Metto la mascherina o me ne infischio? Quando parliamo di coronavirus non si intende sempre e solo della malattia in sé, ma anche delle responsabilità di un nostro atteggiamento che la diffusione del virus comporta. Questa domanda quotidiana ci porta a riflessioni più profonde.
Modernità
Nella società moderna in cui viviamo i luoghi comuni sono diventati il nostro pane quotidiano. Siamo proiettati in una realtà virtuale immaginaria, in cui tutto sembra essere perfetto e i canoni che ci vengono imposti sono non raggiungibili.
Mi ricorda molto la realtà rappresentata nel film Matrix: un mondo perfetto, dove tutto è possibile, dove si può avere tutto. Ma quale pro, se il prezzo da pagare è la libertà? Al giorno d’oggi l’intelligenza di una persona viene misurata in base allo studio e ai risultati scolastici.
Secondo me invece non consiste solo in questo, ma nella capacità di comprendere e riuscire ad intraprendere il proprio percorso di vita. Non si può calcolare l’intelligenza di una persona perché non esiste un parametro per l’intelligenza: ognuno di noi nella vita commette azioni poco intelligenti.
Ma una definizione non può limitare ciò che siamo, per esempio io sono Francesca, sono una persona, non sono né intelligente ma neanche stupida. Sono una ragazza che sta trovando il proprio posto nel mondo e nessuno può permettersi di togliermelo attraverso un’etichetta.
Etichette
La società di oggi ha ancora troppe etichette e troppi pregiudizi sulle persone. Lo si può vedere anche solo accendendo il televisore, dove ogni giorno é pieno di notizie di aggressioni nei confronti delle persone di colore, omosessuali, donne e tutto il resto.
Diamo troppa importanza a quelli che di fatto sono solo aggettivi e sostantivi e lasciamo che questi ci dominino e parlino per noi. Un essere umano è un essere umano a prescindere dal livello di intelligenza, dal colore della pelle o dalla sua religione.
Socrate
I pregiudizi purtroppo partono dall’ignoranza delle persone. Lo stesso Socrate, uno dei filosofi greci più importanti, nonostante la sua immensa conoscenza, andava in giro per Atene dichiarando di non sapere. Per il filosofo infatti l’ignoranza era il non saper riconoscere di stare facendo il male, mentre il bene era dovuto alla conoscenza e alla ragione. Sembra quasi una contrapposizione poiché affermava di non conoscere abbastanza ma al tempo stesso, grazie alla sua conoscenza, generava il bene.