Un lavoro “
trasformato” in una
società impoverita. Il Rapporto Italia dell’
Eurispes descrive la nascita di nuovi mestieri. E la
trasformazione (o la scomparsa) di quelli esistenti. Con
pesanti conseguenze sociali ed economiche. Sulla vita individuale collettiva di milioni di italiani. Il cambiamento riguarda
ambiti molteplici del mercato del lavoro. Quali la tipologia contrattuale. Cioè la progressiva diminuzione dei tradizionali contratti a tempo indeterminato.
A favore di forme contrattuali alternative. Lo “skill mix” dei lavoratori. Ossia la mutazione nella domanda di competenze. E le
caratteristiche delle professioni.
Lavoro in trasformazione
Complessivamente si possono identificare alcuni grandi
fattori di cambiamento. Sono chiamati comunemente “
megatrend“. Cioè la digitalizzazione e il
progresso tecnologico. La globalizzazione. L’invecchiamento della popolazione. La
transizione verso la green economy. Il primo fattore è legato all’applicazione al settore produttivo della “rivoluzione digitale”. Non si tratta solo delle
tecnologie legate alla cosiddetta industria 4.0. E all’impiego di robot. In sostituzione del lavoro manuale. Ma anche dello sviluppo dell’
intelligenza artificiale. E delle implicazioni che ha per il mondo dei servizi. Coinvolgendo sempre più
professioni. Anche quelle che sino a pochi anni fa sembravano
immuni alla minaccia tecnologica.
Outsourcing e offshoring
Il secondo fattore è la globalizzazione. Nell’ambito produttivo ha accentuato i
processi di localizzazione. Come l’outsourcing e offshoring. Con la nascita della cosiddetta “
global value chain“. Nel mercato del lavoro ne è conseguita una diversa
domanda di competenze. Nelle varie fasi del processo di produzione. Generalmente tradotta in maggior domanda di “low skill”. Nei
paesi meno avanzati. Dove vengono localizzate le attività a minore valore aggiunto. E una maggiore domanda di “
high skill“. Nei paesi più avanzati. Dove tendono a concentrarsi le attività
a maggior valore aggiunto.
Invecchiamento
Molti dei paesi occidentali devono fronteggiare l’invecchiamento della popolazione. Con effetti che vanno al di là della sostenibilità dei sistemi pensionistici. E che investono direttamente il mercato del lavoro. Il fatto che le persone siano destinate a lavorare più a lungo solleva un problema. Ossia come prevenire l’obsolescenza delle competenze. In secondo luogo, l’invecchiamento della popolazione crea una domanda di alcune specifiche competenze. Come quelle legate alle attività di cura e riabilitazione. Ma anche all’uso del tempo libero. E alla produzione di sussidi.
Photo by SAEED KHAN / AFP
Lavoro green
C’è, poi, il potente impatto che il cambiamento climatico ha sulle società avanzate. E la crescente attenzione ai temi della sostenibilità ambientale. Supportata da notevoli programmi di investimento. Come il “green deal” europeo. Ciò favorirà la nascita di nuove occupazioni. E lo sviluppo di competenze “green”. Richieste in modo trasversale da molte occupazioni. L’impatto di questi megatrend sul mercato del lavoro agisce su due livelli. Un primo livello ha a che fare con la creazione (e la distruzione) di posti di lavoro. Tutti i fenomeni finora descritti hanno un effetto. Ossia contribuire sia alla scomparsa di alcuni lavori. Sia alla creazione di nuove professioni. Per esempio i robot svolgono mansioni sempre più sofisticate. E pertanto in grado di sostituire l’uomo. Allo stesso tempo la tecnologia consente lo sviluppo di nuovi lavori. Che non esistevano sino a pochi anni fa. Si pensi, ad esempio, ai lavori connessi al settore della cyber-security. E, in generale, a tutto quanto riguarda la tumultuosa evoluzione dei social media.
Competenze
Un secondo livello riguarda la trasformazione dei lavori esistenti. La tecnologia cambierà le competenze. E le skill richieste per svolgere non solo i nuovi lavori. Ma anche quelli che continueranno a esistere. La crescente disponibilità di dati. E l’uso sempre più diffuso di macchine e strumenti sofisticati. Tutto ciò ha modificato notevolmente anche professioni intensive di rapporti personali. Quale quella del medico. Le competenze digitali stanno diventando sempre più pervasive. Con effetti su molte figure. Ossia professioni tecniche legate al mondo digitale. Sempre più spesso impiegate in settori molto eterogenei. E dunque chiamate ad adattare le proprie competenze a elevata specializzazione. In contesti diversi. Che spesso hanno effettuato la svolta digitale solo recentemente. Come dimostra la transizione del settore manifatturiero alla cosiddetta “Industria 4.0”. Pensare in modo creativo è, dunque, una competenza decisiva per questi ambiti lavorativi.