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Lucattini: “Come affrontare la ripresa di scuola e lavoro”

Con la fine delle vacanze si avvicina il ritorno in classe e sul posto di lavoro. Cosa genera e ansia e stress e come affrontare la ripartenza di settembre? Le risposte della dottoressa Adelia Lucattini, membro della Società psicoanalitica italiana (Spi), a Interris.it

Finisce l’estate, inizia l’autunno. Titoli di coda su ferie, vacanze, riposo, nuove esperienze, si apre il sipario e si è di nuovo in scena, attori delle repliche dello “spettacolo” durato quasi tutto il resto l’anno. La scuola, il lavoro, gli impegni, le scadenze, il caos metropolitano, le giornate che si accorciano, le t-shirt sostituite da maglioni e giacca e cravatta. Anche se sul calendario il primo giorno dell’anno nuovo è il 1° gennaio, “psicologicamente inizia con l’autunno e la ripresa delle attività” – dice a Interris.it la psichiatra e psicoanalista Adelia Lucattini. “Si entra in una nuova fase, temporale e interiore, in cui dopo la cesura estiva abbiamo un nuovo inizio”. Un nuovo inizio che soprattutto negli ultimi anni è vissuto in maniera sempre più ansiosa e stressante, al posto quella sensazione di agitazione mista a tristezza per l’attesa dei doveri e delle responsabilità che ci attendono e la delusione per il termine dei giorni liberi e leggeri.

L’intervista

Dottoressa, perché la ripresa delle attività ci preoccupa?

“C’è la consapevolezza che riprende la fatica. Inoltre, l’estate non è sufficientemente ristoratrice, anche bambini e adolescenti oggi hanno estati molto piene di impegni, dallo sport allo studio. C’è anche un aspetto più personale, più intimo. Dall’autunno in avanti ci sono meno ore di luce e questo dà malinconia, soprattutto nei Paesi mediterranei dove si vive molto all’aperto”.

L’inizio di un anno scolastico è l’eterno ritorno dell’uguale o una novità?

“Le due situazioni in cui c’è un vero cambio di passo sono l’inizio della scuola primaria e il passaggio dalle superiori all’università, in tutte le altre ci si aspetta la ripresa della routine. In questi ultimi anni a scuola sono aumentati gli aspetti nozionistici e mnemonici rispetto all’apprendimento durante la lezione. C’è una sorta di bulimia di informazioni da apprendere e da verificare di continuo, come se si fosse perso uno sguardo a lungo termine e tutto andasse fatto tutto e subito – anche per la precarizzazione dell’insegnamento. Oltre a non essere utile dal punto di vista pedagogico, il pensiero di lezioni intense, delle ore di studio oneroso a casa e del calendario fitto di verifiche genera ansia e angoscia”.

C’è una principale causa di questo stress?

“L’incertezza. Se l’ignoto è uno stimolo, l’incertezza stressa gli studenti. Con la turnazione cambiano spesso insegnanti e con l’accorpamento delle classi anche compagni. Con il turnover, ogni anno devono capire il carattere del docente, come vuole che loro studino e come espongano durante le interrogazioni. Inoltre, per gli studenti l’affetto verso il professore è fondamentale, se questo legame importante si interrompe ogni dieci mesi per loro è un trauma. Dopo il 20 agosto gli studenti cominciano già ad andare in ansia pensando alla roulette degli insegnanti”.

Per gli adulti si parla di “post vacation blues”, la tristezza dopo le vacanze. E’ solo tristezza o c’è di più?

“I problemi attuali del mondo del lavoro sono i carichi eccessivi e la mancanza di programmazione, fonti di stress dovute alla quasi impossibilità di suddividere il tempo del lavoro e il tempo del riposo. Questo causa una fatica aggiuntiva, perché si cerca di fare il più per smaltirlo – ma se è troppo non succede – pensando anche ai compiti del giorno dopo, se non della settimana successiva. C’è una condizione di confusione di tempo interno e di tempo esterno, e tutto questo può arrivare a farsi sentire negli ultimi giorni di vacanza. Inoltre, con la ripresa della scuola i genitori devono gestire l’ansia dei loro figli e i loro ‘riti’ come l’acquisto del nuovo zaino. Non lo fanno per moda, lo zaino è anche il contenitore delle loro emozioni, cambiandolo segnano la novità e creano uno spazio più capiente, anche mentale”.

Un consiglio per affrontare la ripresa nel modo più funzionale?

“Avere una prospettiva a breve termine, suddividere il tempo è la chiave per abbassare lo stress e diminuire le paure. Pensare una programmazione delle proprie attività, la scuola e lo studio o il lavoro, di due mesi in due mesi. E’ un tempo sufficientemente breve per abbassare la tensione e abbastanza lungo per una correzione in corso d’opera”.

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