“L’Italia vanta, in tema di tutela dei diritti dei minori, un primato mondiale: è la nazione più ‘pesante’ dal punto di vista della produzione legislativa“, afferma a Interris.it il sociologo Antonio Marziale, sociologo, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori e Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria.Ci sono stati altri periodi difficili per il nostro Paese. Qual è stavolta la differenza dal punto di vista del linguaggio giornalistico utilizzato per raccontare la realtà?
“Stavolta ci sono i social, dove anche i giornalisti di professione fanno a gara a chi la spara per primo e più grossa. Io ai giornalisti inibirei l’utilizzo dei social, proprio per distinguerli da un magma indifferenziato senza regole e distorsivo. Forse sarebbe il modo migliore per affrancare la credibilità della nobile professione, cui pure appartengo, dalla ‘legione di imbecilli’ individuata dal compianto Umberto Eco”.In un momento così carico di incertezze e difficoltà, qual è il ruolo della comunicazione? Ci sono differenze di funzioni tra i diversi media?
“Dovrebbe distinguersi il giornalismo dal comunicazionismo. La comunicazione è una bussola e come tale, se sbilanciata, disorienta. Per quanto c’è da dire che anche le istituzioni abusano: basti pensare alle dirette del presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, cui hanno fatto seguito sistematicamente ‘spiegazioni’ della conferenza stampa”.A cosa si riferisce?
“Un tormentone che certo contribuisce ad aggravare la fragilità dei più deboli, emotivamente parlando. Se si fosse un po’ più parsimoniosi la comunicazione ne guadagnerebbe in dignità”.Lei si è sempre schierato contro la tratta della prostituzione. Come è possibile che si continui a non capire che dietro il mercimonio coatto non ci può mai essere una libera scelta?
“Due sono le risposte possibili: o quanti devono capire sono cretini o se non sono cretini hanno capito e fanno finta di non capire. Non vedo alternative”.L’emergenza sanitaria e sociale ha fatto passare in secondo piano la tutela dell’infanzia?
“No, è stabile, sempre in secondo piano. Covid o no, la tutela dell’infanzia non è mai entrata nelle priorità dei governi. Però l’Italia vanta, in tema di tutela dei diritti dei minori, un primato mondiale: è la nazione più ‘pesante’ dal punto di vista della produzione legislativa. Il cumulo di carta fine a se stessa prodotto dal nostro Paese è ineguagliabile”.Cioè?
“Per esempio quali sono gli effetti concreti da che esiste un Ministero della Famiglia? Ecco, tanti padri e madri sono stati o saranno licenziati perché il Covid ha acuito le finanze pubbliche e private. Ora, il suddetto ministero, cosa farà per tutelare i figli minorenni di questa gente, le loro famiglie? Sono stato chiaro?”.