale e metodologico molto importante. Per raggiungere l’obiettivo di abbattere le barriere sono state adottate diverse metodologie e accorgimenti, tra cui quella di superare le stesse attraverso la creazione di rampe in Lego, con l’obiettivo di consentire l’accesso ai luoghi più disparati alle persone con disabilità attraverso l’intuizione che ha avuto venticinque anni fa la tedesca Rita Ebel la quale, dopo aver subito un incidente in cui ha perso l’uso delle gambe, ha iniziato a dare vita a questo esperimento. Il suo esempio è stato portato anche in alcune località italiane, tra cui anche Chiavenna – in provincia di Sondrio – dalla cooperativa Nisida, realtà operante sul territorio da più di trent’anni che, in collaborazione con gli istituti scolastici del territorio, ha dato vita a questa esperienza. Interris.it ha intervistato Massimiliano Fomiasi, coordinatore del progetto nonché educatore della cooperativa stessa.

L’intervista

Come nasce e che obiettivi si pone questo progetto?

“Da un po’ di tempo la cooperativa Nisida gestisce un blog dedicato alle tematiche della disabilità e dell’inclusione, con il contributo di Stefano Bini e dell’associazione Dappertutto OdV. Proprio in questo spazio è maturata l’idea di abbattere le barriere architettoniche con l’aiuto dei Lego. Per fare questo ci siamo ispirati a quanto fatto da Rita Ebel la quale, nella sua città – Hanau – ha costruito numerose pedane che sono posizionate in diversi luoghi. Abbiamo preso contatto con lei prima di avviare il progetto e la stessa ci ha inviato tutte le informazioni necessarie per costruire le pedane in lingua italiana. La finalità che ci siamo posti è quello di fare qualcosa di concreto per abbattere le barriere architettoniche e nel medesimo istante sensibilizzare i bambini delle scuole elementari su questo tema attraverso l’uso dei Lego”.

Come si sta sviluppando il progetto?

“Si stanno coinvolgendo nel progetto diverse scuole. Allo stato attuale quindici classi elementari dei plessi scolastici di Gordona, Mese, Chiavenna e Campodolcino collaborano al progetto con l’obiettivo di raccogliere i mattoncini colorati per costruire le rampe – ne servono circa duemila per ognuna -. Gli alunni, guidati dagli insegnati, si sono dimostrati entusiasti di questa iniziativa, l’auspicio è quello di avere una rampa in lego per ogni istituto scolastico. Quando la raccolta dei mattoncini necessari sarà terminata vorremmo che, proprio i bambini, individuassero i punti dove mettere le stesse”.

Quali auspici nutrite per il futuro in materia di abbattimento delle barriere architettoniche?

“Il nostro auspicio è quello di dare vita ad una maggiore consapevolezza sull’importanza del tema dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Il nostro progetto chiaramente ha una valenza simbolica ma, focalizzandosi sui bambini che saranno gli adulti del domani, gli stessi saranno maggiormente sensibili per quanto riguarda questo tema”.

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