Nell’abitato di Sondalo, in provincia di Sondrio, ai piedi del monte Sortenna e nel cuore dell’omonima pineta ove si stagliano oltre trenta ettari di rigogliosa e varia vegetazione sorge l’ospedale Morelli. Esso ha una storia molto lunga e gloriosa, in quanto gli studi per la sua realizzazione cominciarono nel lontano 1928 quando il medico specializzato in tisiologia Eugenio Morelli, originario della provincia di Sondrio, eseguì delle analisi sulla qualità dell’aria della zona e da ciò emerse che i valori della stessa erano ottimali per la cura della tubercolosi.
I lavori di costruzione per quello che diverrà il più grande villaggio sanatoriale d’Europa iniziarono nel 1932 e in appena sei anni furono edificati i primi nove padiglioni ad opera dell’architetto Giuseppe Ramponi, che diede attuazione alle teorie medico scientifiche del dottor Ausonio Zubiani. Così, attraverso la costruzione di edifici dotati di grandi finestre e spazi aperti, i quali favorivano l’entrata della luce solare ed incrementavano il ricircolo dell’aria, si stimolavano quei fattori che, secondo le conoscenze mediche dell’epoca, favorivano la guarigione dei malati dalla tubercolosi.
A causa della Seconda Guerra Mondiale la costruzione del villaggio sanatoriale si fermò e riprese nel 1946 giungendo al completamento. Da tal data e fino al 1971, ossia quando l’avvento delle cure antibiotiche permise di contrastare la tubercolosi in maniera più efficace, si curarono qui pazienti provenienti da ogni dove, con una capienza massima di 2500 posti letto, tanto che nel 1973 Vittorio De Sica decise di girarvi un film intitolato Una breve vacanza; in particolare durante questo periodo si sviluppano e crescono l’economia e la società del paese di Sondalo, in particolare la presenza del villaggio sanatoriale ne ha caratterizzato anche lo sviluppo turistico, in particolare dal punto di vista naturalistico.
A partire dal 1971, con il venir meno delle esigenze di cura legate alla TBC, sotto la lungimirante guida di Luigi Mescia, si compie la transizione da sanatorio a ospedale generale, fino a raggiungere livelli di eccellenza in svariati ambiti grazie all’apporto di personale medico e sanitario di assoluto rilievo, fino ad arrivare al periodo antecedente l’emergenza sanitaria dovuta al virus Covid-19 in cui l’ospedale Morelli – complice la crisi economica del 2009 – ha subito qualche depotenziamento.
Ai giorni nostri, nel pieno dell’emergenza dettata dal diffondersi del virus Covid-19, l’ospedale Morelli è stato convertito in Covid Hospital e, tornando in parte alla sua vocazione originaria, grazie al proficuo impegno e al senso del dovere degli operatori sanitari, sono stati ricavati 200 posti letto per la cura dei pazienti affetti da questa patologia tra terapia intensiva e sub intensiva, permettendo così di salvare molte vite.
In conclusione è doveroso ringraziare tutti gli operatori del comparto sanità per l’egregio lavoro che hanno svolto e stanno svolgendo in questo difficile frangente e che, con il loro fulgido operato, hanno dato concreto significato all’espressione curarsi del prossimo.