Lavoro rosa. “Sulla ripresa è trainante l’incremento dell’occupazione femminile”, afferma Lorenzo Tagliavanti, presidente Cciaa Roma. Dalla fine del 2021 l’occupazione femminile è cresciuta fino a raggiungere livelli storicamente elevati. Negli ultimi due anni le donne hanno però occupato solo un terzo dei posti a tempo indeterminato. Ad attestarlo è il report “Il mercato del lavoro: dati e analisi”. La ricerca è stata realizzata dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Dalla Banca d’Italia. E dall’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. Tre anni fa l’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19 aveva ampliato i divari di genere che caratterizzano il mercato del lavoro italiano. Nel 2020 le donne hanno perso più di 70mila posti di lavoro. Mentre l’occupazione maschile è aumentata di oltre 60mila unità. Dalla metà del 2021 l’occupazione femminile è invece cresciuta più velocemente. Raggiungendo livelli storicamente elevati. Nell’ultimo anno e mezzo le donne hanno contribuito per quasi il 40% alla creazione di posti di lavoro. Un valore superiore di 2,5 punti percentuali rispetto al biennio 2018-19.
Lavoro rosa
Queste dinamiche dell’occupazione sono in gran parte dovute ai fenomeni di ricomposizione settoriale. Tra gli uomini, quasi un terzo dei nuovi posti di lavoro creati nel 2021-22 sono stati registrati nelle costruzioni. Il contributo del settore alla crescita complessiva dell’occupazione maschile è praticamente raddoppiato rispetto al 2018-19. Erodendo la quota relativa del commercio e dell’industria in senso stretto. Il comparto edile continua invece a incidere solo marginalmente, per circa il 5%, sulle attivazioni nette femminili. Tra le donne, oltre la metà dei nuovi impieghi si sono concentrati nel commercio e nel turismo. Negli ultimi due anni le donne hanno occupato circa la metà dei nuovi impieghi a termine. Ma solo un terzo di quelli a tempo indeterminato. Il divario, evidente anche prima della pandemia, è riconducibile alla forte presenza femminile nelle attività di alloggio e ristorazione. In questi comparti più della metà dei posti di lavoro creati sono stati a tempo determinato. A fronte di un quarto nel resto dell’economia.
Modello Roma
L’impatto drammatico del Covid in termini sanitari ed economici sembra ormai alle spalle. La pandemia ha portato a una drastica diminuzione dell’attività economica nel 2020 e 2021 a Roma e non solo, con un impatto molto negativo sull’occupazione, il 2022, invece, è stato l’anno della rinascita per la Capitale. Dopo il record delle esportazioni per le imprese romane registrato l’anno scorso, i nuovi dati Istat sull’occupazione indicano, infatti, un netto miglioramento del mercato del lavoro a Roma, con un forte aumento degli occupati e del tasso di occupazione. Gli occupati nel 2022, a Roma e provincia, sono stati 1milione 769mila, 45mila in più rispetto al 2021, con un tasso di crescita del 2,6%, dato superiore alla crescita media nazionale (Italia +2,4%). Il tasso di occupazione (15-64 anni) sale al 63,6% (Italia 60,1%), 2,3 punti in più rispetto al 2021. Trainante la crescita dell’occupazione femminile che aumenta del 2,7% (più della componente maschile; +2,6%). Il tasso di occupazione femminile (15-64 anni) cresce fino al 57,1%, ben 6 punti percentuali superiore alla media italiana (Italia 51,1%). Questi dati sull’occupazione, elaborati dalla Camera di Commercio di Roma su fonte Istat, dicono che sono stati quasi del tutto recuperati i livelli pre-pandemia.
Settori
“Nel 2022 l’occupazione a Roma e provincia – osserva il presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti – ha registrato una robusta crescita, con 45mila occupati in più. Un aspetto molto significativo di questo dato è l’aumento dell’occupazione femminile, che aveva molto sofferto durante i lunghi mesi della pandemia e il cui tasso di occupazione è 6 punti più alto della media nazionale. Un altro dato che mi preme evidenziare è quello della forte discesa della disoccupazione giovanile che, seppur rimanendo su valori assoluti ancora alti, scende di quasi 6 punti percentuali. Resta decisivo ridurre il divario tra domanda e offerta attraverso formazione e orientamento al lavoro“. Anche nel 2022, puntualizza Tagliavanti, “abbiamo registrato una notevole difficoltà di reperimento di alcune figure professionali, in particolare nei settori dell’informatica, del turismo e dell’edilizia. Il 2023 sarà un anno fondamentale per consolidare e rendere strutturale la crescita economica e occupazionale di Roma. Abbiamo delle grandi opportunità che non possiamo mancare come le risorse del PNRR e gli investimenti per il Giubileo”.
Serie storiche
Le persone in cerca di occupazione sono 141mila nel 2022, 45mila in meno rispetto al 2021, per trovare un numero di disoccupati più basso bisogna utilizzare le serie storiche precedenti e tornare indietro fino al 2008. Il tasso di disoccupazione scende al 7,4% (Italia 8,1%), dal 9,8% del 2021. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-34 anni), scende di quasi 6 punti percentuali attestandosi al 14,5% rispetto al 20,4% del 2021. I settori trainanti per la crescita dell’occupazione sono stati commercio-alberghi-ristoranti che hanno visto un incremento nel 2022 di occupati del 12,5% e l’edilizia che nel 2022 ha visto una crescita di occupati del 3,9%, in due anni la crescita di occupati nell’edilizia è stata del 10,7%. Industria e servizi registrano crescite più basse (+1,5% e +0,5% rispettivamente), l’agricoltura è l’unico settore che registra una contrazione dell’ occupazione nel 2022. I settori della ristorazione e dell’edilizia sono, in base ai dati del sistema informativo Excelsior, quelli che registrano il maggior numero di assunzioni nel 2022. Resta molto alta la difficoltà di reperimento di personale che si attesta al 50% circa per gli operai specializzati nell’edilizia su un totale di 22mila assunzioni nel 2022, e al 35,6% per gli addetti alle attività di ristorazione su un totale di circa 43mila assunzioni nel 2022.