“MaBasta” per dire no al bullismo

Il bullismo viene definito come il comportamento intenzionale e aggressivo che accade in forma ripetuta nei confronti di una o più vittime con cui sussiste un reale o percepito squilibrio di potere. Le vittime, quindi, sono vulnerabili ed incapaci di difendersi autonomamente. L’aggressione può essere fisica nei confronti di persone o beni di proprietà, oppure verbale, sia diretta che indiretta. Tra le forme di aggressione verbale diretta ci sono gli insulti e le minacce, tra quelle indirette c’è la diffusione di voci con l’obiettivo di danneggiare la reputazione altrui causando la conseguente esclusione da un gruppo. Il bullismo costituisce una forma di violenza tra pari, una dinamica dove i bulli spesso agiscono per frustrazione e rabbia. Oltre a ciò, nell’epoca contemporanea, si verifica il cyberbullismo, ossia una forma di bullismo che colpisce le persone ritenute più deboli attraverso l’uso delle nuove tecnologie informatiche: social network, giochi online, conversazioni via chat e forum e ciò può mietere potenzialmente un numero di vittime molto più elevato. Interris.it, in merito a questi temi, ha intervistato Mirko Cazzato, un ragazzo di 20 anni che, quando frequentava le scuole superiori, per sensibilizzare l’opinione pubblica e combattere il bullismo, ha dato vita a “MaBasta – Movimento Anti Bullismo Animato da Studenti Adolescenti”. Il 14 ottobre 2021 è risultato l’unico italiano ed europeo nella Top 10 del Global Student Prize un riconoscimento rivolto agli studenti particolarmente meritevoli e impattanti al mondo. Alla fine dello scorso anno invece, ha ricevuto anche la nomina di “Studente dell’Anno” da Your Edu Action e “Pugliese dell’Anno”. Nel corso degli anni, per il suo impegno, è stato ricevuto da Papa Francesco, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, da diversi ministri nonché da importanti personaggi nel mondo dello spettacolo.

L’intervista

Come nasce e che obiettivi si pone “MaBasta”?

“”MaBasta” nasce nel 2016, quando avevo 14 anni e frequentavo la prima superiore, da parte mia e della classe che frequentavo. In particolare, dopo essere venuti a conoscenza di una dodicenne di Pordenone che aveva tentato il suicidio dopo aver subito atti di bullismo. Questa vicenda ha segnato molto me e la mia classe perché, non riuscendo a comprendere, come fosse possibile il fatto che, alcuni ragazzi, riuscissero a far del male ai propri coetanei al punto di portare qualcuno a tentare il suicidio. Tale riflessione, ci ha portato a pensare che fosse giunta l’ora per noi di fare qualcosa di concreto dal basso. A questo punto, dato che nella mia scuola di allora, si parlava del fare e mettere in pratica le nostre idee, la cosa che ci è venuta più spontanea da fare, è stata creare un gruppo sulla pagina di un famoso social. Il nostro primo obiettivo era quello di alzare un polverone su tale grave problema e, in due o tre giorni, abbiamo raggiunto l’obiettivo. “MaBasta” è diventato subito un movimento su scala nazionale perché, la stessa, non è solo un’esclamazione, ma anche l’acronimo “Movimento Anti Bullismo Animato da studenti adolescenti”. Il movimento, quindi, è diventato subito nazionale e siamo stati intervistati da tutti i grandi media. Dopodiché, ci siamo resi conto che ciò non bastava per fermare il bullismo, così abbiamo cominciato a girare nelle scuole e ad incontrare i ragazzi, con i quali abbiamo cercato di capire meglio il fenomeno del bullismo e come combatterlo. Parlando loro, ci siamo resi conto che nessuno sapeva combattere questo fenomeno perché non se ne parlava mai e nessuno diceva loro come agire. A quel punto, abbiamo pensato che, sarebbe stato opportuno se, noi ragazzi, avessimo dato vita delle azioni concrete rivolte agli stessi. Conseguentemente abbiamo dato forma a sei diverse tipologie di azione per combattere il bullismo chiamate “modello MaBasta” che, a partire dal 2018, portiamo in ogni singola classe d’Italia, al fine di poter prevenire, contrastare e indebolire dal basso ogni forma di bullismo e cyberbullismo. L’obbiettivo di “MaBasta”, ad oggi, è quello di raggiungere ogni singola classe del paese, per poter dare ai ragazzi un motivo e delle azioni concrete per prevenire questa orribile piaga”.

Quali sono i suoi auspici per il futuro su questo tema? In che modo chi lo desidera può aiutare la vostra azione?

“Il mio auspicio per il futuro è quello di vedere “MaBasta” come una vera e propria impresa sociale, che parte dal basso e fanno parte di un progetto portandolo avanti in tutto e per tutto. Un po’ di ciò si sta avverando perché, alle mie spalle, ho un team composto da ragazzi di età compresa tra i 14 e i 16 anni che, ogni mattina, va nelle scuole. Il punto dove voglio arrivare io è di riuscire a prendere i ragazzi che, a 18/19 anni, non sanno che strada intraprendere e riuscire a farli entrare nel progetto e combattere così il bullismo. Questo è il mio obiettivo personale per il futuro”.

 

Christian Cabello: