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Manuale di democrazia da leggere in estate

Per chi ama leggere, l’estate rappresenta il periodo perfetto dell’anno, poiché si ha il tempo di dedicarsi alla lettura di un libro quando si vuole e con calma. Per esempio io ho letto La Fattoria degli animali di George Orwell e, nonostante sia stato scritto durante la dittatura stalinista, l’ho trovato molto attuale, e contiene avvertimenti e preziosi consigli anche per chi come noi ha la fortuna di vivere in una democrazia. Il libro racconta la storia di una fattoria nella quale degli animali, stanchi della tirannia dovuta agli umani e in particolare modo del proprietario Jones, decidono di ribellarsi per poter instaurare una società di uguali. Infatti l’ideale supremo è l’uguaglianza  tra gli animali, questo ideale però rimane troppo astratto e troppo generico: l’Animalismo.

Ciò che permette alla storia di iniziare è il discorso del Vecchio Maggiore, ovvero l’enunciazione di un ideale astratto e generico necessario per costruire un fascio di speranza tra gli animali ma che non è mai identificabile nel concreto della sua piena realizzazione (dal testo: -“Ribellione! Non so quando essa avverrà, potrebbe essere tra una settimana come tra cent’anni, ma so per certo che prima o poi giustizia sarà fatta”-). Durante questo monologo si afferma che l’Uomo è l’unico vero e proprio nemico che hanno gli animali, egli infatti non bada agli interessi di nessun’altra creatura se non esclusivamente ai propri, inoltre è la sola creatura che consuma senza produrre.

In nome della libertà, gli animali decidono di attuare così una rivoluzione per riuscire a prendere il controllo della proprietà, rinominandola poi come “Fattoria degli Animali” al posto di “Fattoria Padronale”. Nonostante si parli di uguaglianza, i maiali iniziano ad emergere e a prendere il controllo della fattoria, le due figure di rilievo più importanti sono due maiali capaci e determinati a imporre la loro linea politica: Palladineve e Napoleone. Il primo rappresenta il politico giovane e capace i cui ideali possono non essere in linea con quelli precedenti, Napoleone invece è più introverso, vede la comunità come uno strumento per i suoi interessi, non solo come un fine ultimo da coltivare. Per questo motivo infatti si impossessa del potere mediante l’addestramento di segugi fedeli e feroci.

Mi ha molto colpito la fine del romanzo, nel quale viene rappresentata una tavolata con da una parte i maiali e dall’altra gli uomini mentre conversano tra di loro, e più uno cercava di distinguere gli uni dagli altri, più era diventato impossibile. Orwell scrisse questo racconto pensando agli avvenimenti della guerra civile di Spagna e a quelli della Seconda guerra Mondiale, in particolare modo della dittatura staliniana in Urss. Ma a mio parere la metafora di questa opera regge per qualsiasi potere degenere: infatti la storia della fattoria degli animali non è altro che la storia della costituzione di un potere ideologicamente caratterizzato ma privo di una precisa dirittura politica. La fattoria degli animali è una metafora sull’uomo e sul potere ed evidenzia quanto il potere, se supera ogni impulso, possa diventare distruttivo. La fattoria degli animali è l’Urss, ma la metafora regge perfettamente per qualunque potere simile. Con tutti i suoi limiti il ‘governo del popolo’ è tutto ciò che abbiamo e dobbiamo tenercelo stretto perché ci permette un grado di libertà che diamo per scontato, ma che così scontato non è. Grazie a questo libro ho infatti capito quanto sia importante per ciascuno di noi essere liberi e avere diritto di poter dire ciò che si pensa.  Molte volte sottovalutiamo la libertà che abbiamo e non ci rendiamo conto di quanto possiamo essere fortunati.

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