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Mattei: “L’Athletica Vaticana è il ponte verso uno sport più inclusivo”

InTerris.it ha intervistato il presidente di Athletica Vaticana – l'associazione polisportiva ufficiale vaticana – Giampaolo Mattei sull'importanza dello sport come strumento di inclusione sociale

La rappresentativa dell’Athletica Vaticana si è aggiudicata la II edizione della Genesis Cup, competizione di padel mixto, con doppi maschili e femminili, misti con giocatrici e giocatori con e senza disabilità nella stessa coppia.

Sono oltre 20 gli atleti che hanno preso parte, sabato 25 marzo al Foro Italico a Roma, a questa importante competizione organizzata dalle Asd SportinsiemeRoma ed Ecopadel affiliate all’Unione sportiva Acli Roma, con il patrocinio di Sport e Salute.

Sull’importanza dello sport come strumento di inclusione sociale InTerris.it ha intervistato il presidente di Athletica Vaticana – l’associazione polisportiva ufficiale vaticana – Giampaolo Mattei.

L’Athletica Vaticana ricevuta da Papa Francesco. Foto: Athletica Vaticana

L’intervista a Giampaolo Mattei

Quando e come è nata Athletica Vaticana?

“Athletica Vaticana è nata il 1 gennaio 2019 e nonostante il Covid-19 che non ha certamente incentivato la pratica sportiva, sono aumentati sia i nostri iscritti, sia gli sport praticati. Alcuni dei quali riconosciuti dalle rispettive federazioni internazionali. Ad esempio, oltre al padel, anche il ciclismo, il taekwondo, l’atletica, il cricket. E’ una polisportiva con un team paralimpico. Sta nascendo anche il gruppo della scherma. Tutti i partecipanti sono dipendenti o cittadini vaticani e, attualmente, siamo circa 200”.

Qual è la specificità del padel mixto rispetto agli altri sport?

“Athletica Vaticana è membro ufficiale della Federazione Internazionale Padel (FIP) da circa un anno. Il nostro è un servizio sportivo aperto a tutti basato sull’inclusione di persone più fragili con disabilità. Già di per sé il padel è uno sport di grande socialità. Il padel mixto ha come scopo quello di far giocare insieme due atleti uno dei quali è con disabilità. E’ dunque una testimonianza anche ben visibile: perché ci sono due persone che entrano in campo insieme, una delle due è sulla sedia a rotelle, l’altra no. E’ un linguaggio sportivo di inclusività al contempo semplice e concreto. Questo è anche il messaggio di Athletica Vaticana: fare sport in fraternità con l’inclusione delle persone più fragili. Sia con disabilità fisica, sia mentale; ma anche con i poveri. Come, ad esempio, avvenuto domenica 19 marzo alla Maratona di Roma durante la quale si è svolta anche la ‘Coppa degli Ultimi'”.

Cosa è la Coppa degli Ultimi?

“L’iniziativa che Papa Francesco ha avuto la bontà di ricordare anche dalla finestra di Piazza san Pietro durante l’Angelus e che ha lo scopo di contribuire a rendere visibili gli invisibili che, con i maratoneti, condividono le vie della città eterna”.

Qual è la vostra mission?

“Athletica Vaticana è la prima realtà ufficiale sportiva della storia del Vaticano a personalità giuridica. La segreteria di Stato l’ha affidata al Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Nella Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium c’è infatti la parola sport. Un fatto di per sé di grande rilievo. Noi siamo una realtà di servizio. Siamo un ponte che con umiltà cerca – pur consapevoli dei nostri limiti – di provare a dare una visione di sport più fraterna e solidale. Un messaggio che in questo particolare periodo storico segnato dalla guerra è attuale ed urgente: quello dello sport come pace, accoglienza ed amicizia”.

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