Il giorno della memoria ci ricorda non solo quanto sia importante ricordare tutti i giorni la tragedia che è avvenuta durante la Seconda guerra mondiale, ma anche per far in modo che noi, uomini e donne di oggi, possiamo tramandare questo ricordo nei secoli, da generazione a generazione.
Il rischio dell’andare avanti con gli anni infatti, è quello di perdere sempre di più l’importanza della Storia e che non ci sia più nessuno a testimoniarla. E siccome la Storia con la lettera maiuscola è qualcosa che deve vivere nelle persone e non essere soltanto relegata sui libri, sono tante le iniziative che vengono messe in campo per non dimenticare.
Le pietre d’inciampo
Nella mia scuola per esempio è stata proposta una iniziativa che io ho subito condiviso e alla quale ho deciso di partecipare. Si parla delle “pietre di inciampo”, cioè di quelle pietre inserite nel selciato stradale delle città, davanti alle case delle vittime delle deportazioni, e che vengono ricoperte da una piastra di ottone che riporta il nome di quella persona e la ricorda per sempre ai posteri.
Perché si chiamano così? Una pietra per strada può fare inciampare. Ma l’inciampo di queste pietre è emotivo e mentale: chi le guarda per strada deve potersi fermare un momento, leggere quei nomi, riflettere e ricordare per sempre quello che è avvenuto. Io, con alcuni miei compagni di classe, ho avuto il compito di ripercorrere e ricostruire la storia di una donna incinta ebrea, che durante la dittatura è stata deportata nei campi di concentramento.
Il mare della memoria
Ed è stata una esperienza formativa ed emozionante. Lo scopo infatti è quello di fare in modo che nessuna persona venga dimenticata e che tutte le città d’Italia e del mondo conservino sul selciato questi segni indelebili, per mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista nel luogo simbolo della vita quotidiana invitando allo stesso tempo chi passa a riflettere su quanto accaduto in quel luogo e in quella data, per non dimenticare.
Ho molto apprezzato che quest’anno, nonostante la pandemia, non si siano fermate le iniziative di coinvolgere le scuole ed i ragazzi in queste attività, perché spesso i ragazzi rischiano di sottovalutare gli insegnamenti della storia. Sono certa che si tratti di una piccola goccia nel mare di iniziative che si svolgeranno in tutto il mondo per dire “mai più” all’orrore. Ma di piccole gocce si riempie il mare. E sono certa che con questi piccoli gesti nessuno potrà mai più dimenticare.