L’energia della comunità per affrontare al meglio le fragilità

Il progetto TamTam nasce in provincia di Sondrio con l’obiettivo di cercare e muovere energie positive per dare vita a comunità più felici, accendendo e rigenerando relazioni tra le famiglie, le associazioni e le istituzioni e prestando aiuto alle persone con fragilità come, ad esempio, anziani e persone con disabilità.

I protagonisti del progetto

Il progetto rientra nell’ambito del programma “Welfare in Azione” finanziato da Fondazione Cariplo e si rivolge a tutti i 25 comuni del mandamento di Morbegno. L’ente capofila del progetto è la Cooperativa sociale Grandangolo in partenariato con Comunità Montana Valtellina di Morbegno, Consorzio Sol.Co Sondrio, il Centro Servizi per il Volontariato Monza Brianza Lecco Sondrio, La Breva Società Cooperativa Sociale, Nisida Società Cooperativa Sociale, Associazione Comunità Il Gabbiano. Interris.it ha intervistato su questo tema la coordinatrice del progetto Francesca Canazza.

L’intervista

Come nasce e che obiettivi si pone il progetto TamTam?

“Il Progetto TamTam è finanziato da Fondazione Cariplo ed è un progetto di welfare di comunità ed è al suo ultimo anno di attività, in quanto doveva durare tre anni ma, a causa della pandemia e dei rallentamenti connessi alla stessa, è stato prorogato di un anno. Esso è un progetto di comunità, quindi si pone come obiettivo quello di attivare le stesse – in questo caso del mandamento di Morbegno – i cui comuni hanno aderito tramite la locale Comunità Montana. In particolare, il presente progetto, dopo aver individuato delle preoccupazioni che coinvolgono i territori, presuppone che sia la comunità stessa a trovare le soluzioni. Per fare questo abbiamo delle figure professionali dette facilitatori di comunità, i quali sono dei professionisti che lavorano da una parte a stretto contatto con le amministrazioni pubbliche mediante l’aiuto dell’assessore ai servizi sociali al fine di individuare le problematiche ma anche le risorse della comunità,  mentre dall’altra avvicinano i gruppi informali e le persone già impegnate nella comunità che, a loro volta, forniscono altri contatti con l’obiettivo di far nascere qualcosa dalla comunità stessa che abbia delle ricadute positive e di attivazione su tutto il contesto sociale della stessa. Faccio un esempio pratico, nell’abitato di Delebio ad esempio, abbiamo individuato come preoccupazione la difficoltà di interazione e comunicazione con le persone di origine straniera, le quali sono in gran numero in questo centro abitato. In particolare, si riscontravano difficoltà nel coinvolgerli nella comunità ma, dopo tanto impegno, sono nate delle iniziative – come, ad esempio, il TamTam bimbi – che è un ritrovo tra le mamme di origine straniera e non che si ritrovano insieme per socializzare, bere un caffè e parlare del significato di essere mamme, così si agisce sull’integrazione. Questa attività è arrivata su impulso di alcune mamme del paese in questione, anche grazie alla loro opera di volontariato. Ecco un esempio virtuoso delle cose che sono successe. Poi, per ogni comune, abbiamo fatto moltissime cose diverse, nel senso che, le diverse compagini territoriali, hanno portato preoccupazioni e caratteristiche diverse l’uno dall’altro. Per alcuni ci siamo concentrati sulla fascia più anziana della popolazione, in altri sulle famiglie ed in altri ancora sui giovani. Oltre a queste figure dei facilitatori di comunità, abbiamo altre due figure professionali che lavorano più sottotraccia, ossia il tutor delle famiglie e l’Asa di comunità. L’Ausiliario Socio-Assistenziale presta la sua opera al fianco di anziani soli oppure in famiglie dove vi è una momentanea difficoltà nell’assistenza ma, anche qui, si lavora per attivare le reti della comunità, nel senso che – se il problema che sussiste non è di tipo sanitario – l’Asa cerca di ricostruire attorno alla persona una rete che possa sopperire al bisogno, ad esempio quello della spesa quotidiana, con l’obiettivo che lo stesso venga preso un po’ in carico dalla comunità. L’intervento del tutor di famiglia agisce invece su momentanee difficoltà educative e organizzative delle famiglie con minori piuttosto che in momenti di particolare disagio di alcune persone alla ricerca di un’autonomia, ad esempio abbiamo sostenuto una ragazza che usciva dalla comunità per la ricerca di un appartamento e di un lavoro. Questo l’ha portata a vivere in completa autonomia e il tutor l’ha accompagnata in tutti i passaggi insegnandole a gestire le problematiche della vita quotidiana”.

Qual è l’aspetto più qualificante del Progetto TamTam?

“Non è un progetto che emerge in modo appariscente o eclatante, le azioni poste in essere partono dal basso. La peculiarità di tale progetto è quella di attivare le comunità e le persone ma soprattutto dalle loro risorse per trovare le risposte ai bisogni. Questa è una modalità che inizialmente ci ha spiazzato ma poi abbiamo visto che porta molti più risultati perché si riescono a raccogliere le energie delle persone e a convogliarle, questo aumenta la loro durata, auspicabilmente anche oltre la fine del progetto, ed apportare un cambiamento duraturo. Ciò si è riscontrato anche durante la pandemia da Covid-19 che ha reso difficile il proseguimento di alcune attività progettuali ma abbiamo trovato comunque il modo di stare vicini alle persone, anche se – in tempi normali – le potenzialità sarebbero state molto più elevate. La prossimità alle persone e il non calare dall’alto le decisioni sono la cifra vincente di questo progetto”.

In che modo si può aiutare l’attività di TamTam in occasione delle festività natalizie?

“Abbiamo realizzato un gadget natalizio che consiste in un sacchetto, il quale contiene dei prodotti di diverse cooperative del territorio partner del progetto TamTam. Questi sacchetti che abbiamo chiamato con nomi diversi e – facendo un gioco di parole sul nome completo del progetto che si chiama TamTam Tempi di Comunità – abbiamo denominato le confezioni regalo natalizie TamTam Tempi di Dono. In particolare, ci sono quattro diverse tipologie di sacchetto e quello che si raccoglie attraverso le donazioni viene impiegato nelle figure del tutor famiglia e dell’asa di comunità. Quindi sono doni che si fanno alle persone a noi vicine ma, nello stesso tempo, vanno a donare del tempo agli anziani e alle famiglie del territorio che necessitano del supporto di queste due figure professionali. Ad esempio, ci sono il sacchetto dono cambiamento, dono dolcezza, dono serenità e dono energia, li abbiamo chiamati così perché contengono ciascuna dei prodotti che richiamano queste parole. Nel dettaglio il dono energia contiene del miele ed un cucchiaio di legno della Cooperativa Il Sentiero, il dono dolcezza una marmellata de “I Prati” ed una presina della Cooperativa “La Breva”, il dono serenità una tisana della Cooperativa Il Sentiero ed un infusore e il dono cambiamento un tagliere de “I Prati” con una marmellata di cipolle. Ogni pacco vuole essere il sinonimo delle diverse qualità ma anche delle attitudini che i nostri operatori portano all’interno delle famiglie e delle comunità che assistono”.

Christian Cabello: