L’ospedale Spallanzani di Roma tra ricerca e accoglienza

A pochi giorni dalla Notte Europea dei Ricercatori, il commissario straordinario dell'Istituto Nazionale Malattie Infettive Cristina Matranga e il direttore scientifico Enrico Girardi spiegano l'importanza di aprire le porte al territorio e alla cittadinanza

L’Istituto Nazionale Malattie Infettive (INMI) Lazzaro Spallanzani di Roma ha mostrato durante la pandemia una grande forza di accoglienza e ricerca straordinaria e ha dimostrato alla popolazione che cosa è lo Spallanzani, un istituto che punta da sempre su ricerca e accoglienza, su cui si è molto investito in maniera silenziosa e spesso anche sottotraccia ma che ha dato risultati straordinari. Sono in sintesi le parole del Commissario Straordinario dello Spallanzani, Cristina Matranga, da poco chiamata a guidare l’Istituto romano della Portuense.

“Io sento la responsabilità – dichiara Matranga – di portare avanti questo percorso e la capacità di coniugare eccellenza della ricerca e accoglienza con una particolare attenzione alle malattie infettive. Credo che questa sia la caratteristica principale e il brand reputazionale dello Spallanzani: integrare ricerca e assistenza; fare scienza e trasferire la ricerca all’esterno”.

La notte dei ricercatori e delle ricercatrici

Si rinnova quindi l’appuntamento con “La Notte europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici” all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” IRCCS. Si tratta di un appuntamento importante, di grande fascino e significato, che nasce con l’obiettivo di avvicinare l’opinione pubblica, i cittadini e le nuove generazioni alla Ricerca, un mondo spesso considerato chiuso, impenetrabile, per soli addetti ai lavori. Il prossimo 27 settembre dalle 19 alle 24 lo Spallanzani aprirà le porte a studenti e cittadini per farli entrare appunto nel mondo della Ricerca presentando in modo semplice e accattivante le attività, specificità ed eccellenze che caratterizzano l’Istituto.

L’evento

“Avremo 28 laboratori con la finalità di avvicinare i cittadini, i ragazzi e le scuole al mondo della ricerca in maniera semplice, in modo di attrarli e incuriosirli. Il mondo della ricerca e della scienza spesso appare un po’ chiuso, invece è importante raggiungere il mondo delle scuole, mantenere un contatto sempre aperto”. Particolare attenzione sarà data alle malattie infettive sessualmente trasmissibili. “Per fare prevenzione, lo Spallanzani deve entrare direttamente in contatto con i giovani e quelle associazioni maggiormente coinvolte, per trasmettere una maggiore consapevolezza della malattia e dare indicazioni su come proteggersi”. La Notte Europea dei Ricercatori sarà quindi un momento per far vedere loro da vicino, come funziona un laboratorio di analisi ed esplorare le loro attitudini e interessi nel mondo della medicina, della biologia, della scienza. “Chissà – si augura Matranga – che qualcuno dei partecipanti non scelga un percorso universitario specifico e prima ancora una scuola superiore per rispondere a una precisa vocazione da ricercatore”.

Un augurio

Infine un augurio. “Vorrei che questo Istituto potesse dare un messaggio di apertura a tutti i cittadini, non solo per curare malattie infettive, ma avere una porta aperta alla relazione e all’accoglienza per rispondere alle loro domande, da quelle più semplici, a quelle più complesse. E ci auguriamo che la Notte Europea, possa essere una buona dimostrazione”.

I laboratori proposti

Il Direttore scientifico dello Spallanzani Enrico Girardi con questa nuova edizione della Notte Europea vorrebbe far conoscere i ricercatori, anche quelli più giovani, alla popolazione, agli studenti, “comunicando non solo le scoperte – ha dichiarato – ma soprattutto uno spirito di dubbio e curiosità, trasmettendo quel senso critico che spinge a non accontentarsi delle situazioni facili, ma ad andare oltre. Si può fare con la curiosità dei più piccoli, ma anche dei grandi”. Tra i laboratori che verranno proposti ci sarà quello che permetterà di spiegare come vengono affrontate le emergenze, come si cercano i virus, come si trasmettono da zanzare o altri insetti. “Sarà interessante – continua Girardi – far vedere ai partecipanti come si trasporta una persona che ha una infezione grave contagiosa in un ospedale come il nostro; come collabora con noi il Servizio Sanitario Nazionale”. Tra i ricordi del direttore scientifico la domanda di alcuni piccoli partecipanti sulla zanzara. “Quasi nessuno di loro – ha commentato Girardi – sapeva quanto vivesse una zanzara e che essa si può muovere e volare in uno spazio di soli 200 metri. Siamo partiti da qui per arrivare alla trasmissione di malattie”.