Stop alle mafie
Interfono
Beni confiscati
I dati sono forniti dall’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. La radiografia è aggiornata al 25 febbraio 2023. Sono 19.790 i beni immobili confiscati e destinati. Mentre sono 24.529 quelli ancora in gestione da parte dell’Agenzia e in attesa di essere destinati. Più della metà delle realtà sociali che gestiscono beni confiscati è costituito da associazioni di diversa tipologia (525). Mentre le cooperative sociali sono 217. Sono 5 le cooperative dei lavoratori delle aziende confiscate. 26 i consorzi di cooperative. Si tratta, evidenzia Avvenire, di realtà di lavoro vero e pulito. Tra gli altri soggetti gestori del terzo settore, ci sono 13 associazioni sportive dilettantistiche. 30 gli enti pubblici. Tra i quali aziende sanitarie, enti parco. Consorzi di comuni che offrono dei servizi di welfare sussidiario. E che sono dati in gestione a soggetti del terzo settore. 40 associazioni temporanee di scopo o reti di associazioni. 59 realtà del mondo religioso (diocesi, parrocchie e Caritas). 31 fondazioni private e di comunità. 17 gruppi dello scautismo. 30 istituti scolastici di diverso ordine e grado.
Mappa
La regione con il maggior numero di realtà sociali che gestiscono beni confiscati alle mafie è la Sicilia con 267 soggetti gestori. Segue la Campania 162. Poi la Calabria con 148. La Lombardia con 141. Ciò conferma come le mafie siano davvero ovunque. Soprattutto con gli investimenti economici. Il 40% riguarda appartamenti, abitazioni indipendenti, immobili. Il 18% ville, fabbricati su più livelli e di varia tipologia catastale, palazzine. Il 19% terreni agricoli, edificabili e di altra tipologia. Anche con pertinenze immobiliari. Il 10% locali commerciali o industriali. Capannoni. Magazzini. Locali di deposito. Negozio, bottega. Uffici. Ai beni confiscati alle mafie viene data una nuova vita. Il 57% dei soggetti gestori svolgono attività che sono direttamente legate a servizi di welfare per la comunità. Il 27% si occupano di promozione del sapere. Del turismo sostenibile e della cultura. E il 10% operano nel mondo dell’agricoltura. Ottantotto soggetti gestori hanno scelto di intitolare la loro esperienza a una vittima innocente delle mafie. 54 al Sud, 30 al Nord e 4 al Centro.