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Matrimonio e sessualità: la bellezza del piano di Dio

Nel contesto sociale e culturale attuale, la proposta cristiana sul matrimonio e la famiglia è tanto attaccata e criticata quanto poco conosciuta. Anche in ambito cattolico su molte questioni e su molti temi, che si possono definire “sensibili”, cresce la distanza tra il magistero e i fedeli e cresce il disaccordo tra studiosi ed esperti di teologia morale.

Il libro del cardinale Eijk

Qual è dunque il problema e quali sono le cause di questa frattura e del dissenso che oggi si manifesta in maniera evidente? Lo spiega così il cardinale Willem Jacobus Eijk, arcivescovo di Utrecht (Paesi Bassi) in una intervista rilasciata al quotidiano La Verità il 3 agosto in occasione della pubblicazione del suo libro “Sull’amore. Matrimonio ed etica sessuale” (Cantagalli 2024).

Per il cardinale la prima causa dello scollamento dalla dottrina della Chiesa sulla sessualità è da ricercare nel radicale cambiamento della cultura occidentale a partire dagli anni Sessanta, con l’aumento dell’individualismo e la secolarizzazione. Mentre fino a quel momento “gli occidentali vivevano in una cultura profondamente cristiana» in cui «vita e fede erano intrecciate”, questi profondi cambiamenti hanno reso l’uomo moderno incapace di accogliere il messaggio della Chiesa come qualcosa di buono per la propria vita. “Nell’epoca attuale – afferma il cardinale Eijk – gli individui scelgono quale interpretazione dare al matrimonio o ad altre relazioni sessuali”.

Non ha dubbi dunque il cardinale a denunciare le cause esterne che hanno portato all’attuale situazione. Tuttavia indica anche delle cause “interne” quando afferma che la Chiesa è stata “inadempiente” “perché nell’ultimo secolo la catechesi è stata trascurata”: la morale è scomparsa dalla catechesi e “nelle omelie manca una chiara spiegazione dell’insegnamento della Chiesa sul matrimonio”.

Riprendere la catechesi con rinnovato vigore

È per questo che oggi è più che mai necessario riprendere con rinnovato vigore la catechesi sulla morale sessuale per far riscoprire, prima di tutto ai fedeli, la bellezza del piano di Dio e la ricchezza e profondità del magistero della Chiesa in materia. È con questo obiettivo che il cardinale ha dato alle stampe questo volume (460 pp. 26,00€) in cui affronta in maniera dettagliata e sistematica la visione della chiesa su matrimonio e sessualità. L’esperienza nella Diocesi di Utrecht, racconta il cardinale, è che nei corsi prematrimoniali in cui viene esposta la teologia del corpo, le giovani coppie (ormai alle soglie delle nozze) accolgono con entusiasmo gli insegnamenti e ringraziano perché mai nessuno aveva loro esposto quelle tematiche.

Non solo norme ma una visione integrale dell’uomo

È normale e comprensibile che la proposta della Chiesa venga guardata con sospetto se non direttamente rifiutata e incompresa da persone lontane dalla fede. Difatti, a differenza di quello che si dice e si pensa, non si tratta di meri comandamenti da osservare, di rinunce o di divieti. Si tratta invece di comprendere un progetto divino sull’uomo e sulla donna, così come l’antropologia che ne deriva. Considerare la morale sessuale come una serie di norme e proibizioni genera rifiuto e rigetto, specie nei giovani. Ma comprendere nel profondo i motivi che regolano certe norme morali, può aprire orizzonti nuovi e far scoprire la bellezza della proposte cristiana.

La proposta del mondo

La proposta del mondo è quella invece di vivere la propria sessualità secondo i propri desideri e istinti, ricercando sempre il piacere, purché non si arrechi danno agli altri. Per questo la nostra società condanna, ad esempio, lo stupro ma non si pone nessun problema su altri temi che per la Chiesa rappresentano un uso distorto e problematico della sessualità (aborto, eutanasia, omosessualità, divorzio, contraccezione o masturbazione). Eppure non sembra che questa impostazione, nata negli anni Sessanta e ormai dominante nella società attuale, abbia generato grandi passi avanti se non nella ricerca (a volte scoordinata) del puro godimento. Anzi, i problemi e le sofferenze si sono purtroppo moltiplicati.

