Emergenza povertà infantile. “Covid non è solo virus, ma
distanza tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. Questo è il dramma attuale”, afferma a
Interris.it il sociologo
Antonio Marziale, sociologo, presidente dell’
Osservatorio sui Diritti dei Minori e già Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria.
Sos povertà
Antonio Marziale è fondatore e presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, consulente della commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, due lauree (Scienze della Comunicazione all’università di Cassino e Sociologia a Milano Bicocca) e un’ altra honoris causa in Psicologia Sociale. E’ stato assistente in orfanotrofio ed educatore di gruppi infantili e adolescenziali all’Azione Cattolica Italiana e alla Gioventù Francescana, amministratore pubblico e coordinatore delle Politiche giovanili all’assessorato ai Giovani della Regione Lombardia. Ha fatto parte delle commissioni ministeriali preposte alla stesura dei Codici “Tv e Minori ” e “Internet & Minori”. E’ stato relatore alla commissione ministero delle Comunicazioni–Rai per il contratto di servizio promulgato dal Capo dello Stato. Presidente onorario del dipartimento Lombardia dell’Associazione Nazionale Sociologi e del Movimento associazioni per la sicurezza e Difesa Diritti Disabili.
L’attenzione ai minori rischia di passare in secondo piano nell’emergenza Covid?
“È emblematico dire che da maggio si attende la nomina dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza per comprendere come la questione ‘minori’ non goda di priorità, nel momento in cui invece ci sarebbe bisogno di qualcuno che ‘metta i piedi nel fango’ dei problemi. Non si avverte la necessità di burocrati, ma la vocazione ad essere per strada a favore dei bambini”.
Quali sono oggi le priorità nel sostegno all’infanzia?
“Sostegno alle famiglie, perché non c’è sostegno che regga se la famiglia non gode degli elementi basilari. Mi riferisco principalmente alla povertà. Ecco, questo è il dramma attuale prioritario, perché Covid non è solo virus, ma distanza tra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. Addirittura più della diseguaglianza che abbiamo visto nell’era della globalizzazione, miseramente fallita”.
In Italia l’emergenza sanitaria provocherà, secondo le previsioni di Save the children, un milione di nuove situazioni di povertà tra i minori. Come è possibile intervenire?
“Lavoro, lavoro, lavoro per padri e madri di famiglia. Il resto è filosofia allo stato puro”.
Dal ghetto di Ciambra ai figli dei clan e alle carenze sanitarie e infrastrutturali nei raparti pediatrici , lei in Calabria ha affrontato ogni giorno la piaga della povertà infantile. Quali sono le situazioni più urgenti da affrontare?
“In Calabria basti ricordare che ad inizio del mio mandato di Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione non c’era la Terapia Intensiva Pediatrica, che ho ottenuto e adesso da quattro anni lavora a pieno regime a Cosenza. È la regione con il più alto indice di povertà educativa e dire povertà educativa significa dire povertà in senso più generale. Un terreno ideale per la proliferazione delle mafie, che mostrandosi ricche e vincenti diventano riferimento ideale e generano fascinazione tra le masse giovanili più esposte alla povertà”.
C’è sufficiente attenzione politica per l’infanzia?
“È una domanda provocatoria la sua? Devo dirglielo io? Suvvia”.