Paolo VI e Giovanni Paolo II

Quando, nel 1968, papa Paolo VI pubblicò l’enciclica sulla vita umana intitolata Humanae Vitae, (disattendendo il parere di una commissione di esperti che avrebbe voluto più aperture e concessioni), sapeva ciò a cui si stava andando incontro con la liberalizzazione della contraccezione. Fu il documento più criticato e discusso all’interno della Chiesa e ancora oggi molti studiosi e prelati lo ritengono un “errore”. Ma Paolo VI è stato da più parti lodato per il coraggio avuto e per la capacità profetica che lo spinsero a pubblicare l’Humanae Vitae in cui metteva in guardia gli sposi dal chiudersi egoisticamente alla vita contraddicendo il piano creatore di Dio.

In quel documento papa Montini – che già prevedeva le contestazioni – si rivolse con fermezza non solo ai cattolici ma anche “all’opinione pubblica mondiale contro il “controllo artificiale delle nascite” (aborto, contraccezione, sterilizzazione e «atti coniugali resi intenzionalmente infecondi»). Lo fece basandosi sulla legge naturale e sulla Rivelazione, “nella luce di una visione integrale dell’uomo e della sua vocazione”. Disattendere queste indicazioni, affermava Paolo VI, avrebbe come conseguenza l’apertura “alla infedeltà coniugale ed all’abbassamento generale della moralità”. Alla fine dell’enciclica Paolo VI si rivolse così ai vescovi: “Considerate questa missione come una delle vostre più urgenti responsabilità nel tempo presente”.

La “teologia del corpo”

Papa Giovanni Paolo II dedicò le prime udienze del mercoledì alla “teologia del corpo” (dal 1979 all’1984). Catechesi coraggiose (e per alcuni scandalose!) nelle quali il papa polacco illustrava la visione della Chiesa sulla sessualità. Con coraggio Giovanni Paolo II sfidava le proposte della cultura dominante offrendo ai cristiani una proposta: riscoprire la bellezza della antropologia cristiana e dunque della sessualità umana, senza tabù e senza falsi preconcetti, sulla base degli insegnamenti biblici e del magistero. Così il Papa andava alla radice più profonda delle norme morali, lì dove l’intero edificio si regge. Nel 1981, in seguito al Sinodo sulla Famiglia del 1980, Giovanni Paolo II pubblicò anche l’Esortazione Apostolica Familiaris Consortio sui compiti della famiglia cristiana.

Un ritorno alla catechesi sulla sessualità umana

In un contesto in cui la pressione sociale è sempre più pervasiva, (in particolare sui giovani attraverso i social e le serie tv che veicolano messaggi e visioni lontane dalla antropologia rivelata), è dunque urgente riprendere la catechesi sulla morale sessuale (a partire proprio da Humane Vitae e Familiaris Consortio), non per imporre leggi ma per illustrare in maniera chiara il piano di Dio per ognuno di noi. In questo modo i cristiani potranno venir aiutati e sostenuti nelle difficoltà, di fronte alle sfide della vita e della contemporaneità, in particolare nella apertura alla vita e nella trasmissione della fede alle prossime generazioni.

Certamente, senza una iniziazione alla fede la proposta cristiana può sembrare sconsiderata, anacronistica e obsoleta. Per questo a una ripresa della catechesi si dovrà accompagnare una nuova evangelizzazione che parli ai giovani e alle famiglie di oggi, e un accompagnamento costante nella fede, in comunità, affinché siano sostenuti nella “buona battaglia” da sacerdoti e catechisti, al fine di compiere la volontà di Dio ed essere testimoni nel mondo che donare la propria vita è fonte di gioia e pienezza.

Miguel Cuartero Samperi

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